Il virus dell’aviaria H5N1 e il rischio di una nuova emergenza globale
Il virus dell’influenza aviaria H5N1 è stato descritto come un potenziale fattore scatenante di una crisi sanitaria di portata globale, simile a quella vissuta con il Covid-19. A sottolinearlo è stato Richard Pebody, responsabile del dipartimento di Malattie infettive presso l’Health Security Agency (Ukhsa) del Regno Unito, durante un incontro tenutosi a Manchester. In questa occasione, Pebody ha evidenziato che nel Paese è stato rilevato il primo caso di una pecora positiva al ceppo H5N1.
Il virus, secondo quanto spiegato, potrebbe evolversi in una minaccia significativa per il futuro. Pebody ha posto l’accento sul fenomeno del salto di specie, che fa parte dell’evoluzione naturale dell’influenza aviaria, da quando è stata individuata per la prima volta negli anni ’90. Negli ultimi anni, ha spiegato, il virus ha subito mutazioni rilevanti, riscontrabili oggi in diverse specie animali, inclusi i bovini da latte negli Stati Uniti. La situazione nel Regno Unito, con il coinvolgimento di nuove specie, ha reso necessario un approccio coordinato tra il settore della salute animale e quello umano per garantire un’adeguata protezione.
La Ukhsa ha recentemente pubblicato un elenco di 24 virus potenzialmente letali, indicati come possibili cause della prossima “Malattia X”. Questo termine, spesso utilizzato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), si riferisce a una patologia emergente che potrebbe generare una nuova pandemia. Tra i virus menzionati vi è l’influenza aviaria, oltre a una forma di morbillo considerata dagli esperti più pericolosa del Covid-19.
Un altro agente patogeno che desta particolare preoccupazione è rappresentato dai membri della famiglia dei Picornavirus, noti per la loro capacità di causare malattie simili alla poliomielite. Tra queste, spicca la mielite flaccida acuta (Afm), una condizione rara che provoca debolezza muscolare e paralisi. Inoltre, i virus appartenenti alla famiglia Paramyxoviridae, come quelli responsabili di morbillo, parotite e infezioni respiratorie come il virus Nipah, potrebbero anch’essi avere un potenziale pandemico significativo.
Sotto attenta osservazione rimangono anche i coronavirus, inclusi il Covid-19 e il Mers, responsabili di oltre 900 decessi, principalmente in Medio Oriente. Infine, gli infettivologi hanno espresso preoccupazione per la crescente diffusione di batteri resistenti agli antibiotici, ritenendo che tale fenomeno possa rappresentare un ulteriore rischio per lo sviluppo di una futura “Malattia X”.

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