Fusione Mediobanca e Banca Generali: strategie su wealth management, multipli e sinergie
La proposta di operazione con Banca Generali si rivela strategica, in quanto consentirebbe alla nuova entità Mediobanca-Banca Generali di concentrarsi maggiormente sul wealth management, segmento che tradizionalmente beneficia di valutazioni più elevate per la sua trasparenza e stabilità dei risultati. In tale contesto, le dinamiche di mercato indicano la possibilità che la struttura post-fusione possa operare con multipli superiori di almeno il 20-30% rispetto agli standard recenti.
Proiezioni di mercato e valutazione
L’analista finanziario Fabio Caldato, Portfolio Manager presso AcomeA Sgr, evidenzia che il rapporto prezzo/utile potrebbe aggirarsi intorno alle 12-14 volte, in linea con una posizione di sconto rispetto ad altre realtà del settore, come nel caso di Fineco. Inoltre, le previsioni indicano un utile consolidato per Mediobanca pari a 1,5 miliardi di euro, prospettiva che potrebbe rendere gli azionisti meno inclini ad accettare le proposte avanzate da altri operatori del mercato, dato che si prospetta un notevole incremento del price to book.
Contesto strategico e implicazioni competitive
In relazione alle recenti vicende, l’operazione appare strettamente connessa alle problematiche sollevate da Mps. L’esperienza pregressa del progetto di fusione tra Mediobanca e Banca Generali, in passato emerso per poi essere accantonato, alimenta per alcuni analisti forti dubbi circa l’autonomia dell’iniziativa dagli eventi correnti. La determinazione a proteggere Mediobanca dalle pressioni di Mps potrebbe aver influenzato in modo determinante l’atteggiamento dei vertici aziendali.
Il connubio tra le due istituzioni comporterebbe un ingrandimento dell’obiettivo, rendendo praticamente inattuabile un’eventuale operazione da parte di Mps. Un elemento di particolare rilievo risiede nel tempismo dell’annuncio, che coincide con lo svolgimento, a soli un giorno lavorativo di distanza, dell’assemblea di Assicurazioni Generali, la cui votazione era decisiva per il prosieguo delle operazioni.
Prospettive future e valutazioni quantitative
Nell’orizzonte della fusione, si intravede la formazione di un attore di rilievo nazionale nel settore del risparmio gestito, un assetto che risponde a interessi di rilevanza nazionale. Questa configurazione permetterebbe altresì a Mps di rivalutare una possibile alleanza con Banco Bpm, eliminando elementi di intralcio con il supporto implicito dell’azione governativa. Il quadro complesso, tuttavia, lascia spazio a interrogativi circa il ruolo di Unicredit; in particolare, rimane incerto se Orcel opterà per una stretta definizione con Banco Bpm o privilegerà la strategia con la tedesca Commerzbank.
L’operazione viene interpretata come un’operazione non aggressiva. Gli azionisti di Banca Generali sono consapevoli da tempo della destinazione futura dell’istituto in veste di un prezioso strumento di scambio. Il cambio in azioni della rinomata Mediobanca si accompagna a un progetto di progresso credibile, con sinergie stimate attorno ai 300 milioni di euro e un rendimento di dividendo annuo attestato intorno al 7%.

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