Malena interviene in difesa di Rocco Siffredi: la sua testimonianza personale sulle accuse nel mondo del cinema per adulti
Nel corso di una recente puntata del programma televisivo ‘Tango’, trasmesso su Rai 2 e condotto da Luisella Costamagna, la figura di Malena – nome d’arte di Milena Mastromarino, ex pornostar di origini pugliesi, precisamente di Gioia del Colle (Ba) – è tornata al centro dell’attenzione pubblica. L’intervista si è focalizzata sulle recenti polemiche che hanno investito il settore della cinematografia internazionale a luci rosse, in particolare dopo le denunce di alcune attrici porno che hanno accusato Rocco Siffredi di comportamenti violenti e di sfruttamento sui set.
La testimonianza di Malena, raccolta in diretta televisiva, si è distinta per la chiarezza e la fermezza con cui l’ex interprete ha voluto raccontare la propria esperienza personale, prendendo le distanze dalle accuse rivolte al celebre attore e regista.
Il racconto di un’esperienza personale: nessuna violenza né sfruttamento
Durante il confronto con Luisella Costamagna, Malena ha voluto sottolineare con decisione che, nel corso della sua carriera nel Cinema per adulti, non si è mai sentita vittima di violenza o di sfruttamento. “Per quanto riguarda me, personalmente, io non mi sono mai sentita violentata, né sfruttata”, ha dichiarato l’ex attrice, offrendo così una prospettiva diretta e personale sulle dinamiche interne al settore.
La discussione si è inserita nel più ampio dibattito sollevato dalla trasmissione ‘Le Iene’, che recentemente ha dato voce ad alcune ex debuttanti del cinema hardcore, le quali hanno raccontato episodi di presunti abusi e soprusi. In questo contesto, la posizione di Malena si è rivelata particolarmente significativa, in quanto ha voluto ribadire la propria estraneità rispetto alle esperienze negative denunciate da altre colleghe.
Il ruolo del nome e la percezione pubblica
Nel corso dell’intervista, Malena ha inoltre affrontato il tema della propria immagine pubblica e dell’utilizzo del suo nome nell’ambito delle recenti polemiche. “Forse è stato usato un po’ di più il mio nome, ma che io, fisicamente, abbia subito questo: assolutamente no”, ha precisato, evidenziando come la sua figura sia stata talvolta associata a vicende che non la riguardano direttamente.
La sua testimonianza, dunque, si pone come un contributo importante per comprendere la complessità delle dinamiche che caratterizzano il mondo del cinema per adulti, sottolineando la necessità di distinguere tra esperienze individuali e generalizzazioni che rischiano di coinvolgere ingiustamente chi non ha vissuto situazioni di abuso.
Un dibattito ancora aperto nel settore della cinematografia a luci rosse
Le dichiarazioni di Malena rappresentano un tassello fondamentale nel dibattito che, in questi giorni, sta attraversando il settore della cinematografia internazionale a luci rosse. Le accuse rivolte a Rocco Siffredi hanno infatti sollevato interrogativi profondi sulle condizioni di lavoro e sulle relazioni di potere all’interno dell’industria, portando alla luce testimonianze diverse e spesso contrastanti.
La posizione espressa da Malena, basata sulla sua esperienza personale e professionale, contribuisce a restituire complessità a una vicenda che rischia di essere letta in modo univoco, invitando a una riflessione più ampia e articolata sulle responsabilità individuali e collettive nel mondo del cinema per adulti.

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