Poveri, detenuti e persone trans rendono omaggio a papa Francesco a Santa Maria Maggiore
All’ingresso della Basilica di Santa Maria Maggiore, il feretro di papa Francesco è stato accolto da coloro che la società spesso relega ai margini: poveri, detenuti, persone trans e appartenenti alla comunità rom. Questi individui, frequentemente definiti come gli ‘ultimi’, hanno reso omaggio al Pontefice stringendo tra le mani una rosa bianca, simbolo di rispetto e riconoscenza.
L’omaggio degli esclusi
La presenza di queste persone rappresenta un segno tangibile dell’impegno di Bergoglio verso chi è vittima della cosiddetta “cultura dello scarto”. La scelta di essere tumulato proprio in questa basilica sottolinea ulteriormente il legame profondo che il Papa ha sempre mantenuto con chi vive situazioni di fragilità e marginalità sociale.
Una testimonianza di gratitudine
Tra i presenti, Tamara, esponente di un’associazione che si occupa di persone trans e rom nella Capitale, ha espresso parole di intensa gratitudine: “Sono stata fortunata a essergli vicina, è stata un’emozione grandissima. Ha aperto una porta, sempre presente con noi e spero che questo continui. È stato un privilegio perché ci ha aiutato a livello economico, ci ha aperto le porte della Chiesa perché prima per noi era tutto chiuso, non eravamo accettati ma grazie a lui abbiamo un altro tipo di prospettiva e la gente ci vede in modo diverso”.
Le sue parole riflettono il profondo impatto che l’azione pastorale di papa Francesco ha avuto su chi, fino a poco tempo fa, si sentiva escluso sia dalla società sia dalla comunità ecclesiale. La sua vicinanza concreta e la capacità di ascolto hanno rappresentato per molti una svolta, offrendo nuove possibilità di integrazione e dignità.

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