Possibile acquisizione di Versace da parte di Prada: un’operazione strategica nel settore del lusso
La chiusura dell’accordo tra il gruppo milanese Prada e Capri Holdings per l’acquisizione di Versace potrebbe essere imminente, secondo quanto riportato da recenti indiscrezioni. Una data chiave emersa è il 10 aprile, termine entro cui le trattative potrebbero concludersi. L’importo dell’operazione è stimato attorno a 1,5 miliardi di euro, ma potrebbe salire fino a 2 miliardi qualora l’accordo includesse anche il marchio di calzature di lusso Jimmy Choo. Questo ambizioso progetto mira a rilanciare il brand Versace, ceduto nel 2018 da Blackstone e dalla famiglia Versace a Capri Holdings per circa 1,85 miliardi di euro.
Per Prada, questa mossa rappresenterebbe un’importante diversificazione, rafforzando così la sua presenza nel mercato globale del lusso. Se l’operazione andasse a buon fine, si consoliderebbe un polo italiano in grado di competere con i giganti francesi LVMH e Kering. Ad oggi, la casa di moda milanese, quotata alla borsa di Hong Kong con una capitalizzazione di mercato pari a 140,15 miliardi di HKD (circa 16,7 miliardi di euro), possiede sei marchi principali: Prada, Miu Miu, Church’s, Car Shoe, Marchesi 1824 e Luna Rossa. L’acquisizione di Versace, e potenzialmente di Jimmy Choo, rafforzerebbe ulteriormente la posizione del gruppo, che ha concluso il 2024 con ricavi netti di 5,4 miliardi di euro, segnando un incremento del +17% rispetto al 2023, superando di gran lunga la media di settore.
In termini di performance, il marchio Prada ha registrato un incremento del 4% nelle vendite al dettaglio, mentre Miu Miu ha segnato un sorprendente +93%. Tali risultati sono particolarmente rilevanti se si considera la crescita a doppia cifra nelle vendite nette al dettaglio in mercati strategici come il Giappone (+45,8%), il Medio Oriente (+26,0%), l’Europa (+17,5%) e l’Asia Pacifico (+13,1%). Al contrario, il brand Versace ha registrato un calo del 15% nelle vendite tra ottobre e dicembre 2024, totalizzando 193 milioni di dollari, e una perdita operativa di 21 milioni di dollari. Questi dati hanno suscitato dubbi tra gli analisti riguardo alla potenziale acquisizione, ribattezzata ironicamente “Pradace”.
Secondo gli esperti di Equita, pur riconoscendo che Prada disponga delle risorse necessarie per sostenere il rilancio di Versace, il processo potrebbe rivelarsi lungo e complesso. Sebbene non accolgano con entusiasmo queste prospettive, gli analisti prevedono un impatto negativo limitato sulla creazione di valore, stimato a livelli contenuti.
Un altro aspetto significativo è che dal 1° aprile Donatella Versace non sarà più alla guida creativa della maison. Il suo posto sarà preso da Dario Vitale, ex design and image director di Miu Miu. Questa nomina ha alimentato ulteriori speculazioni sull’imminente accordo tra Prada e Capri Holdings. Tuttavia, Donatella continuerà a svolgere un ruolo di rilievo all’interno del brand come chief brand ambassador, garantendo il suo supporto ai valori e alla visione del marchio, come confermato da John D. Idol, presidente e amministratore delegato di Capri Holdings.
Idol ha inoltre sottolineato che è in atto un “attento piano di successione” per Versace. Capri Holdings, da tempo impegnata nella vendita del marchio, ha accelerato il processo nell’ottobre scorso, in seguito al blocco della fusione da 8,5 miliardi di dollari con Tapestry, proprietaria di marchi come Coach e Kate Spade. Se Prada riuscisse a concludere l’acquisizione, si tratterebbe di un significativo cambio di passo per il settore del lusso italiano, dopo anni in cui i grandi gruppi stranieri hanno dominato il mercato acquisendo brand iconici come Fendi, Gucci e Valentino.
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