Putin proclama una tregua pasquale nel conflitto ucraino: sospensione delle operazioni militari annunciata dal Cremlino
Nel pomeriggio di sabato 19 aprile, il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha reso noto un provvedimento di particolare rilievo nell’ambito della guerra in Ucraina. Secondo quanto riportato dall’agenzia Tass, il capo del Cremlino ha disposto la sospensione totale delle attività militari russe a partire dalle ore 18 (ora di Mosca) del 19 aprile, fino alla mezzanotte del 21 aprile. Tale decisione, comunicata ufficialmente durante un incontro con il capo di Stato Maggiore, Valery Gerasimov, si inserisce nel contesto delle celebrazioni della Pasqua ortodossa, festività di profondo significato per la popolazione russa e slava.
“Il mio ordine è di fermare tutte le azioni militari per questo periodo”, ha dichiarato Putin nel corso del colloquio con Gerasimov. Tuttavia, il presidente russo ha sottolineato la necessità di mantenere un elevato livello di vigilanza da parte delle forze armate, invitando i militari a restare pronti a fronteggiare eventuali violazioni della tregua da parte ucraina. “Le nostre truppe devono essere pronte a respingere qualsiasi provocazione o aggressione da parte del nemico”, ha ribadito il leader del Cremlino, evidenziando come la sospensione delle ostilità non debba tradursi in un abbassamento della guardia.
La tregua come gesto umanitario e il silenzio di Kiev
L’iniziativa, presentata da Mosca come un atto di natura umanitaria, giunge in un momento di particolare tensione lungo le regioni di confine tra Russia e Ucraina, dove si sono registrate numerose incursioni e attacchi nelle ultime settimane. La scelta di annunciare la tregua proprio alla vigilia della Pasqua ortodossa assume un valore simbolico, sottolineando la volontà di concedere una pausa alle ostilità in occasione di una ricorrenza religiosa molto sentita. Al momento, da parte delle autorità ucraine non è giunta alcuna risposta ufficiale in merito alla proposta di cessate il fuoco avanzata dal Cremlino.
Durante il medesimo incontro con Putin, il capo di Stato Maggiore Valery Gerasimov ha fornito un aggiornamento sulla situazione militare nella regione di Kursk. Secondo quanto riferito da Gerasimov, le forze armate russe avrebbero riconquistato il 99,5% del territorio precedentemente occupato dall’esercito ucraino. “Nei distretti della regione di Kursk che avevano subito un’invasione da parte delle forze armate ucraine, la maggior parte del territorio è stata ora liberata. Parliamo di 1.260 chilometri quadrati, ovvero il 99,5% della zona occupata”, ha dichiarato il generale, sottolineando i recenti successi militari ottenuti dalle truppe russe.
Il contesto delle operazioni e le tensioni al confine
L’annuncio della tregua pasquale si inserisce in un quadro di crescente instabilità, caratterizzato da un’intensificazione delle operazioni militari e da frequenti denunce di attacchi ucraini nelle aree di confine. Mosca continua a segnalare incursioni e azioni ostili provenienti dal territorio ucraino, fenomeni che si sono accentuati con l’aggravarsi del conflitto negli ultimi mesi. In questo scenario, la sospensione temporanea delle ostilità viene presentata dalle autorità russe come un tentativo di favorire una pausa umanitaria, pur mantenendo alta l’attenzione su possibili rischi di nuove escalation.
La decisione di Vladimir Putin di ordinare la cessazione delle operazioni militari per la durata delle festività pasquali rappresenta dunque un passaggio significativo nella gestione del conflitto, sia dal punto di vista simbolico che operativo. Resta da vedere quale sarà la reazione di Kiev e se la tregua annunciata dal Cremlino troverà effettiva applicazione sul terreno, in un contesto segnato da profonde divisioni e da una persistente incertezza sul futuro della regione.

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