Ppe, Tajani: “Sì a nuova Camaldoli europea, da populisti solo slogan”
Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia e vice presidente del PPE, ha espresso grande interesse per l’idea di una “Camaldoli europea”, proposta da Monsignor Vincenzo Paglia. Questo concetto punta a creare una riflessione su come consolidare posizioni politiche condivise. Tajani ha sottolineato: “Sin dall’inizio del mio mandato ho cercato di perseguire questo obiettivo con Forza Italia”. Tuttavia, ha aggiunto che ora è necessario intraprendere questo percorso in modo più deciso rispetto al passato.
Intervenendo durante l’evento “Verso il congresso PPE”, ospitato presso la Fondazione De Gasperi a Roma, Tajani ha precisato: “Ho lavorato per aprire le porte a realtà che condividono i nostri valori. Non importa se non hanno la tessera di Forza Italia, ma è fondamentale che vogliano contribuire a un progetto politico con solide radici popolari, cristiane e democratiche“. Ha poi ribadito l’importanza di un approccio inclusivo, capace di integrare le anime liberale, riformista e quelle impegnate nella difesa dei diritti umani, citando anche alcune battaglie storiche del partito radicale, come la dignità delle carceri e la necessità di una giustizia giusta.
Non è mancata una critica ai populisti, che Tajani definisce privi di contenuti concreti: “Spesso sento solo slogan contraddittori, senza alcuna coerenza. È fondamentale adottare un approccio più solido rispetto a quanto fatto finora”, ha concluso.
Prima dell’intervento di Tajani, Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita e gran cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, ha rilanciato il tema della “Camaldoli europea”. “Credo che una nuova cultura politica debba nascere da luoghi come questo, che non sono semplici musei. Abbiamo bisogno di una nuova forza partitica”, ha dichiarato Paglia.
Paglia ha inoltre evocato l’immagine della riapertura della cattedrale di Notre Dame, citando il cardinale Zuppi: “Quel giorno, il mondo intero contribuì al restauro e tutti, da Macron a Trump, entrarono in quel luogo non come leader, ma come uomini e donne uniti nell’ammirazione per un simbolo di umanesimo universale, offerto dal cristianesimo non egemonico”. Secondo Paglia, luoghi come questo possono restituire il senso di appartenenza a una famiglia umana, come ben delineato nell’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco.
Il Codice di Camaldoli, redatto nel 1943 presso il monastero omonimo, rappresenta un precedente storico significativo. Sviluppato da esperti di vari settori su invito di Vittorino Veronese, allora segretario generale dei Laureati Cattolici e direttore dell’Icas, il documento affrontava i problemi sociali ed economici della ricostruzione italiana. Successivamente, i suoi principi furono integrati nella Costituzione italiana durante i lavori dell’Assemblea Costituente.
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