Lavoro non regolamentato e sicurezza inadeguata: dati di Eurispes e Inail
Le più recenti analisi condotte dall’Eurispes rivelano come il fenomeno del lavoro non regolamentato costituisca una realtà pervasiva, dato che ben il 40,5% dei lavoratori ha sperimentato almeno una volta l’assenza di un regolare contratto. In parallelo, una consistente fetta della forza lavoro, pari a circa un terzo, evidenzia gravi carenze in termini di sicurezza operativa durante le attività professionali.
Esigenze inaccettabili nei luoghi di lavoro
Il dato del 33,8% degli addetti che hanno riferito condizioni lavorative inadatte – ambienti non conformi, mansioni ad alto rischio ed altri elementi insostenibili – sottolinea l’urgenza di interventi mirati. In alcune aree, tale criticità risulta ancora più preoccupante, con percentuali del 40% nelle regioni insulari e del 39% in alcune zone meridionali, dove le condizioni di sicurezza appaiono particolarmente deficitari.
Riflessioni sui dati storici e attuali
L’analisi proposta dall’Eurispes richiama alla memoria uno studio condotto nel 2007, durante il quale il presidente Gian Maria Fara evidenziò un parallelo inquietante tra il numero di incidenti sul lavoro e quello delle vittime in contesti bellici. In quell’epoca, i dati dimostravano un numero di mortalità professionale superiore a quello riscontrato fra le forze armate durante le operazioni della coalizione nel periodo compreso tra l’inizio della seconda guerra del Golfo nel 2003 e il 2007.
Ad oggi, l’inquadramento numerico non sembra aver registrato un miglioramento sostanziale, sottolineando la necessità di potenziare le misure volte a garantire una tutela adeguata per chi esercita attività lavorative. A conferma di tali preoccupazioni, i dati forniti dall’Inail attestano che nel corso del 2024 si sono verificati 1.090 incidenti mortali, con un incremento del 4,7% rispetto all’anno precedente, oltre a 589.571 segnalazioni di infortuni, su un totale di circa 24 milioni 222mila occupati registrati a gennaio 2025.
Verso una maggiore cultura della sicurezza
Il complesso apparato normativo a tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro, che comprende una molteplicità di leggi statali e regolamenti specifici emanati dagli enti preposti, risulta particolarmente dettagliato. Tali disposizioni, applicabili a vari settori economici e categorie professionali, mirano al controllo nell’utilizzo di strumenti, sostanze e apparecchiature durante l’intero processo produttivo. Il confronto tra il ricostruito quadro legislativo e l’elevato numero di incidenti e decessi evidenzia un emergente problema sociale, esigendo un impegno corale per una revisione delle pratiche aziendali in materia di sicurezza.
Una strategia finalizzata all’incremento sia della frequenza che della qualità dei controlli, unitamente a politiche di prevenzione mirate alla formazione e alla consapevolezza del rispetto sistematico delle procedure, si configura come imprescindibile. Tale approccio, tuttavia, non può prescindere dal coinvolgimento attivo degli stessi imprenditori, particolarmente nelle realtà di piccole e medie dimensioni, dove l’investimento in sicurezza risulta spesso ostacolato da condizioni finanziarie critiche. Va altresì osservato che settori ritenuti ad alto rischio, come l’edilizia e l’agricoltura, presentano una maggiore incidenza di incidenti, evidenziando una sovrapposizione significativa tra il fenomeno del lavoro non formalizzato e quello degli infortuni professionali.

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