L’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale nel mondo del dating
All’inizio dell’era dell’Intelligenza Artificiale, che in realtà risale solo a pochi anni fa, strumenti come ChatGPT e altri bot conversazionali venivano impiegati per scopi leggeri e creativi, come elaborare descrizioni accattivanti per profili sui siti di incontri. Questi strumenti aiutavano a trovare la frase perfetta per catturare l’attenzione o a proiettare un’immagine più interessante in attesa di un incontro di persona.
Oggi, tuttavia, il progresso tecnologico ha ampliato notevolmente le possibilità offerte dall’IA, rivoluzionando anche il mondo del dating. Secondo un resoconto di una giornalista del Financial Times, che ha vissuto questa esperienza in prima persona, l’ultima innovazione consiste nell’utilizzo dell’IA per un’analisi approfondita pre-appuntamento. Questo approccio mira a garantire che l’incontro avvenga con una persona compatibile, applicando tecniche che ricordano quelle usate per identificare sospetti in ambiti investigativi. In sostanza, si tratta di una sorta di “due diligence” psicologica, simile a quella praticata dalle imprese durante l’analisi dei concorrenti in vista di una potenziale acquisizione.
In passato, la prassi comune prevedeva di esaminare i profili social del potenziale partner, analizzando amicizie, interessi, e commenti che potevano rivelarsi inappropriati o problematici, come quelli di natura politica, sessuale o sportiva. Ora, invece, uno strumento avanzato come ChatGPT è stato utilizzato per condurre una ricerca dettagliata sulla giornalista stessa, con l’obiettivo di tracciarne un profilo psicologico completo.
Il risultato di questa analisi è stato un rapporto dettagliato di otto pagine che descriveva la giornalista come una persona “intellettualmente curiosa, indipendente e decisa nelle proprie convinzioni”. Il documento evidenziava inoltre un alto livello di autostima e integrità, sottolineando come i suoi racconti umoristici sulle proprie disavventure fossero indice di umiltà e di una sana capacità di ridere di sé stessa.
Nonostante l’iniziale stupore, la giornalista non ha apprezzato l’invasività di questa analisi. Ha quindi deciso di utilizzare lo stesso sistema di IA per riflettere sull’aspetto etico della questione, interrogandolo sull’uso delle informazioni pubbliche per scopi simili. La risposta di ChatGPT, sorprendentemente autocritica, ha sottolineato che “sebbene l’idea di ricorrere all’IA per ottenere informazioni su qualcuno possa sembrare allettante, la profilazione psicologica senza consenso può risultare invasiva e ingiusta. Le persone sono complesse, e l’IA non può sostituire la ricchezza delle interazioni umane dirette, dell’osservazione e dell’intuizione.”
Anche l’IA Gemini di Google è intervenuta sull’argomento con una posizione ancora più netta: “L’uso di ChatGPT per analizzare qualcuno senza il suo consenso esplicito rappresenta una potenziale violazione della privacy e potrebbe avere conseguenze dannose”.
Come sottolineato dal Financial Times, l’intelligenza artificiale generativa sta contribuendo a creare un ecosistema online sempre più diseguale. Soltanto le persone che hanno lasciato molte tracce digitali attraverso contenuti pubblici possono essere oggetto di analisi approfondite. Al contrario, chi mantiene una vita riservata online rimane protetto dal giudizio freddo e impersonale di una macchina, conservando la propria autenticità.
Di Massimo Germinario
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