Ma voi ve lo siete mai chiesto, davvero? Insomma, che cosa ci separa da una risata e da un dolore profondo, forte, quasi insopportabile? Noi sì, tante volte. E adesso, che sono cinquant’anni esatti dal primo film di Fantozzi, ci siamo fermati un attimo a pensare. A ripensare, anzi. Perché, hey, quante volte abbiamo riso amaramente insieme a lui.
Quanto ci ha raccontato senza nemmeno parlare direttamente di noi, eppure sì, eravamo proprio lì. Noi ci siamo sentiti lì, di nuovo, l’altra sera, guardando “Fantozzi, una tragedia” a teatro. Diretto da Davide Livermore, lì a Genova, la città che ha regalato al mondo Paolo Villaggio. È stato come ritrovarsi davanti a uno specchio, imperfetto, magari un po’ sporco, ma che in fondo mostrava noi. E allora, sì, ci siamo emozionati. Ci siamo rivisti dentro quella risata che fa male, che fa bene, che è vita.
Un mito che risorge sul palcoscenico
Non siamo nuovi alle celebrazioni su questo personaggio così amato. Eppure, vedere Gianni Fantoni indossare i panni del povero ragioniere, sempre in lotta con una quotidianità spietata, ci ha colpiti. Pensate: Fantoni, che iniziò come imitatore di Villaggio, da quasi un decennio rincorreva il progetto di portare a teatro le prime storie di Fantozzi. Si è assicurato i diritti dei libri originari e si è lanciato in questa folle avventura, assieme a un regista pronto a far vibrare sentimenti ed emozioni spesso nascosti.
Il documentario di Rai Cultura
Ora, se vi state chiedendo come scoprire tutti i retroscena, Rai 5 propone “Fantozzi va a teatro” giovedì 27 marzo alle 23.00. Sarà un viaggio dentro prove, risate, difficoltà. Troverete spezzoni dello spettacolo, interviste a chi ha vissuto la creazione di questa versione inedita e testimonianze che fanno emergere l’anima più profonda della maschera fantozziana. Da un lato c’è la musica di Fabio Frizzi, compositore legato al film originale, riutilizzata insieme a tanti altri interventi sonori. Dall’altro lato appaiono volti noti, come Sergio Cofferati (che di Fantozzi ne ha incontrati parecchi) e Enzo Paci, che interpreta Paolo Villaggio in una fiction Rai.
Tra risate e verità
Ci si accorge che Fantozzi, con quel suo aspetto buffo, nascondeva un senso di sofferenza che ci appartiene. È una “maschera universale” capace di scatenare la risata e insieme il pensiero. Noi riflettiamo: perché, dopo mezzo secolo, ci ritroviamo ancora in lui? Forse perché, nelle fatiche quotidiane, ciascuno di noi vede un pezzetto del ragioniere sfortunato.
Il documentario, scritto da Valeria Parisi e prodotto da 3d Produzioni Srl, mostra proprio questa profondità. Ci fa sentire parte di una storia che non è mai davvero finita. E adesso tocca a voi: seguite questa nuova lettura di Fantozzi, fatevi coinvolgere. Noi siamo rimasti stupiti da quante emozioni emergono dietro quella risata. Provate anche voi a immergervi in questo universo, dove la comicità è solo la punta di un iceberg ben più complesso. Siete pronti? Facciamolo insieme.