Nel corso di un’intervista rilasciata all’Adnkronos Salute, Silvio Viale, consigliere comunale a Torino appartenente al gruppo Europa/Radicali e ginecologo responsabile del Day hospital per la legge 194 presso l’ospedale Sant’Anna della stessa città, ha espresso un giudizio critico nei confronti di Papa Francesco. Ricordando alcuni episodi, ha dichiarato di essere stato più volte chiamato “sicario” dal Pontefice, in relazione al suo ruolo di medico che si occupa di interventi di interruzione di gravidanza. Tuttavia, Viale ha sottolineato di perdonare le parole di Francesco, precisando che non ha alcun problema nel rispettare le posizioni della Chiesa sul tema, purché queste rimangano nel loro ambito. Per lui, ciò che conta è che si rispetti una legge dello Stato, e che le scelte siano conformi alle normative vigenti.
Le posizioni della Chiesa e la sua visione personale
Viale ha evidenziato come, su altri argomenti, abbia condiviso alcuni punti di vista, ma ha anche riconosciuto che Papa Francesco si mantiene su posizioni conservatrici riguardo alla sessualità e ai diritti civili. In particolare, il ginecologo ha ricordato come le posizioni papali non siano sempre state universali o condivise da tutti i medici e operatori sanitari coinvolti nel settore. La sua critica si è concentrata anche sui medici che garantiscono l’applicazione della legge 194, definendoli “sicari” in un’espressione che, secondo lui, rappresenta un insulto grave per circa 1.500 professionisti in Italia, tra ginecologi ospedalieri pubblici e altri operatori autorizzati all’interruzione di gravidanza.
Le implicazioni e le interpretazioni delle parole di Papa Francesco
Viale ha sottolineato come l’uso del termine “sicari” rappresenti un attacco diretto non solo ai medici, ma anche alle donne che scelgono di interrompere la gravidanza. In particolare, ha evidenziato come questa definizione sia gravemente offensiva e possa condannare chi si occupa di questa pratica, soprattutto in un contesto in cui l’aborto farmacologico ha reso più semplice e meno invasiva l’interruzione di gravidanza. Mentre nell’aborto chirurgico è il ginecologo a procedere direttamente, nell’aborto farmacologico è la donna stessa a assumere le pillole, con tutte le implicazioni che ciò comporta.
Le differenze di vedute su altri temi e la posizione sulla società
Pur manifestando la sua contrarietà alle posizioni papali sull’aborto, Viale ha dichiarato di non avere difficoltà ad appoggiare altre tematiche condivise, come la gestione dei detenuti e le politiche migratorie. Tuttavia, ha rimarcato come, secondo lui, la misoginia della Chiesa non sia mutata con l’arrivo di Papa Francesco, anche se si sono fatti passi avanti, come il permesso alle bambine di fare da chierichette. Quanto all’omosessualità, il ginecologo ha osservato che, se da un lato si è assistito a un superamento della condanna a parole, l’accoglienza piena rimane ancora un obiettivo lontano. In definitiva, la sua critica si concentra sulla incompletezza delle aperture della Chiesa sui diritti civili, mantenendo una posizione conservatrice che, secondo lui, limita il pieno riconoscimento delle libertà individuali.