Il legame speciale tra Papa Francesco e l’ottico Alessandro Spiezia: dieci anni di incontri, gesti e ricordi nel cuore di Roma

Per oltre un decennio, Alessandro Spiezia, storico ottico romano con bottega in via del Babuino a pochi passi da piazza del Popolo, ha vissuto un’esperienza unica e irripetibile: quella di accogliere tra i suoi clienti più affezionati Papa Francesco. Dal 2015, infatti, il Pontefice ha scelto l’ottica Spiezia come punto di riferimento per la cura della propria vista, instaurando con il titolare un rapporto che ha travalicato la semplice relazione professionale, trasformandosi in un legame umano profondo e sincero.

“Alessandro, buongiorno, sono Papa Francesco”: così iniziavano le telefonate con cui Jorge Mario Bergoglio prenotava personalmente le sue visite. Ogni volta, per Spiezia, si trattava di un momento di grande emozione, tanto da definirlo un vero e proprio “collasso cerebrale”. In oltre cinquant’anni di attività, l’ottico non aveva mai vissuto nulla di simile, e considera ancora oggi un “dono della Provvidenza” aver potuto accogliere il Santo Padre nel proprio negozio.

Un rapporto fatto di semplicità, affetto e piccoli gesti

Nel corso degli anni, tra Alessandro Spiezia e Papa Francesco si è consolidato un rapporto caratterizzato da affetto, cordialità e reciproca stima. L’ottico ricorda con commozione la semplicità e la bontà che il Pontefice ha sempre dimostrato, sottolineando come in dieci anni abbia ricevuto dal Papa molto più di quanto pensasse di meritare.

Il legame si è nutrito di attenzioni discrete e gesti affettuosi: il Santo Padre non dimenticava mai di fare gli auguri di compleanno a Spiezia e, ogni volta che l’ottico si recava a Santa Marta per consegnare gli occhiali, riceveva in dono cioccolatini, caramelle e libri. Questi piccoli segni di considerazione hanno reso il rapporto tra i due ancora più speciale, andando ben oltre la consueta relazione tra cliente e fornitore.

Le visite, le telefonate e l’attenzione per l’altro

Un episodio particolarmente significativo risale al 3 luglio 2024, quando Papa Francesco telefonò a Spiezia per chiedere un consulto in merito alla sostituzione delle lenti degli occhiali, necessaria per correggere la presbiopia. L’ottico si offrì di raggiungere il Pontefice a Santa Marta, ma il Papa, con la consueta delicatezza, rifiutò: “No, Alessandro, siccome lei è venuto qui già tre volte, non voglio disturbarla”. Qualche giorno più tardi, fu invece il Santo Padre a recarsi personalmente in auto presso l’ottica di via del Babuino, dove si trattenne per circa mezz’ora, conversando amabilmente con tutta la famiglia Spiezia.

L’ultimo incontro diretto tra i due risale all’11 dicembre, quando Alessandro Spiezia, insieme ad altri medici, ricercatori e imprenditori, fu ricevuto in udienza privata dal Pontefice. L’ottico ricorda con emozione il sorriso che Papa Francesco gli rivolse appena lo vide, un gesto che non passò inosservato agli altri presenti.

Un ricordo indelebile e un’eredità umana

Recentemente, Spiezia si è recato nuovamente a Santa Marta per portare in dono una colomba accompagnata da un biglietto di auguri. Nonostante il desiderio di incontrare il Santo Padre, non gli fu possibile vederlo, ma l’ottico confessa di aver sentito “il bisogno profondo di rivederlo”.

Per Alessandro Spiezia, la figura di Papa Francesco rappresenta molto più di un illustre cliente: “È come se avessi perso un secondo padre”, afferma con commozione. L’ottico del centro storico romano sottolinea come il Pontefice abbia saputo cambiare radicalmente la mentalità del Vaticano, prediligendo la semplicità e l’attenzione verso le persone umili. “Ho sempre detto e continuerò a dirlo: lui non è il Papa, ma è il papà del mondo, perché lui voleva bene a tutto e a tutti”.

Il ricordo di questi dieci anni di incontri, telefonate e gesti rimarrà per sempre impresso nella memoria di Alessandro Spiezia, testimone privilegiato di un rapporto umano raro e prezioso, nato nel cuore di Roma tra le mura di una storica ottica e destinato a lasciare un segno indelebile.