La Sicilia del vino si distingue per la sua resilienza e per un profondo legame con il passato, pur guardando con determinazione al futuro. Durante la XXI edizione di Sicilia en Primeur, la presidente di Assovini Sicilia, Mariangela Cambria, ha sottolineato come l’associazionismo rappresenti un pilastro essenziale per un continuo progresso nel settore vinicolo, enfatizzando il valore culturale del prodotto e i temi attuali che lo caratterizzano quali enoturismo, sostenibilità, consumo consapevole e qualità produttiva.
Un evento tra tradizione e innovazione
La suggestiva cornice di Modica, dominata da monumenti come il Castello dei Conti e il Teatro Garibaldi, ha fatto da palcoscenico a un evento che si è imposto come una vetrina itinerante per il vino siciliano. Dal 2004, Assovini Sicilia organizza con passione questo format, che offre l’anteprima dell’ultima annata e invita a riscoprire l’identità multifaccettata del settore vinicolo dell’isola. Un percorso che ha portato, attraverso undici enotour, la stampa internazionale a conoscere il territorio, affermando il successo di un modello in cui il territorio si fa protagonista e narratore della propria storia.
Oltre trecento etichette hanno animato una sessione di degustazione tecnica, guidata dall’Ais, rivelando l’entusiasmo e la qualità dei produttori locali. L’evento ha saputo coniugare tradizione e innovazione attraverso una nuova formula che ha integrato quattro talk, durante i quali si sono approfonditi temi di rilievo come la comunicazione per i giovani, il neuromarketing e la valorizzazione delle produzioni vitivinicole tramite l’introduzione di nuovi contrassegni di Stato.
La cultura del vino come ponte tra passato e futuro
Il convegno intitolato ‘La cultura del vino in Sicilia: una storia millenaria che guarda al futuro’ ha offerto numerosi spunti di riflessione nel contesto economico-politico e sociale. All’interno del Teatro Garibaldi, i relatori, moderati da Luciano Ferraro, vicedirettore di un noto quotidiano nazionale, hanno condiviso esperienze e analisi incentrate su soluzioni innovative e scenari futuri per il settore. Le istituzioni hanno preso parte all’incontro con saluti formali, evidenziando il valore della collaborazione tra enti e produttori per rafforzare sistemi di tracciabilità e controllo, essenziali per difendere la competitività e l’immagine del vino siciliano a livello globale.
Nel discorso inaugurale, Mariangela Cambria ha richiamato l’attenzione sulle radici della tradizione vinicola, spingendo verso una riflessione sulle sfide poste da un mercato globale sempre più complesso. Con fermezza, ha evidenziato l’importanza di preservare il patrimonio culturale intrinseco al vino, resistenza agli ostacoli imposti da dinamiche internazionali restrittive e una lotta contro percezioni inique che rischiano di penalizzare un prodotto sinonimo di civiltà e tradizione.
Il contributo di Andrea Lonardi, prestigioso Master of Wine, ha delineato un manifesto programmatico denominato ‘Il fattore S: l’unicità del continente vitivinicolo siciliano’. Attraverso una serie di dodici parole chiave che si aprono con la lettera S, ha tracciato una visione strategica radicata su identità, sostenibilità e innovazione. Le sue considerazioni hanno invitato alla formazione di una nuova generazione di viticoltori, capaci di coniugare esperienza e modernità per trasformare il vino siciliano in un simbolo culturale intramontabile.
Innovazione e sostenibilità nell’enoturismo
Un ulteriore momento di riflessione ha riguardato l’evoluzione del modello enoturistico nel Sud Italia e in particolare in Sicilia. Al termine del percorso, relatori dell’Università Lumsa, Dario Stefàno e Antonello Maruotti, hanno illustrato i risultati dei recenti studi condotti dal Centro Studi Enoturismo e Oleoturismo. Secondo le analisi presentate, la crescita del mercato è favorita da canali emergenti quali la vendita diretta e le piattaforme e-commerce, che stanno diventando strumenti chiave per sostenere l’economia locale.
Il dibattito è stato arricchito dall’intervento di specialiste del settore medico, che hanno esaminato il rapporto tra vino e salute, ricordando come il prodotto vanta una valenza unica in termini di patrimonio culturale e culinario. La discussione ha evidenziato l’importanza di promuovere un consumo consapevole, capace di conciliare il piacere del bere con una dieta bilanciata, tramite un percorso educativo che porti a una migliore comprensione e rispetto del proprio benessere.
In parallelo, il ruolo della sostenibilità è stato messo in luce da rappresentanti della Fondazione SoStain Sicilia, che hanno presentato diverse iniziative finalizzate alla salvaguardia dell’ambiente, quali progetti per il ripopolamento delle api e per la riduzione dell’impronta carbonica. Questi interventi, presentati durante l’evento, sottolineano la necessità di integrare l’innovazione con la responsabilità ambientale in una chiave sinergica, volta a garantire un futuro prospero per il vino siciliano.
Il percorso di Sicilia en Primeur si è concluso con un walk-around tasting al Castello dei Conti di Modica, che ha visto la partecipazione di numerose cantine associate e una degustazione che ha messo in evidenza oltre 300 vini. Un’occasione che ha ulteriormente rafforzato il legame tra tradizione e innovazione, illustrando come la cultura del vino rappresenti un crocevia fondamentale per promuovere le eccellenze della regione, attraverso un approccio integrato che abbraccia ospitalità, gastronomia e innovazione tecnologica.
L’evento Sicilia en Primeur si è presentato come una vetrina preziosa per far conoscere il patrimonio enologico della nostra regione. Organizzato in collaborazione con l’Enoteca Regionale Sicilia Sud-Est e l’Ats Strade del vino Cerasuolo di Vittoria, l’iniziativa ha messo insieme una selezione accurata di giornalisti sia nazionali che internazionali, offrendo loro una degustazione dedicata al territorio e alla sua ricca offerta vinicola.
Una degustazione alla scoperta delle radici enologiche
La manifestazione ha rappresentato un’occasione speciale perché ha permesso ai partecipanti di immergersi nel mondo dei vini, esplorando il territorio attraverso sapori e profumi unici. Gli ospiti, provenienti da diverse parti del mondo, hanno avuto l’opportunità di assaporare alcune delle espressioni più autentiche dei vini siciliani, scoprendo le caratteristiche che li rendono inconfondibili. Il percorso degustativo ha valorizzato l’identità culturale del vino, enfatizzandone le tradizioni e la storia.
Durante la degustazione, ogni calice rappresentava una narrazione che univa il passato e il presente, trasmettendo la dedizione e il lavoro degli appassionati produttori locali. L’evento, curato nei minimi dettagli, ha garantito un’esperienza che va oltre il semplice atto del bere, trasformandosi in una vera e propria celebrazione della cultura enologica siciliana. Tale approccio ha evidenziato come il vino sia molto più di una bevanda: esso incarna l’anima e le tradizioni di una terra, dove il clima, il suolo e la passione si fondono per dare vita a prodotti di straordinaria qualità.
Il valore culturale del vino
Nel corso dell’evento, una delle voci più autorevoli, Mariangela Cambria, ha sottolineato come il vino debba conservare intatta la sua essenza culturale. Con precisione e convinzione, ha dichiarato che il vino non può essere ridotto a un semplice agglomerato di sapori, bensì va celebrato come simbolo di storia, arte e tradizione. Le sue parole hanno evidenziato l’importanza di mantenere intatto il legame tra il prodotto e la cultura che lo genera. Questa concezione arricchisce ogni sorso, contribuendo a diffondere la conoscenza di un patrimonio che si tramanda di generazione in generazione.
La cultura del vino, come ribadito durante l’incontro, si configura come un potente strumento promozionale per il brand Sicilia sui mercati globali. Il messaggio, chiaro e diretto, vuole ricordare l’importanza di valorizzare la storia e la diversità dei vini locali, puntando sull’unicità che li distingue a livello internazionale. Questa filosofia non solo celebra le origini e le tradizioni, ma contribuisce anche a rafforzare la presenza del territorio siciliano in un contesto mondiale in continua evoluzione.
Un’esperienza che celebra la storia e la diversità
Gli eventi di questo tipo offrono un momento di aggregazione tra diversi protagonisti del mondo enologico, permettendo la creazione di sinergie che si riflettono in una migliore comunicazione del valore intrinseco dei vini. La selezione delle etichette scelte per la degustazione è stata attentamente studiata per rappresentare la pluralità di realtà presenti sul territorio, evidenziando così le peculiarità di ogni produzione. Ciò ha permesso agli ospiti di vivere un’esperienza multisensoriale, che spazia dalla scoperta di sapori inediti alla comprensione più profonda della tradizione che si cela dietro ogni bottiglia.
La collaborazione tra realtà di rilievo come l’Enoteca Regionale Sicilia Sud-Est e l’Ats Strade del vino Cerasuolo di Vittoria ha reso possibile questo viaggio alla scoperta del sapere enologico. L’evento ha messo in luce l’importanza di un approccio che esalta il territorio, facendo leva su ogni elemento che contribuisce a definire l’identità culturale e storica dei prodotti locali. Questa sinergia sottolinea il legame profondo che intercorre tra il vino e la terra, celebrando la ricchezza di tradizioni che rendono unica la nostra regione.
La manifestazione ha così offerto un’occasione preziosa per apprendere e condividere la passione per un prodotto che sa rimanere fedele alle proprie radici, pur sapendo innovarsi e confrontarsi con il mondo. L’attenzione e la cura dedicate a ciascun aspetto dell’evento hanno trasformato la degustazione in un momento di grande impatto, capace di comunicare al di là delle mere parole il valore immenso di una cultura che sa alzare il sipario sulla bellezza e la complessità del territorio siciliano.