La diffusione globale del virus H5N1 e i rischi emergenti
Il virologo Fabrizio Maggi, direttore del Dipartimento di Epidemiologia clinica, diagnostica e ricerca preclinica dell’Inmi Spallanzani di Roma, ha evidenziato come il virus H5N1 stia mostrando una rapida diffusione internazionale che coinvolge molte specie animali, con particolare attenzione ai mammiferi. Questo fenomeno rappresenta un elemento di grande interesse scientifico, ma al contempo un segnale di allarme, poiché la continua circolazione di questo virus favorisce l’insorgenza di mutazioni che richiedono una sorveglianza rafforzata. “I ceppi attualmente in circolazione – spiega Maggi – sono diversi tra loro e non sempre connessi, rendendo complesso prevedere l’evoluzione del virus senza strumenti come una sfera di cristallo. Tuttavia, è noto che una maggiore diffusione tra i mammiferi aumenta il rischio di mutazioni pericolose.”
Presso l’Inmi Spallanzani, il team di ricerca si sta concentrando specificatamente sugli aspetti umani relativi al virus H5N1. “Abbiamo messo a punto sistemi diagnostici avanzati per individuare rapidamente il virus nei campioni umani – sottolinea il virologo – e, come laboratorio di riferimento del Lazio, ci occupiamo del sequenziamento genetico dei campioni analizzati. Recentemente, abbiamo anche partecipato a una simulazione di epidemia.” Attualmente, sono disponibili test diagnostici per il virus, ma il loro numero è limitato sul mercato commerciale. “Nel nostro laboratorio stiamo lavorando per sviluppare internamente test sempre aggiornati, basandoci sulle nuove sequenze genetiche del virus.”
Un recente caso di positività al virus H5N1 in una pecora nel Regno Unito ha suscitato preoccupazione riguardo alla possibilità di una trasmissione tra esseri umani. “Non possiamo affermare con certezza che il virus possa trasmettersi da persona a persona – osserva Maggi – ma è chiaro che dobbiamo fare il possibile per scongiurare questo scenario.”
Per quanto riguarda le contromisure disponibili contro l’H5N1, il virologo osserva che “sono presenti strumenti come vaccini e antivirali, anche se non ancora del tutto ottimali.” Maggi sottolinea la necessità di sviluppare vaccini basati su piattaforme mRna autoreplicanti, in grado di offrire una protezione migliore e una maggiore immunogenicità. Sul fronte degli antivirali, pur essendo già disponibili alcune opzioni, il loro costo elevato rappresenta una sfida. “Esistono inoltre nuovi farmaci in fase di sviluppo, progettati per colpire diverse parti del virus,” conclude Maggi.

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