In un contesto globale segnato da tensioni crescenti, conflitti e ingiustizie, Papa Francesco emerge come l’unica figura capace di rappresentare una nota di speranza autentica, in grado di attraversare le barriere di un mondo sempre più travolto da venti di guerra e squallore politico. La sua presenza, secondo alcuni commentatori, meriterebbe un riconoscimento popolare che vada oltre le consuete manifestazioni, fino a un vero e proprio grido di solidarietà: “Papa da fare Santo subito”. Un’espressione che sottolinea l’ammirazione e il rispetto di molti, anche di fronte ai silenzi assordanti di figure di rilievo internazionale come Netanyahu e Musk.
Mentre il primo ha scelto di cancellare il cordoglio ufficiale di Israele, il comportamento del secondo rimane inspiegabile, considerando anche il recente incontro tra Musk e Papa Francesco, che ha suscitato non poche perplessità. Le posizioni di Musk, infatti, sembrano distanti anni luce da quelle del Pontefice, e la loro divergenza appare evidente, anche alla luce di un rapporto che, fino a poco tempo fa, sembrava più aperto e collaborativo. La coerenza tra le parole e le azioni di figure di rilievo internazionale resta un tema centrale nel dibattito pubblico, e questa discrepanza alimenta le critiche e le riflessioni sulla reale influenza di tali personalità.
A commentare questa situazione, con un’attenzione particolare ai prossimi eventi, è Giancarlo Infante, membro della segreteria di Insieme, partito di ispirazione cristiana vicino a Bergoglio e alla Conferenza episcopale italiana. Ricordando il momento della sua fondazione, benedetto dal Cardinale Giovanni Battista Re, Infante sottolinea come il giorno del funerale di Papa Francesco sarà caratterizzato da un’ampia partecipazione, anche se non mancheranno le contestazioni. “Sabato a San Pietro vedremo un numero consistente di persone che, pur criticando e ignorando il suo insegnamento, si presenteranno per rendere omaggio”, afferma.
Tra le personalità che hanno avuto atteggiamenti critici nei confronti del Papa, si ricordano Milei, che lo ha offeso, e Donald Trump, che, nel primo momento dopo la morte di Francesco, si limitò a un freddo “che riposi in pace”, per poi tentare di strumentalizzare l’evento di portata mondiale. La decisione di Trump di recarsi a Roma per i funerali, annunciata poco dopo, alimenta le speculazioni su un possibile tentativo di usare l’evento come palcoscenico diplomatico, con la partecipazione di figure come Zelensky e von der Leyen, interessate a incontri con Trump e altri leader.
Infante evidenzia come, in questa fase, la stampa italiana tenda a concentrarsi esclusivamente sull’incontro con la presidente Meloni, rischiando di distogliere l’attenzione dal significato profondo di un momento storico come il funerale di Francesco. “Il rischio è che si trasformi in un palcoscenico diplomatico, con le grandi potenze che cercano di sfruttare l’evento per i propri interessi”. Tuttavia, la vera essenza di questa giornata, secondo il segretario di Insieme, risiede nella partecipazione di gente comune, che ha già manifestato il suo rispetto e la sua umanità attraverso un silenzioso pellegrinaggio verso Piazza San Pietro, appena si è diffusa la notizia della morte del Papa.
“La popolazione, spesso indifferente alle banalizzazioni mediatiche, si è mostrata autenticamente consapevole e rispettosa”, commenta Infante. La semplicità delle parole di Re Carlo III, che ha definito Francesco “seguace fedele di Gesù Cristo”, e le parole di Rowan Williams, ex Primatista della Chiesa d’Inghilterra, che ha colto la continuità tra gli insegnamenti di Francesco e quelli di Papa Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, rappresentano un segnale di rispetto e riconoscimento di un percorso spirituale che ha attraversato diverse epoche e culture. In un mondo spesso diviso, la testimonianza di un popolo semplice e consapevole si rivela più forte di ogni strumentalizzazione.
Il portavoce di un partito politico in stretta vicinanza con Papa Francesco ha concluso il suo intervento affermando che tutte le altre questioni devono essere affidate alla competenza dei nostri stimati commentatori nazionali. La dichiarazione sottolinea l’importanza di lasciare agli esperti e agli analisti italiani il compito di approfondire e interpretare gli aspetti più complessi di questa vicenda, lasciando così spazio a un dibattito qualificato e autorevole. La posizione espressa riflette una volontà di mantenere un profilo istituzionale e di affidarsi alle competenze interne per affrontare le tematiche di maggiore rilevanza pubblica.