Il nuovo processo civile per la famiglia introdotto con la riforma Cartabia ha portato significativi cambiamenti, soprattutto nel campo della tutela dei minori, un tema che continua a catalizzare l’attenzione di esperti e associazioni. Questo argomento è stato al centro del convegno “Il tribunale unico per le persone, i minorenni e le famiglie. La ricaduta sulla tutela dei minori: luci e ombre”, organizzato al Senato da Assocomunicatori con il contributo del Forum delle associazioni familiari e dell’Unione giuristi cattolici italiani (Ugci). A quasi due anni dall’entrata in vigore del nuovo rito, il dibattito ha offerto spunti di riflessione sull’applicazione della riforma e sulle sue implicazioni.
La riforma Cartabia ha ridefinito il processo civile della famiglia con l’obiettivo di ottimizzare risorse, ridurre i tempi dei procedimenti e istituire un unico tribunale dedicato. Tuttavia, alcune disposizioni normative hanno suscitato dibattiti accesi tra giuristi, magistrati, avvocati e associazioni impegnate nella protezione di famiglie e minori in difficoltà. Le criticità riguardano in particolare i procedimenti di separazione e divorzio, nonché quelli relativi alla responsabilità genitoriale, agli affidi e agli allontanamenti dei minori.
Sul tema delle separazioni e dei divorzi, il Forum delle associazioni familiari ha sollevato interrogativi sulla reale efficacia della riforma nel garantire processi più celeri. Secondo il Forum, si sono verificati casi di gestione tardiva e di sottovalutazione delle situazioni di rischio per i minori coinvolti. Inoltre, i bambini spesso vivono con disagio il coinvolgimento nei conflitti tra i genitori, temendo che le proprie parole possano causare ulteriori tensioni. Il Forum sottolinea la necessità di garantire l’ascolto dei minori in ambienti protetti, con il supporto di professionisti qualificati come psicologi e pedagogisti.
Nonostante le critiche, il Forum non propone di abbandonare l’idea del tribunale unico per le persone, i minorenni e le famiglie. Al contrario, si sottolinea l’importanza di valorizzare il patrimonio di competenze maturato dai Tribunali per i minorenni, considerati un’eccellenza italiana. Il Forum avverte che la riduzione del ruolo dei giudici onorari potrebbe indebolire le decisioni relative ai minori, soprattutto in situazioni complesse. Inoltre, si evidenzia l’urgenza di stabilire tempi decisionali stringenti per le cause che coinvolgono bambini molto piccoli, rispettando i loro bisogni e la loro fragilità.
Adriano Bordignon, presidente del Forum delle associazioni familiari, ha evidenziato come la riforma abbia introdotto cambiamenti rilevanti, ribadendo la necessità di favorire il dialogo tra famiglie, associazioni, giuristi e politica per mettere al centro l’interesse dei bambini. Bordignon ha apprezzato l’intento della riforma di accelerare i tempi dei processi, ma ha sottolineato che, trattandosi di soggetti vulnerabili, occorre garantire modelli operativi e tempistiche adeguate. Secondo Bordignon, il modello del giudice unico potrebbe non essere la scelta più funzionale, e abbandonare l’esperienza dei giudici ordinari sarebbe un passo indietro per il sistema italiano.
Roberta Castellan, rappresentante della Rete di associazioni nel campo di affido e adozioni, ha posto l’accento su alcune criticità introdotte dalla riforma, tra cui la riduzione del ruolo del giudice onorario, che potrebbe rallentare i procedimenti e aumentare i costi. Castellan ha inoltre sottolineato l’importanza di evitare affidamenti familiari senza una durata definita, pur scongiurando il rischio di processi troppo macchinosi.
Maria Rosaria Cavallaro, della stessa rete, ha espresso perplessità sull’approccio del rito unico, che costringe le parti a confrontarsi immediatamente in un giudizio a cognizione piena. Questo modello potrebbe ostacolare le possibilità di raggiungere soluzioni conciliative, soprattutto nell’interesse dei minori coinvolti.
Pierantonio Zanettin, membro della commissione Giustizia del Senato, ha evidenziato la necessità di affrontare le carenze strutturali e di personale nell’organizzazione giudiziaria, aspetti che influenzano direttamente la capacità di ridurre i tempi dei processi. Susanna Donatella Campione, anch’essa membro della commissione Giustizia, ha sottolineato l’importanza di definire con precisione il ruolo del curatore, figura centrale nella tutela dei minori, garantendone una formazione adeguata.
Alfredo Bazoli, membro della commissione Giustizia del Senato, ha ribadito il valore del rito unico per assicurare uniformità nei procedimenti, pur riconoscendo che senza risorse adeguate si rischia di compromettere gli obiettivi della riforma. Elena Bonetti, della commissione Bilancio della Camera, ha invece sottolineato come la riforma, voluta dalla ministra Cartabia, miri a rafforzare la responsabilità genitoriale, garantendo strutture e modalità che tutelino i soggetti più fragili.
Claudio Cottatellucci, presidente dell’Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e la famiglia (Aimmf), ha evidenziato che le nuove norme processuali stanno generando effetti significativi. Ha inoltre sottolineato l’importanza della biografia affettiva del minore nel determinare il confine tra affidamento e adozione, invitando a evitare procedure eccessivamente complesse. All’evento ha partecipato anche Piero Sandulli, professore ordinario di diritto processuale civile dell’Università Lateranense.