New York e 11 Stati contro Trump per dazi illegittimi, Cina e Ue rispondono sul commercio e energia
New York, insieme a undici altri Stati federali, ha intrapreso un procedimento giudiziario contro Donald Trump in merito alla sua politica tariffaria, ritenuta illegittima e responsabile di aver compromesso la stabilità economica degli Stati Uniti. Nel documento legale presentato presso il tribunale per il commercio internazionale di New York, si sostiene che le decisioni relative ai dazi siano state adottate in base a impulsi personali, piuttosto che in conformità con le prerogative legali previste.
Le motivazioni del ricorso e le questioni costituzionali
Il ricorso, promosso da New York e supportato da Stati quali Oregon, Arizona, Colorado, Connecticut, Delaware, Illinois, Maine, Minnesota, Nevada, New Mexico e Vermont, contesta l’applicazione da parte dell’ex presidente dell’International Emergency Economic Powers Act. Tale normativa ha consentito a Trump, dichiarando una minaccia straordinaria e insolita, di imporre dazi senza il preventivo consenso del Congresso, organo al quale la Costituzione attribuisce la competenza esclusiva in materia tariffaria. Nel testo si denuncia come l’imposizione unilaterale di dazi elevati e variabili su prodotti importati abbia alterato l’ordine costituzionale, generando un clima di instabilità economica a livello nazionale, richiamando inoltre analoghe iniziative legali già intraprese dallo Stato della California.
Preoccupazioni del settore distributivo e la replica di Trump
Recenti rivelazioni hanno portato alla luce le apprensioni manifestate in incontri riservati tra il presidente e i vertici delle principali catene distributive statunitensi. Questi ultimi hanno espresso timori riguardo agli effetti deleteri della politica commerciale, in particolare per i dazi al 145% sulle merci provenienti dalla Cina, che potrebbero determinare un incremento dei prezzi entro un breve arco temporale e interrompere le catene di approvvigionamento, con conseguente svuotamento degli scaffali nei grandi magazzini. In risposta, Trump ha affermato attraverso la sua piattaforma social che i prezzi di benzina e generi alimentari sono diminuiti in modo significativo, citando un calo dell’87% nel costo delle uova, prodotto simbolo delle tensioni inflazionistiche che hanno alimentato il malcontento dei consumatori.
La posizione cinese e le istanze per un dialogo costruttivo
Dal fronte cinese, il portavoce del ministero del Commercio, He Yadong, ha ribadito che l’incremento unilaterale dei dazi è stato avviato dagli Stati Uniti e che per risolvere la controversia è indispensabile che Washington accolga le richieste della comunità internazionale e delle forze interne al Paese, eliminando integralmente le misure unilaterali e favorendo un confronto equo. L’abuso delle tariffe è stato definito una violazione dei principi fondamentali dell’economia di mercato. Parallelamente, il portavoce del ministero degli Esteri, Guo Jiakun, ha sottolineato che qualora gli Stati Uniti intendano perseguire una soluzione negoziata, devono rinunciare alla strategia della pressione massima, cessare minacce e coercizioni e impegnarsi in un dialogo fondato su parità, rispetto e reciprocità. Tali dichiarazioni sono state rilasciate in risposta a indiscrezioni secondo cui i dazi sui prodotti cinesi potrebbero essere ridotti dall’attuale 145% a una forbice compresa tra il 50 e il 65%.
Le prospettive energetiche e il ruolo strategico del GNL statunitense
Nel contesto della sicurezza energetica, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato durante un summit tenutosi a Londra l’importanza strategica delle importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) provenienti dagli Stati Uniti per l’Unione Europea. Von der Leyen ha annunciato l’imminente presentazione di una tabella di marcia contenente misure concrete volte a porre fine progressivamente alle importazioni di combustibili fossili russi, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza da una potenza ostile. Ha inoltre ricordato come gli Stati Uniti abbiano fornito tempestivamente GNL nel momento di maggiore crisi, unitamente al contributo di altri Paesi quali Norvegia, Giappone e Repubblica di Corea, che hanno collaborato per garantire la sicurezza energetica a breve termine. Queste alleanze, comprese le forniture statunitensi di GNL, continuano a rappresentare un elemento di rilievo strategico per l’Unione.

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