Non vogliamo convincervi che sia l’ennesima serie tv da vedere a tutti i costi. Preferiamo portarvi dentro questa storia bizzarra e rumorosa, come se ci fossimo finiti per sbaglio e, un po’ per curiosità un po’ per voglia di novità, avessimo deciso di restare. Così ci siamo ritrovati nella residenza presidenziale più famosa d’America, a cercare indizi tra corridoi affollati e troppi invitati distratti. “The Residence,” nuova creatura targata Shonda Rhimes, ci ha spinto a domandarci: può un luogo istituzionale come la Casa Bianca trasformarsi in un palcoscenico di caos e comicità?
Ci è bastato guardare la prima scena per capire che qualcosa di folle era nell’aria. Tutto ruota attorno a un omicidio, consumato durante una cena di Stato con la delegazione australiana: un delitto in grande stile, condotto tra più di cento ospiti, alcuni per niente raccomandabili. Non fraintendete, la Casa Bianca la conosciamo per i discorsi ufficiali e per quell’aura di potere che emana da ogni parete, ma stavolta la trama verte su un elemento che raramente associamo a quell’ambiente: un giallo corale, intricato e, per certi versi, perfino comico.
Un omicidio inatteso tra corridoi prestigiosi
Ci siamo chiesti: davvero può esserci dell’ironia nel mezzo di un’indagine così seria? A quanto pare sì. Nel cuore di questa storia troviamo Cordelia Cupp, detective eccentrica con una passione insolita per il birdwatching. Non è la solita poliziotta tutta muscoli e flemma istituzionale. Anzi, ha un carattere esplosivo e sguardo curioso, sempre pronto a scovare dettagli che ci sfuggono. Accanto a lei c’è l’agente FBI Edwin Park, più scettico che entusiasta, costretto però a seguire l’unica pista valida per venire a capo dell’assassinio.
Il trailer ufficiale
Ovviamente nessuno può abbandonare l’edificio: dalle guardie ai vip, dai famigliari del Presidente ai camerieri pettegoli, tutti rimangono imprigionati nelle 132 stanze della residenza. Se amate i misteri da salotto, forse penserete a un Cluedo gigante, con ogni corridoio che potrebbe nascondere un testimone pronto a parlare — o un colpevole deciso a sviare le indagini.
Ispirazioni da un libro e un pizzico di Agatha Christie
Shonda Rhimes, celebre per “Grey’s Anatomy” e “Bridgerton,” questa volta si è ispirata al libro The Residence di Kate Andersen Brower. Quel testo, dedicato alla vita vera dello staff presidenziale, è diventato la miccia per un giallo dall’anima ironica. Tra flashback e personaggi che sembrano usciti da un romanzo di Agatha Christie, l’effetto è un gioco di specchi in cui ogni dettaglio (anche il più assurdo) potrebbe rivelarsi un tassello decisivo.
Alcuni hanno azzardato paragoni con “Only Murders in the Building” o “The Afterparty,” in virtù di quell’umorismo leggero che si mescola alla suspense. Pare che gli autori abbiano voluto bilanciare tensione e sorrisi, ricorrendo a una struttura narrativa spezzettata, dove ogni puntata si sofferma su uno dei sospettati e sciorina la sua versione dei fatti. I colpi di scena non mancano, ma attenzione: se non tenete il filo, il montaggio frenetico rischia di disorientare.
Un cast sconfinato e incontri inattesi
Ci sono momenti in cui ci chiediamo se una residenza del genere possa accogliere così tanta gente e la risposta è un sì quasi teatrale. In primo piano brilla Uzo Aduba, che interpreta una Cordelia Cupp dal piglio geniale e stravagante, mentre Randall Park veste i panni dell’agente Park. Al centro, ben saldo nella poltrona presidenziale, c’è Perry Morgan (Paul Fitzgerald), ma intorno a lui ruotano una miriade di figure: chef in lite per il menù, parenti con segreti, politici scaltri e persino Kylie Minogue in versione star viziata.
Questo cast così ricco genera confusione eppure cattura l’attenzione. Di certo bisogna essere pronti a seguire sottotrame a raffica, perché i dialoghi si accavallano e i ritmi sono rapidi. La comicità emerge soprattutto nei contrasti caratteriali: c’è chi prende troppo sul serio il protocollo e chi vorrebbe solo schiacciare un pisolino lontano da troppi riflettori.
Pregi, difetti e qualche riflessione
Siamo rimasti affascinati dall’idea di trasformare la Casa Bianca in un microcosmo pieno di enigmi. Un aspetto interessante è la fusione di generi, che spazia dalla commedia al mistero, con un tocco di screwball che fa pensare a certi film classici. Eppure questa vivacità potrebbe diventare un’arma a doppio taglio: con così tanti volti e svolte, si rischia di affollare la storia fino a perdere il gusto di indovinare chi abbia commesso il delitto.
Alcune scene rincorrono l’effetto sorpresa a tutti i costi e secondo alcuni critici, certe ripetizioni appesantiscono il racconto. Non mancano tocchi di “messaggio femminista” che qualcuno trova forzati. D’altro canto, la presenza di un’investigatrice fuori dagli schemi ci sembra un bel segnale, un modo per ricordarci che non esiste un solo modo di fare giustizia.
Vogliamo essere sinceri: “The Residence” non è la classica serie di Shonda Rhimes incentrata su amori e intrighi sentimentali. È un esperimento diverso, con un registro leggero e un ritmo che ricorda un balletto disordinato. Se adorate i gialli imprevedibili, con personaggi che saltano da una stanza all’altra lasciandovi piccoli indizi, allora questo spettacolo potrebbe conquistarvi.
E voi? Siete pronti a varcare la soglia di questo palazzo presidenziale e a lasciarvi travolgere da coincidenze, battute e passaggi segreti? Noi, lo ammettiamo, siamo rimasti incollati allo schermo per cercare di risolvere l’enigma. E forse è proprio quello il divertimento più grande: scoprire che, dietro i tappeti rossi e i lampadari sfarzosi, si nasconde un piccolo mondo fatto di pregi, difetti e tanta voglia di sorprendere. Buona visione.