Studio padovano: approccio personalizzato con venetoclax in leucemia ultraottantenne

Recenti risultati scientifici, ottenuti attraverso una dettagliata indagine dal Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova, sottolineano il ruolo imprescindibile delle terapie biologiche in pazienti anziani affetti da leucemia linfatica cronica, anche in presenza di scenari clinici particolarmente complessi, tipici della fascia ultraottantenne.

Metodologia e analisi multidisciplinare

La ricerca, diffusa sulla rinomata rivista Blood, ha coinvolto un ampio campione di oltre 120 soggetti provenienti da 23 istituti su tutto il territorio nazionale. Tale studio rappresenta l’esame più esteso dedicato agli ultraottantenni sottoposti al trattamento con il medicinale venetoclax, somministrato in compresse, capace di agire in modo mirato sulla proteina BCL2, elemento cardine nella patogenesi e nell’eliminazione selettiva delle cellule neoplastiche.

Personalizzazione dell’approccio terapeutico

Le evidenze emerse hanno evidenziato una strategia terapeutica accuratamente modulata, contraddistinta da una graduale introduzione del farmaco e da un accurato decremento del dosaggio. Tale metodologia, fortemente improntata alla personalizzazione, ha consentito di ottimizzare la risposta antitumorale garantendo, al contempo, una contenuta incidenza degli effetti collaterali.

Sinergie collaborative e contributi innovativi

Il coordinamento scientifico a cura del Dott. Andrea Visentin ha permesso di instaurare un percorso terapeutico bilanciato, in cui il contributo di giovani ricercatori, come l’assegnista di ricerca Alessandro Cellini e lo specializzando Andrea Serafin, ha arricchito il progetto. Il supporto offerto da una nota associazione di volontariato ha, inoltre, rafforzato la sinergia multidisciplinare, confermando il consolidato prestigio internazionale del gruppo di Ematologia dell’AOU di Padova.