Trump-Putin, oggi colloquio per la tregua in Ucraina: “Vicini alla pace”
“Mai così vicini a un accordo di pace”: Donald Trump e Vladimir Putin si preparano a un incontro cruciale per favorire il cessate il fuoco nel conflitto tra Ucraina e Russia. Il presidente degli Stati Uniti ha annunciato che la conversazione avverrà il 18 marzo.
Dal Cremlino arriva la conferma immediata. “Siamo a un passo dalla pace, come essere sulla linea delle 10 yard nel football”, afferma Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca. Secondo indiscrezioni, Trump potrebbe persino considerare il riconoscimento della Crimea come territorio russo per raggiungere l’obiettivo.
Uno dei nodi centrali riguarda i territori ucraini sotto controllo russo, che Mosca non intende restituire. I negoziati includono già discussioni su una possibile “divisione di alcuni beni”, come dichiarato dal presidente americano, che ha usato il termine generico “asset”. Kiev ha accettato una tregua di 30 giorni, ma Washington sottolinea che saranno necessari sacrifici territoriali per giungere a un accordo.
“Siamo a un punto di svolta”, dichiara Trump, sottolineando il suo impegno umanitario, in particolare verso i soldati ucraini intrappolati nella regione russa di Kursk, invasa dalle forze di Kiev nell’agosto 2024. “Parlerò con Putin per salvare vite in pericolo. È una situazione critica, e credo che senza il mio intervento non sarebbero ancora qui”.
Trump, durante una visita al Kennedy Center, ha ribadito il suo obiettivo: “L’Ucraina merita la pace. Puntiamo a un cessate il fuoco e a un successivo accordo di pace. Sono coinvolto per ragioni umanitarie”.
Nel frattempo, l’Ucraina prosegue con la sua diplomazia. Il presidente Volodymyr Zelensky ha recentemente discusso con il presidente francese Emmanuel Macron, ribadendo la disponibilità per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni. Tuttavia, sottolinea che “la Russia deve smettere di imporre condizioni”. Zelensky ha anche evidenziato l’importanza di lavorare su garanzie di sicurezza, con il sostegno dichiarato della Francia.
Da Kiev emergono segnali di apertura su altri fronti per garantire una pace duratura. Vladyslav Vlasiuk, commissario per la politica delle sanzioni, ha suggerito che le sanzioni occidentali contro la Russia potrebbero essere revocate se Mosca dimostrerà impegno per la sicurezza e la giustizia in Ucraina. “Il ritorno agli affari con la Russia è solo una questione di tempo”, ha dichiarato, precisando che ciò potrà avvenire solo a fronte di passi significativi da parte russa.
Secondo Vlasiuk, alcune sanzioni stanno già avendo un forte impatto e Mosca avrebbe iniziato a chiedere la loro possibile revoca. “Sapere quali misure sono più efficaci ci aiuta a usare la leva economica nel modo migliore”, aggiunge. Tuttavia, è ancora “prematuro” determinare quali sanzioni potrebbero essere rimosse, sottolineando che ogni decisione sarà subordinata a azioni concrete della Russia.
Nonostante il Cremlino continui a finanziare il proprio esercito grazie alle entrate energetiche, le sanzioni hanno portato a un drastico calo dei ricavi da petrolio e gas. Vlasiuk non esclude che in futuro l’Europa possa tornare ad acquistare energia russa, ma auspica che il continente non torni mai più a una “totale dipendenza” dal gas russo.
Per Vlasiuk, qualsiasi accordo di pace dovrà includere garanzie di sicurezza per l’Ucraina e “giustizia per il nostro popolo”, con eventuali risarcimenti per i danni subiti. “Se la Russia adotterà una politica più normale nei confronti dei suoi vicini e partner internazionali, non dovrà essere esclusa dai mercati globali”, conclude.

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Cronaca
Esplosione e crollo di una palazzina a Roma: un uomo estratto vivo dalle macerie

Un drammatico incidente si è verificato nella mattina di domenica 23 marzo a Roma, precisamente in zona Gianicolense, all’incrocio tra via Vitellia e via Pio Foà. Una palazzina di due piani è stata completamente distrutta a seguito di un’esplosione, presumibilmente causata da una fuga di gas. Tra le macerie, i soccorritori sono riusciti a salvare un uomo di 54 anni, di origini scozzesi, che è stato immediatamente trasportato all’ospedale Sant’Eugenio.
A seguito dell’incidente, il pubblico ministero di turno ha disposto il sequestro dell’edificio. Il primo piano della palazzina era adibito a struttura ricettiva, registrata regolarmente al Comune come B&B. Al momento, i carabinieri e i vigili del fuoco stanno preparando una prima informativa da presentare alla Procura di Roma. Gli investigatori hanno già ascoltato i testimoni, tra cui i proprietari degli immobili coinvolti, il gestore del B&B e i residenti delle abitazioni circostanti.


I vigili del fuoco, intanto, continuano a lavorare per determinare la causa precisa dell’esplosione e stanno cercando di individuare il piano della struttura in cui si è originato il disastro. Secondo le informazioni raccolte, il B&B, situato al civico 43 di via Vitellia, era stato aperto meno di un mese fa e il turista rimasto ferito era il primo ospite della struttura.
La società Italgas ha comunicato che, dalle prime verifiche effettuate sui contatori dello stabile, questi sembrano essere integri. Attraverso una nota ufficiale, l’azienda ha sottolineato che i suoi tecnici del pronto intervento sono intervenuti tempestivamente per collaborare con le autorità competenti e garantire la messa in sicurezza della rete coinvolta, nonché per chiarire la dinamica dell’accaduto.
Sul luogo dell’esplosione è giunto anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il quale ha dichiarato che l’evento è stato causato da una fuga di gas, probabilmente derivante dall’esplosione di una bombola. Ha evidenziato inoltre che il forte scoppio ha provocato danni significativi, incluso il danneggiamento del muro di Villa Pamphili.
Numerose testimonianze raccolte dai residenti della zona descrivono momenti di grande paura. Una donna, Giovanna, ha raccontato: “Eravamo ancora a letto quando abbiamo percepito un rumore assordante. Mia madre si è precipitata sul terrazzo e abbiamo subito capito che non si trattava di un incidente stradale, ma di una vera e propria esplosione. Poco dopo, la strada è stata chiusa e sono arrivate le forze dell’ordine e i soccorsi”.
Un’altra residente, Liliana, ha riferito: “Sono le 8.50, stavo passando l’aspirapolvere quando ho sentito una sorta di boato. Sembrava l’esplosione di una bomba. I vetri di casa hanno tremato”.
Lorenzo, figlio di un residente della zona, ha raccontato di aver ricevuto un messaggio vocale dalla compagna di suo padre che lo avvertiva dell’accaduto: “Mi ha detto che era successo un disastro, che tutto il condominio era esploso. Mi sono precipitato sul luogo e ho visto il giardino di mio padre completamente distrutto. Una donna mi ha riferito di aver visto mio padre sano e salvo, mentre il suo cane, ferito, si muoveva tra le macerie. L’uomo rimasto ferito gridava chiedendo aiuto”.
Notizie
Italia e Germania: pareggio spettacolare e polemiche arbitrali

Un primo tempo da incubo per la Nazionale italiana si chiude con la Germania in vantaggio per 3-0, risultato che appare difficile da spiegare. Nonostante un secondo tempo giocato con grande determinazione, grazie alla doppietta di Moise Kean e al rigore trasformato da Raspadori, gli Azzurri non riescono a ribaltare il risultato dopo la sconfitta a San Siro per 2-1. A Dortmund, il 23 marzo, la sfida termina 3-3, con la Germania che conquista l’accesso alle Final Four di Nations League. Un episodio controverso, il mancato rigore per fallo su Di Lorenzo in area dopo il consulto al Var da parte dell’arbitro Marciniak, suscita non poche discussioni.
Il primo tempo si rivela un monologo tedesco, con la squadra di casa che accumula un vantaggio di tre reti. Al 30’, un calcio di rigore trasformato da Kimmich, assegnato per un intervento di Buongiorno su Kleindienst, apre le marcature. L’Italia sembra disorientata e rischia di capitolare nuovamente appena un minuto dopo, sul colpo di testa di Goretzka. La situazione precipita ulteriormente al 36’, quando un errore clamoroso dell’intera difesa azzurra porta al secondo gol. Donnarumma effettua una parata straordinaria sul colpo di testa di Kleindienst, ma la squadra si perde in proteste inutili, lasciando Musiala libero di insaccare a porta vuota dopo un calcio d’angolo battuto rapidamente da Kimmich.
La Germania consolida il dominio al 45’ con il terzo gol, siglato da Kleindienst grazie a un colpo di testa decisivo. Nonostante un intervento di Donnarumma, il pallone supera chiaramente la linea di porta, sancendo il 3-0 e chiudendo un primo tempo da dimenticare per gli uomini di Spalletti.
Con il secondo tempo arriva la reazione azzurra. Spalletti opta per due cambi strategici, inserendo Frattesi e Politano al posto di Maldini e Gatti. La squadra trova nuova energia e al 49’ Moise Kean accorcia le distanze. Approfittando di un errore di Sané nel servire Kimmich, l’attaccante italiano recupera il pallone, lo controlla e calcia con potenza verso l’angolino basso di sinistra, battendo Baumann per il 3-1. L’Italia continua a spingere, ma Politano spreca un’occasione interessante per servire un pallone in area.
La Germania rallenta il ritmo e l’Italia ne approfitta. Al 69’, un’azione orchestrata da Ricci porta la palla a Raspadori sulla trequarti, che serve Kean in area. Con un movimento rapido, l’attaccante supera Tah e calcia con forza, siglando il 3-2. Al 74’, un episodio chiave segna la partita: Schlotterbeck interviene in scivolata su Di Lorenzo in area, ma dopo la revisione al Var, l’arbitro decide di non assegnare il rigore.
Nonostante ciò, l’Italia mantiene alta la pressione e al 95’, un tocco di mano di Mittelstadt in area viene punito con un rigore, assegnato dopo il consulto al Var. Dal dischetto, Raspadori si dimostra freddo e preciso, portando il risultato sul 3-3. Gli Azzurri tentano un ultimo assalto per cercare di prolungare la sfida ai supplementari, ma l’ultimo sussulto di Bastoni non basta per completare la rimonta.
Cronaca
Il Papa torna a casa dopo il ricovero, tra emozione e speranza

“Da buon gesuita”, Papa Francesco si atterrà alle indicazioni dei medici, dimostrando che ciò non gli impedirà di essere presente in ogni modo possibile. Padre Antonio Spadaro, sottosegretario del Dicastero per la Cultura, ha raccontato con emozione il momento in cui il Pontefice, dopo cinque settimane di ricovero al Policlinico Gemelli, si è affacciato per un breve saluto alla folla. Per la prima volta, Francesco si è mostrato pubblicamente, regalando un messaggio di vicinanza e una benedizione, un gesto che ha commosso profondamente i presenti.
Spadaro, già direttore della rivista Civiltà Cattolica, ha descritto l’evento come “un momento carico di emozione”. La folla, che si era radunata a mezzogiorno, attendeva con ansia di vedere il Papa, e la sua improvvisa apparizione ha suscitato una reazione di gioia e gratitudine. “Dopo cinque settimane di assenza, il suo ritorno è stato un sollievo in un periodo complesso per il mondo”, ha sottolineato Spadaro, evidenziando come la figura di Francesco rappresenti oggi “l’unico leader morale con un’influenza globale”.
Il Papa ha saputo mantenere una connessione costante con il popolo di Dio anche durante il ricovero, utilizzando la sua voce, seppur flebile, per farsi sentire. “In un mondo dove prevalgono le urla, la sua voce pacata trasmette autorevolezza”, ha aggiunto Spadaro, riflettendo sul significato spirituale e simbolico del messaggio del Pontefice.
Dopo essere stato dimesso, Papa Francesco è tornato nella sua residenza a Santa Marta. I medici hanno prescritto due mesi di riposo nella sua stanza, la numero 201, dove proseguirà la riabilitazione. Spadaro ha osservato che, come gesuita, Francesco seguirà con diligenza le indicazioni mediche, senza che ciò comprometta la sua capacità di guidare la Chiesa. Durante il suo ricovero, infatti, il Papa ha continuato a esercitare il governo della Chiesa, approvando, tra l’altro, il calendario sinodale per i prossimi tre anni.
Spadaro ha riflettuto inoltre sul significato delle parole e dei gesti del Pontefice. Ha ricordato un episodio del 2016, quando Francesco, allora arcivescovo di Buenos Aires, spiegò il rapporto tra la sua parola e lo sguardo delle persone. “Il suo sguardo è sempre rivolto alle persone, non alla massa”, ha sottolineato, un tratto che emerge chiaramente anche durante i suoi viaggi apostolici.
Riguardo alla possibilità di un governo ecclesiastico condizionato dalla salute del Papa, Spadaro ha respinto ogni timore. “Il Papa ha spesso descritto la Chiesa come un ospedale da campo”, ha detto, rimarcando come la condizione di debolezza fisica possa essere trasformata in un’opportunità per guidare con umiltà e consapevolezza. Tuttavia, ha concluso con ottimismo, il percorso di riabilitazione lascia intravedere una ripresa concreta per il futuro del Pontefice e della Chiesa.