Il Pakistan ha dichiarato oggi di aver distrutto un sistema di difesa aerea indiano lanciando missili ipersonici in risposta a recenti attacchi contro basi militari. La rivendicazione, riferita alla distruzione di un sistema S-400 nella città di Adampur nel Punjab, è stata prontamente diffusa dai militari pakistani. Tuttavia, fonti della controparte indiana, riportate da un noto quotidiano, hanno messo in dubbio l’effettiva riuscita dell’operazione, sostenendo che il sistema non risulti danneggiato.
Reazioni e conferme contrastanti
Il governo di Islamabad ha affermato, mediante un post su X, di aver respinto gli attacchi contro tre basi militari senza causare vittime o danni significativi, dimostrando l’intenzione di proteggere il territorio, lo spazio aereo e la sicurezza nazionale. La retorica di difesa è stata accompagnata dalla determinazione di salvaguardare ogni centimetro di terra. Questa dichiarazione segue in risposta a vari attacchi indiani, in cui aveva già sottolineato l’importanza di intervenire prontamente per mantenere l’equilibrio nella regione.
Nei media pakistani si parla di numerosi obiettivi militari indiani che sarebbero stati colpiti e messi fuori combattimento, sebbene non siano state fornite ulteriori conferme da parte di Nuova Delhi. Contestualmente, l’Autorità aeroportuale pakistana ha comunicato tramite una nota su Facebook la chiusura dello spazio aereo per tutti i voli, mentre l’India ha disposto la sospensione dei voli in 32 aeroporti del nord e dell’ovest del Paese fino al 14 maggio.
Tensioni e avvertimenti
La situazione rimane particolarmente tesa, con Islamabad e Nuova Delhi che si scambiano accuse reciproche. Dopo aver denunciato attacchi precedenti riconducibili a operazioni armate indiane, il portavoce dell’esercito pakistano ha sottolineato che non è prevista alcuna de-escalation e che il Pakistan risponderà nel momento ritenuto opportuno ai presunti danni causati dall’altra parte. Si sostiene inoltre che i provvedimenti intrapresi siano finalizzati a proteggere gli interessi di entrambe le nazioni e, in particolare, a garantire la sicurezza in un contesto di alta tensione.
Nell’ambito di queste dinamiche, le autorità pakistane avevano denunciato una violazione della sovranità nazionale da parte dell’India nella scorsa settimana, attribuendo agli attacchi militari una funzione provocatoria in seguito a un attentato nel Kashmir. Durante una conferenza stampa, il portavoce del ministero degli Esteri di Islamabad ha fortemente criticato il comportamento di Nuova Delhi, sostenendo che i bombardamenti avrebbero causato vittime civili e compromettere infrastrutture essenziali, come moschee e una diga idroelettrica.
Interventi internazionali e colloqui
In un gesto teso a favorire il dialogo, il segretario di Stato degli USA Marco Rubio ha recentemente intrattenuto colloqui telefonici con alti rappresentanti di entrambe le nazioni. Durante i confronti, ha sollecitato una riduzione delle tensioni, facendo leva sulla necessità di avviare discussioni costruttive per prevenire ulteriori escalation. Anche i leader di India e Pakistan sono stati contattati per riaffermare l’importanza del dialogo diretto e dei meccanismi di comunicazione che possano evitare errori di calcolo nelle prossime ore.
Le forze pakistane hanno inoltre riferito nuovi episodi di attacchi con droni sul territorio indiano, interessando aree come Jammu, Samba e Pathankot nel vicino Punjab. Dal canto indiano, il ministero della Difesa ha condannato tali operazioni, denunciando il comportamento del Pakistan e segnalando che diversi droni sarebbero stati abbattuti nelle prime ore della giornata. Le autorità indiane hanno sottolineato la gravità degli avvenimenti, mettendo in evidenza come la sicurezza e la sovranità nazionali siano minacciate da continue provocazioni su più fronti.
Nel contesto di questi sviluppi, il panorama geopolitico del Sud Asia resta estremamente fluido e caratterizzato da scontri verbali e azioni militari. La corsa a rafforzare le proprie posizioni e a controllare il territorio continua, mentre la comunità internazionale osserva con preoccupazione l’escalation delle tensioni. La percezione globale è di un equilibrio pericoloso, dove ogni mossa potrebbe determinare ripercussioni significative per l’intera regione.