Secondo la scrittrice turca Esmahan Aykol, conosciuta in Italia per i suoi celebri romanzi gialli, la situazione attuale rappresenta una grande opportunità per la Turchia di affrancarsi dal regime oppressivo guidato dal presidente Recep Tayyip Erdogan. Tuttavia, sottolinea come i cittadini turchi debbano affrontare questa sfida autonomamente, in quanto privati di qualsiasi supporto esterno, sia da parte degli Stati Uniti che dell’Europa. Aykol mantiene un atteggiamento ottimista, confidando che, dopo 23 anni di governo Erdogan, questa sia la più grande possibilità di cambiamento per il Paese.
Parlando dalla sua città, Istanbul, descritta come una “città fantasma” durante il giorno, ma viva di sera grazie alle manifestazioni che hanno preso piede dopo l’arresto del sindaco Ekrem Imamoglu, la scrittrice pone particolare attenzione al ruolo dei giovani, che costituiscono il 78% dei manifestanti. La maggioranza di essi sono studenti universitari e adolescenti. Inoltre, Aykol ripone speranza nei partiti di opposizione, in particolare nel Chp, considerato il principale partito dell’opposizione con il più ampio sostegno elettorale. Questo partito, temuto da Erdogan, rappresenta la sfida più seria al suo governo e proprio per questo motivo il presidente ha ordinato l’arresto di Imamoglu. Aykol osserva che Erdogan, avendo perso il sostegno della società turca, si è mostrato favorevole al processo di pace con i curdi, cercando il loro appoggio.
La scrittrice evidenzia inoltre lo stato di shock della società turca, incapace di prevedere la linea dura adottata da Erdogan contro l’opposizione, che sembra essere una strategia per prepararsi alle elezioni presidenziali del 2028. La popolazione appare ritirata, limitando le uscite di casa solo per motivi lavorativi, mentre i luoghi pubblici, come i caffè e Gezi Park, rimangono deserti o sorvegliati dalle forze dell’ordine. Aykol nota una differenza significativa rispetto alle proteste del 2013 a Gezi Park: mentre quelle erano spontanee e guidate dai giovani, le manifestazioni attuali sono organizzate e coordinate dai partiti di opposizione, conferendo loro un valore politico maggiore.
Rimane tuttavia l’incertezza sul futuro di queste proteste. Aykol avverte che il rischio più grande è rappresentato da un possibile intervento violento della polizia, che potrebbe portare a vittime tra i manifestanti. Questo scenario potrebbe generare paura sia tra i giovani che tra le loro famiglie, con il rischio di un esaurimento delle manifestazioni. La scrittrice ribadisce che questa è una questione esclusivamente interna alla Turchia, evidenziando che Erdogan gode di forti legami con Donald Trump e che gli interessi comuni tra i due impediscono qualsiasi interferenza da parte degli Stati Uniti.
Per quanto riguarda l’Unione Europea, Aykol sottolinea che l’Europa è troppo impegnata con i propri problemi per concentrarsi sulla situazione turca. Inoltre, evidenzia come Erdogan sia indispensabile per la Ue, non solo per la sicurezza ma anche per la gestione dei rifugiati, evitando che questi ultimi raggiungano il continente europeo.