Turchia: crollano Borsa e lira dopo l’arresto di Imamoglu, investitori in fuga
Clima di tensione finanziaria in Turchia dopo l’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, su decisione del presidente Recep Tayyip Erdogan. La vicenda ha scatenato il panico tra gli investitori, provocando un crollo sia della Borsa di Istanbul che della lira turca. Imamoglu, considerato il principale rivale politico di Erdogan, è accusato di corruzione e terrorismo.
Nel dettaglio, l’indice Bist100 ha registrato un’apertura in forte calo, con una perdita superiore al 7,5%, scendendo sotto la soglia dei 10.000 punti. Questo ribasso ha azzerato i guadagni accumulati nelle settimane precedenti. I settori più colpiti sono stati quello bancario e quello energetico, con significative perdite per le principali società quotate.
Sul fronte valutario, la situazione della lira turca, già sotto pressione a causa di un’inflazione elevata al 39%, è ulteriormente peggiorata. La valuta ha toccato nuovi minimi storici, scendendo a 42 contro il dollaro e 45 contro l’euro. Gli esperti attribuiscono questa flessione alla fuga di capitali internazionali e al crescente clima di incertezza politica.
Per cercare di calmare i mercati, il ministro delle Finanze, Mehmet Simsek, già banchiere presso Merrill Lynch, ha dichiarato sulla piattaforma X che sono state prese tutte le misure necessarie per garantire il normale funzionamento dei mercati. Ha inoltre ribadito che il governo è determinato a proseguire con il proprio programma economico. Tuttavia, gli analisti temono che questa nuova fase di instabilità possa compromettere gli sforzi recenti della Banca Centrale, che solo due settimane fa aveva ridotto i tassi di interesse di 250 punti base, portandoli dal 45% al 42,5%, nel tentativo di sostenere la ripresa economica.
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