Un trapianto di fegato da record a Padova: la donatrice più anziana d’Italia e il successo della sanità veneta
Un evento di portata storica ha avuto luogo presso l’Azienda Ospedale-Università di Padova, dove è stato effettuato un trapianto di fegato utilizzando l’organo di una donna di 99 anni, la più anziana donatrice mai registrata in Italia. L’intervento, eseguito la notte scorsa, ha permesso di salvare la vita di un paziente che ora versa in buone condizioni, come comunicato ufficialmente dalla Regione Veneto. Questo risultato rappresenta un nuovo primato per la medicina e la chirurgia dei trapianti, sottolineando la capacità della comunità scientifica veneta di superare ogni limite quando si tratta di tutelare la salute e la vita delle persone.
Il riconoscimento delle istituzioni e il ruolo dell’équipe medica padovana
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha voluto celebrare pubblicamente questo straordinario traguardo, definendolo un intervento che incarna il volto migliore della sanità veneta. In una nota ufficiale, Zaia ha espresso il suo più sentito ringraziamento e i complimenti al professor Umberto Cillo, al professor Enrico Gringeri, al dottor Demetrio Pittarello e a tutta l’équipe della Chirurgia epatobiliopancreatica e dei trapianti di fegato dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, sottolineando il valore storico dell’operazione. Il governatore ha inoltre rimarcato come questo successo sia il frutto di una comunità scientifica che lavora con serietà, preparazione e passione, capace di raggiungere risultati di eccellenza grazie a competenza, dedizione e spirito di innovazione.
La tecnica Dcd e l’innovazione della cardiochirurgia padovana
La donazione del fegato è avvenuta secondo la modalità Dcd (donazione a cuore fermo), una procedura avanzata sviluppata dalla Cardiochirurgia dell’azienda ospedaliera padovana sotto la direzione del professor Gino Gerosa. Questa tecnica rappresenta una delle frontiere più innovative nel campo dei trapianti, consentendo di ampliare le possibilità di donazione anche in casi estremi come quello di una donatrice di 99 anni. L’adozione della Dcd testimonia la capacità del sistema sanitario veneto di integrare ricerca, tecnologia e pratica clinica, ponendosi come punto di riferimento a livello nazionale e internazionale.
Ancora una volta il Veneto si conferma in prima linea nel settore della sanità, ha sottolineato Zaia, evidenziando come ogni giorno i professionisti della regione raggiungano traguardi di rilievo grazie a una preparazione di altissimo livello e a un impegno costante. Il presidente ha inoltre ribadito che questo trapianto è motivo di orgoglio per l’intera comunità, poiché dimostra l’affidabilità, la solidità e l’avanguardia del sistema sanitario veneto.
Un esempio di eccellenza e dedizione nella sanità pubblica
Il successo di questo trapianto non rappresenta soltanto un record anagrafico, ma anche la conferma di una realtà sanitaria solida e all’avanguardia, capace di affrontare e vincere sfide complesse grazie alla sinergia tra competenze mediche, innovazione tecnologica e organizzazione ospedaliera. L’intervento condotto a Padova si inserisce in un percorso di crescita e miglioramento continuo che vede la Regione Veneto protagonista nel panorama nazionale, offrendo ai cittadini servizi di altissima qualità e ponendo la salute pubblica al centro delle proprie priorità.
Dietro ogni risultato di questo calibro si cela un sistema sanitario che lavora con serietà e passione, ha concluso Zaia, sottolineando come il Veneto, giorno dopo giorno, si affermi come modello di eccellenza e affidabilità nel campo della medicina e della chirurgia dei trapianti.

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