Putin proroga il cessate il fuoco per tre giorni tra dubbi ucraini e pressioni estere
Vladimir Putin ha annunciato l’istituzione di un nuovo cessate il fuoco della durata di tre giorni, in continuità con la sospensione delle ostilità concessa a Pasqua per 30 ore. Il Cremlino ha precisato che dal giorno 8 al giorno 11 maggio non si assisterà ad alcuna azione bellica, in prossimità della parata del 9 maggio, occasione in cui Mosca ricorda l’80° anniversario della vittoria sulla Germania nazista.
Reazioni internazionali e posizioni divergenti
L’atteggiamento adottato da Ucraina è stato di manifesta diffidenza, con le autorità di Kiev che hanno messo in dubbio la portata dell’interruzione, suggerendo la necessità di un armistizio della durata di trenta giorni anziché un breve intervallo. In parallelo, il presidente Donald Trump ha espresso, con toni velati, una certa perplessità, riservando un giudizio definitivo sulla questione per le successive due settimane, un segnale che ha suscitato non poche riflessioni a livello internazionale.
Strategie e dinamiche operative
La scelta di prorogare il cessate il fuoco temporaneo non rappresenta una novità nella strategia di Putin, la quale si accompagna alla prosecuzione delle operazioni militari e ad aperture cordiali al dialogo, sebbene condizionato da rigide premesse rivolte a Kiev, come evidenziato dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Questo approccio, volto a trasmettere un messaggio rassicurante, risulta tuttavia insufficiente per soddisfare le richieste del vertice della Casa Bianca.
Le dichiarazioni della portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, sottolineano l’obiettivo primario di ottenere un cessate il fuoco definitivo, volta a porre fine ai conflitti e alla perdita di vite umane, mentre le autorità statunitensi criticano la natura temporanea dell’iniziativa russa. Gli Stati Uniti, impegnati nel facilitare una risoluzione della controversa situazione ucraina, hanno espresso, attraverso il segretario di Stato e ufficiali diplomatici, la volontà di interrompere quella che viene definita una “guerra insensata”.
Risonanze europee
In ambito europeo, le posizioni assunte sono state caratterizzate da un’indubbia fermezza. Il presidente francese Emmanuel Macron ha delineato, in un’intervista, l’intenzione di intensificare la pressione su Russia nei giorni a venire, avanzando l’ipotesi di potenziali escalazioni e l’adozione di sanzioni. Questo scenario, considerato da varie nazioni europee, appare come un tassello essenziale per la ricerca di un armistizio permanente, sebbene la proposta non sia ancora stata accolta dalla Russia.

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