Mal di primavera, dalle allergie all’insonnia ecco le noie della stagione
La primavera è spesso considerata la stagione del risveglio, anche se porta con sé alcune *piccole difficoltà* legate all’adattamento al cambio stagionale. Tra i disturbi più comuni troviamo allergie, problemi di sonno, raffreddamenti dovuti agli sbalzi termici e dolori articolari. Giorgio Sesti, docente di medicina interna all’Università Sapienza di Roma, offre una panoramica su queste problematiche.
Le allergie primaverili sono tra i disturbi più tipici, causate dall’aumento di pollini dovuto alle fioriture stagionali. Queste allergie, soprattutto quelle respiratorie, possono generare un notevole malessere, sottolinea il medico.
Un altro fattore di disagio è rappresentato dall’allungamento delle giornate, soprattutto con l’introduzione dell’ora legale. Questo cambiamento altera il ritmo sonno-veglia, provocando variazioni ormonali che possono diminuire la qualità del sonno e aumentare l’agitazione. Dormire meno influisce negativamente sulla concentrazione, la produttività e la capacità di affrontare le giornate lavorative.
Le oscillazioni di temperatura tipiche della primavera, con giornate calde e serate fresche, costituiscono un ulteriore elemento di disturbo. Questi sbalzi termici possono causare raffreddori e accentuare dolori articolari, aggravati dall’esposizione al freddo.
Secondo Sesti, i cambi di stagione possono anche amplificare i sintomi di gastriti e reflusso gastroesofageo. Sebbene non vi sia una connessione scientifica documentata tra questi fenomeni e l’arrivo della primavera, l’aumento della sintomatologia è spesso legato a variazioni alimentari e di abitudini, anche impercettibili, che si verificano in questo periodo.
Dal punto di vista psicologico, la primavera spinge maggiormente verso una vita sociale e attività all’aperto, migliorando l’umore. Questo aspetto positivo rende il periodo piacevole e merita di essere valorizzato, secondo l’esperto.
Tuttavia, la stagione può essere problematica per chi soffre di ansia, depressione o per chi trova difficile adattarsi ai cambiamenti. Daniela Chieffo, professoressa di psicologia all’Università Cattolica di Roma, spiega che il cosiddetto “mal di primavera” colpisce soprattutto chi ha un umore influenzato dalle condizioni climatiche o chi fatica ad abituarsi a nuove situazioni, come uscire per passeggiate o partecipare a momenti di convivialità all’aperto.
I più vulnerabili sono anziani e donne, seppur per motivi diversi. Gli over 65 spesso temono la solitudine, derivante dall’allontanamento dei familiari che con la bella stagione tendono a uscire di più. Questo può generare un senso di smarrimento e paura dell’abbandono. Per le donne, i fattori ormonali, le allergie e la difficoltà ad adattarsi a nuove situazioni possono influire negativamente, specie se manca progettualità o fiducia nelle proprie capacità.
I colori, la luce e i profumi della primavera possono diventare fonte di angoscia per chi ha una predisposizione ansioso-depressiva o per chi semplicemente fatica a interagire con il mondo esterno. Queste persone preferiscono rimanere nella loro comfort zone, evitando l’aria aperta e chiudendosi nel proprio guscio.
Tra i sintomi più comuni troviamo l’anedonia, ovvero l’incapacità di provare piacere, l’apatia, la mancanza di energia, la lentezza nell’esecuzione delle attività e la facile stancabilità, che influiscono negativamente sulla vita quotidiana. Secondo Chieffo, superare questi ostacoli è possibile: basta volerlo. Il coinvolgimento sociale e la decisione di vivere pienamente possono rappresentare la chiave per affrontare il periodo. Un raggio di luce in una stanza va interpretato come un invito ad aprirsi alla vita.
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