Malattia di Crohn, circa 15 mila pazienti in Emilia Romagna e 7mila in Piemonte
In Emilia Romagna si registrano circa 15.000 pazienti affetti dalla malattia di Crohn, di cui ben 7.000 sono seguiti a Bologna. Questa patologia, che mostra un’incidenza in costante aumento, vede un incremento anche nel numero di pazienti con condizioni complesse. Questi richiedono il supporto di centri di terzo livello e trattamenti innovativi, personalizzati in base alle esigenze individuali. L’introduzione di mirikizumab, un’opzione terapeutica con un eccellente profilo di efficacia e sicurezza, rappresenta una risorsa fondamentale sia per i pazienti naive sia per coloro che hanno avuto insuccessi con terapie avanzate. Considerando l’impatto significativo della malattia, caratterizzata da sintomi come diarrea cronica, dolore addominale e urgenza intestinale, questa nuova soluzione apre possibilità per migliorare la qualità della vita quotidiana. Lo sottolinea Paolo Gionchetti, professore di Medicina Interna e direttore del Ssd Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali presso l’Irccs Aou Policlinico Sant’Orsola di Bologna, in relazione all’approvazione del farmaco da parte della Commissione Europea. Mirikizumab, un antagonista dell’interleuchina-23p19 (IL-23p19), è destinato al trattamento della malattia di Crohn in fase attiva moderata o grave negli adulti che non hanno risposto adeguatamente o che non tollerano le terapie tradizionali o i trattamenti biologici. Il farmaco è già stato approvato in Italia nel 2024 dall’Aifa per la gestione della colite ulcerosa attiva da moderata a grave.
In Piemonte, si stima che oltre 7.000 persone convivano con la malattia di Crohn. Se non adeguatamente trattata, questa condizione può portare a complicazioni che richiedono ospedalizzazioni o interventi chirurgici. Marco Daperno, dirigente medico presso la Sc di Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino, evidenzia che, data l’ampia varietà di manifestazioni cliniche e la diversità delle risposte terapeutiche, mirikizumab rappresenta una opportunità significativa. Il farmaco si dimostra efficace e sicuro, non solo per i pazienti che affrontano fallimenti terapeutici precedenti, ma anche per quelli naive, offrendo una gestione a lungo termine della malattia e dei suoi sintomi spesso debilitanti.
L’approvazione del farmaco da parte della Commissione Europea segna un importante passo avanti nel trattamento della malattia di Crohn. Questa terapia mirata offre ai pazienti una possibilità concreta di migliorare sensibilmente la loro qualità di vita. Attualmente, molti pazienti non raggiungono una remissione completa o non riescono a mantenere la malattia sotto controllo a lungo termine. È noto che fino al 40% dei pazienti non risponde ai farmaci inibitori del TNF, e che il 50% di quelli inizialmente beneficiati perde i vantaggi entro il primo anno di trattamento.
La decisione della Commissione Europea si basa sul parere positivo espresso nel dicembre 2024 dal Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). Questa approvazione è supportata dai risultati dello studio clinico di fase 3 Vivid-1, che ha dimostrato un miglioramento significativo nei pazienti trattati con mirikizumab rispetto al placebo. I dati indicano che il 54,1% dei pazienti ha raggiunto la remissione clinica (contro il 19,6% con placebo) e il 48,4% ha mostrato una risposta endoscopica a un anno (contro il 9% con placebo). Attualmente, il farmaco è in fase di studio anche nel progetto Vivid-2, che valuta la sua sicurezza ed efficacia fino a tre anni. Tra i pazienti che hanno ottenuto una risposta endoscopica dopo un anno nel Vivid-1, oltre l’80% ha mantenuto i risultati, mentre quasi il 90% ha conservato la remissione clinica nel secondo anno di trattamento. Inoltre, il 32,5% dei pazienti trattati con mirikizumab ha mostrato miglioramenti della risposta endoscopica già dopo tre mesi, rispetto al 12,6% del gruppo placebo.
Secondo Elias Khalil, presidente e amministratore delegato di Lilly Italy Hub, questa approvazione rappresenta un passo fondamentale per migliorare il benessere dei pazienti. “Il nostro obiettivo è offrire soluzioni terapeutiche innovative e sicure, collaborando con la comunità scientifica per affrontare i bisogni non ancora soddisfatti delle persone che convivono con questa patologia. Siamo certi che mirikizumab possa fare la differenza nella gestione della malattia di Crohn e nel miglioramento della qualità di vita dei pazienti”, afferma Khalil.
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