Dalle elezioni lampo a quelle pluriennali: le diverse durate dei conclavi papali

La durata del Conclave, che ha inizio il 7 maggio 2025, non è stabilita in anticipo, poiché il suo svolgimento prosegue fino all’elezione di un nuovo papa. Il periodo degli scrutini, determinante per raggiungere la maggioranza dei due terzi, ha storicamente condotto alla conclusione dell’assemblea in tempi variabili, sebbene in epoca moderna si sia solitamente attestata tra i 4 e i 5 giorni. In alcuni casi, l’intero procedimento è potuto concludersi in poche ore.

Eventi del Rinascimento

Un episodio particolarmente notevole si è verificato nella notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre del 1503, quando il conclave si concluse in circa 10 ore. Successivamente alla dipartita di Pio III, i cardinali si sono radunati per eleggere in tempi record Giulio II (Giuliano della Rovere, 1443-1513), il quale si sarebbe distinto come il 216º pontefice e patrono delle arti nel contesto rinascimentale, promotore della realizzazione della Basilica di San Pietro e fondatore dei Musei Vaticani.

Tempi recenti di elezione

Nel corso del XXI secolo, il Conclave ha evidenziato tempistiche particolarmente ridotte. Nel 2005, l’elezione di Benedetto XVI fu perfezionata in appena 26 ore mediante 4 scrutini, mentre il processo che portò alla nomina di Francesco richiese 36 ore, articolandosi su 5 scrutini.

Un caso eccezionale nel XIII secolo

Il conclave che si estese per 2 anni e 9 mesi, equivalenti a 33 mesi o 1.006 giorni, rappresenta uno dei casi più straordinari della storia. Svoltosi tra il 29 novembre 1268 e il 1º settembre 1271, esso si concluse con la nomina di Gregorio X. Durante il raduno a Viterbo, la mancata convergenza delle varie fazioni della Chiesa e degli stati europei, unitamente alle tensioni politiche, rallentò significativamente il procedimento elettorale. L’intervento conciliativo dell’imperatore del Sacro Romano Impero, Rodolfo I d’Asburgo, facilitò infine la scelta di Tedaldo Visconti, il quale adottò il nome di Gregorio X. Questo episodio segnò altresì l’origine dell’adozione del “Decretum de electione papae”, una riforma che ha imposto la celebrazione dei conclavi in ambienti isolati e sotto rigido controllo, al fine di evitare indebite interferenze esterne.

Le condizioni a Viterbo riportarono misure estremamente rigorose: i cardinali furono confinati, le provviste alimentari ridotte e persino la copertura del palazzo pontificio venne rimossa per favorire una decisione celere, esponendo i partecipanti alle intemperie. Questo episodio ha contribuito all’introduzione dell’attuale significato del termine “conclave”, dal latino “cum clave”, ovvero “chiuso a chiave”.

Il XX secolo e la rapidità elettorale

Nel corso del Novecento, le riunioni conclavistiche hanno generalmente registrato durate contenute. L’assemblea che portò all’elezione di Pio X nell’agosto del 1903 si concluse in 3 giorni, mentre nel settembre del 1914 il conclave che nominò Benedetto XV si estese per 5 giorni. Del medesimo modo, il raduno che scelse Pio XI nel 1922 durò 4 giorni, e il conclave relativo all’elezione di Pio XII nel marzo del 1939 si concluse in 3 giorni.

Il processo che vide la nomina di Giovanni XXIII nell’ottobre del 1958, durato 3 giorni, si rivelò inaspettato, considerando il suo status inizialmente qualificato da minore probabilità elettorale. L’epocale trasformazione della Chiesa, in parte grazie all’apertura e alle riforme del Concilio Vaticano II, fu ulteriormente consolidata dal successivo conclave che designò Paolo VI nel giugno del 1963, anch’esso conclusosi in 3 giorni.

Particolare attenzione merita il periodo del 1978: il conclave che determinò l’elezione di Giovanni Paolo I si concluse in 2 giorni, sebbene il suo pontificato si sia poi svolto in brevissimo tempo per motivi di salute. Inoltre, il conclave che sancì la nomina del carismatico Giovanni Paolo II, il primo pontefice non italiano da secoli, si protrasse per 4 giorni, rappresentando un importante punto di svolta con un impatto globale nell’espansione della Chiesa.