Spesa militare globale 2024: crescita costante, disparità nazionali e strategie di bilancio
Secondo gli ultimi dati diffusi da Sipri, nel corso del 2024 la spesa militare globale ha raggiunto la cifra di 2.718 miliardi di dollari, corrispondente a una quota del 2,5% del PIL mondiale, segnando un continuo incremento annuale a partire dal 2015.
Dinamiche dei singoli Paesi
L’analisi dei dati rivela che Ucraina ha destinato al settore della difesa il 34% del proprio PIL, mentre Israele e Algeria seguono con percentuali pari rispettivamente all’8,8% e all’8%. I maggiori aumenti in termini percentuali sono stati registrati nel PIL di Israele (+34% rispetto al 2023), nel Myanmar (ex Birmania, +3%) e nella Russia (+1,7%), evidenziando così una tendenza all’incremento globaale anche per le maggiori potenze militari.
Tendenze globali e riflessioni economiche
A livello planetario, le spese militari incidono per il 7,1% sul totale della spesa pubblica, raggiungendo un valore pro capite di 334 dollari, il massimo registrato dal 1990. Le due maggiori economie, rappresentate da Stati Uniti e Cina, contribuiscono complessivamente a quasi la metà della spesa complessiva mondiale (49%).
In riferimento all’incremento annuo, il dato più rilevante proviene da Israele che, con un balzo del 65% rispetto all’anno precedente, si conferma come leader in termini di variazione percentuale, seguito dalla Russia, che si posiziona al quarto posto con un aumento del 38%.
Bilanci e strategie finanziarie nei Paesi NATO
Nel contesto dell’alleanza nord-atlantica, i 32 membri hanno complessivamente ammortizzato una spesa pari a 1.506 miliardi di dollari, rappresentativa del 55% della spesa militare globale. In particolare, i Paesi europei della NATO hanno sostenuto un investimento di 454 miliardi di dollari, corrispondente ad una crescita del 2% rispetto all’anno precedente e pari al 30% del totale mondiale, con la Germania in testa per importanza, essendo il quarto Paese al mondo con un impegno di 88,5 miliardi di dollari (1,9% del PIL).
Alcuni governi dell’Unione Europea hanno attuato una riallocazione delle risorse finanziarie, riducendo investimenti in altri settori, come il taglio nei programmi di assistenza allo sviluppo nel Regno Unito, che ha visto una diminuzione dal 0,5% allo 0,3% del PIL. Strategie alternative sono state adottate in Polonia, che ha emesso obbligazioni per finanziare un fondo speciale dedicato alle forze armate, oppure in Francia dove i risparmi privati sono stati impiegati, mentre Estonia e Germania hanno optato per una maggiore flessibilità in termini di indebitamento. Inoltre, l’Unione Europea ha avanzato proposte per modulare le regole sul deficit fiscale, nonché per impiegare gli strumenti messi a disposizione dalla Banca Centrale Europea al fine di agevolare gli investimenti nel settore della difesa.
L’evoluzione delle scelte di spesa militare e le relative misure di finanziamento rappresentano un quadro complesso, in cui l’aumento degli investimenti in difesa impone inevitabilmente una riconfigurazione delle priorità di bilancio, con ripercussioni su numerosi ambiti economici e sociali.

Cerchi qualcosa in particolare?
Pubblichiamo tantissimi articoli ogni giorno e orientarsi potrebbe risultare complicato.
Usa la barra di ricerca qui sotto per trovare rapidamente ciò che ti interessa. È facile e veloce!