“Tutti i documenti sul caso Kennedy saranno resi pubblici”, ha dichiarato Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, durante una visita al Kennedy Center. L’annuncio riguarda la diffusione dei file sull’omicidio di John Fitzgerald Kennedy, programmata per martedì 18 marzo.
Il presidente Kennedy fu assassinato a Dallas il 22 novembre 1963, mentre attraversava Dealey Plaza a bordo di un’auto scoperta. L’attentato fu attribuito a Lee Harvey Oswald, arrestato e poi ucciso due giorni dopo da Jack Ruby nella centrale di polizia di Dallas, prima del trasferimento al carcere della contea.
Trump ha spiegato di aver incaricato un team guidato da Tulsi Gabbard, direttrice della National Intelligence, per coordinare il rilascio dei documenti. “Si tratta di una mole enorme di informazioni, circa 80mila pagine, e non sarà effettuata alcuna modifica,” ha dichiarato. “È un impegno che ho preso durante la campagna elettorale e intendo mantenerlo. I file saranno disponibili nel pomeriggio e forniranno spunti molto interessanti.”
Il processo per la pubblicazione dei documenti è iniziato a gennaio, quando Trump ha firmato un ordine esecutivo. A febbraio, l’FBI ha annunciato di aver identificato circa 2.400 nuovi file relativi al caso.
Nel 2023, gli Archivi Nazionali hanno completato la revisione dei documenti classificati sull’assassinio, rendendo pubblico il 99% del materiale. Tuttavia, alcuni file rimangono riservati per proteggere l’identità di fonti sensibili che potrebbero essere ancora in vita, come richiesto da CIA, Pentagono e Dipartimento di Stato.
Dopo l’omicidio, il presidente Lyndon B. Johnson istituì la Commissione Warren, che concluse che l’assassinio fu opera di un unico tiratore. Nel 1976, una nuova indagine fu avviata dalla United States House Select Committee on Assassinations (HSCA). Nel 1979, analisi acustiche suggerirono la possibilità della presenza di un secondo tiratore, riaprendo il dibattito sull’evento.