Levanzo, isola intatta delle Egadi tra natura, storia e la Grotta del Genovese
Levanzo si presenta come un’isola dal carattere autentico e intatto, immersa in un’atmosfera sospesa che sembra sospendere il fluire del tempo. Collocata nel cuore del Mediterraneo, questa perla delle isole Egadi si erge su acque limpide e cristalline, accogliendo il visitatore con un’attesa carica di suggestione durante l’approdo via aliscafo.
Un’isola di silenzi e paesaggi incontaminati
Rinomata come la più romantica tra le Egadi, Levanzo si distingue per la predominanza assoluta del silenzio, della natura preservata e di un paesaggio di rara bellezza. Tale scenario è magistralmente narrato nel documentario “Levanzo. L’isola che non c’è”, trasmesso in prima visione su Rai 5. Il nome originario, Phorbantia, di derivazione greca, sembra richiamare la rigogliosa vegetazione erbacea che un tempo caratterizzava l’isola. L’attuale denominazione, invece, rimane avvolta in un alone di mistero, con ipotesi che la collegano al tradizionale sistema di estrazione dell’acqua dal suo unico pozzo, noto come “levare in su”.
Profilo geografico e ambientale
Situata a una distanza di soli 12 chilometri dalla città di Trapani, equivalenti a circa 7 miglia nautiche, Levanzo si estende su una superficie di appena 5 chilometri quadrati, risultando così la più piccola e la più prossima alla costa tra le isole Egadi. Le acque circostanti, di una trasparenza quasi irreale, e i fondali sono inclusi nell’area marina protetta delle Isole Egadi, la più vasta d’Europa. La costa si caratterizza per la presenza di numerose grotte e insenature, modellate dalla composizione prevalentemente calcarea delle rocce bianche che ne definiscono il profilo.
Il borgo e l’insediamento umano
Il centro abitato si concentra intorno a Cala Dogana, un piccolo agglomerato costituito da una strada di circa 200 metri e da poche abitazioni tinteggiate di bianco con infissi blu. Dal mare, questo borgo si presenta come un presepe, privo di automobili, dove il silenzio è interrotto soltanto dal rumore delle onde che si infrangono sugli scogli e dal richiamo incessante dei gabbiani, che superano in numero gli stessi abitanti. Proseguendo oltre il porto, verso Pizzo Monaco, il promontorio più elevato dell’isola con i suoi 270 metri sul livello del mare, si apre una vista panoramica di incomparabile suggestione.
Origini storiche e testimonianze archeologiche
Le origini di Levanzo affondano nella preistoria: nel Paleolitico l’isola era connessa a Favignana da un istmo di terra. L’innalzamento del livello marino intorno al 6000 a.C. provocò l’isolamento dell’isola, che rimase disabitata da popolazioni umane, incapaci di navigare, e abitata esclusivamente da piccoli mammiferi e uccelli. Solo intorno al 1200 a.C. l’isola riaffiora nella storia grazie ai primi reperti archeologici rinvenuti nelle Egadi. Nonostante le sue dimensioni contenute, conserva un patrimonio storico-culturale di rilievo, tra cui spicca la presenza di una torre saracena.
La Grotta del Genovese: un patrimonio archeologico di rilievo
La fama di Levanzo è strettamente legata alla Grotta del Genovese, uno dei siti archeologici più antichi e significativi d’Italia. Facilmente accessibile, questa cavità ospita pitture rupestri e graffiti risalenti al Paleolitico superiore, datati intorno al 9680 a.C. Le raffigurazioni rappresentano animali che l’uomo primitivo auspicava di cacciare e figure impegnate in danze rituali, suggerendo che la grotta fosse un luogo sacro, connesso a pratiche magico-religiose delle prime comunità umane.
Un paesaggio di straordinaria suggestione
All’uscita dalla grotta, il panorama si apre su un connubio di mare e cielo tinto di un blu profondo, con l’isola di Marettimo che si staglia all’orizzonte e una moltitudine di gabbiani che volteggiano incessantemente. Il ritmo lento della vita e le sfumature cromatiche del tramonto presso il Faraglione, uno dei luoghi più amati dell’isola, suscitano un senso di meraviglia e stupore. È sorprendente constatare come un sito così prossimo al mondo moderno possa conservare un’integrità e una purezza quasi oniriche.
Un patrimonio da salvaguardare
Spesso oscurata dalla fama di Favignana, Levanzo si configura come un autentico scrigno da tutelare. I pochi abitanti, profondamente legati al territorio, trovano sicurezza in questo angolo di natura incontaminata. L’essenza dell’isola risiede proprio in questa condizione di presenza e al contempo di rarefazione, che conferisce a Levanzo un fascino unico e irripetibile.

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