Raid di Israele su Gaza, la tregua è finita: “Oltre 350 morti”
Israele ha condotto una nuova serie di attacchi aerei sulla Striscia di Gaza, ripresi durante la notte su ordine del primo ministro Benjamin Netanyahu. L’operazione, denominata ‘Strength and Sword’ (Forza e Spada), è stata avviata dopo il fallimento degli sforzi per prolungare il cessate il fuoco. Secondo fonti mediche locali citate dalla rete satellitare al-Jazeera, il bilancio delle vittime ha raggiunto i 356 morti.
Il direttore del ministero della Sanità di Gaza, Mohammed Zaqout, ha confermato che la maggior parte delle vittime sono donne e bambini palestinesi, mentre i feriti si contano a centinaia.
Tra le vittime c’è anche il generale di divisione Mahmoud Abu Watfa, a capo del ministero dell’Interno del governo di Hamas, secondo quanto riferito da fonti del movimento di resistenza islamico all’agenzia Afp.
Nel frattempo, le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno emesso nuovi ordini di evacuazione per alcune aree della Striscia di Gaza, in particolare nelle estremità dell’enclave. Il portavoce delle Idf, Avichay Adraee, ha invitato gli abitanti a “lasciare immediatamente” zone considerate pericolose, descrivendole come “aree di combattimento”. Fra queste, sono menzionate Beit Hanoun, Khirbet Khuza’a, Abasan al-Kabira e Abasan al-Jadida, con l’indicazione di spostarsi verso ovest, a Gaza City, o nella zona di Khan Younis.
L’ufficio del primo ministro ha annunciato che Netanyahu, insieme al ministro della Difesa Israel Katz, ha incaricato le Idf di intensificare le operazioni contro Hamas. “Questo è avvenuto dopo il rifiuto di Hamas di rilasciare gli ostaggi e accettare le proposte avanzate dall’inviato presidenziale statunitense Steve Witkoff e dai mediatori internazionali”, ha dichiarato l’ufficio di Netanyahu in un post sui social. La dichiarazione, riportata dal Times of Israel, sottolinea che i piani di ripresa delle operazioni erano stati già approvati la scorsa settimana.
Il ministro Katz ha ribadito che Israele combatterà a Gaza “fino al ritorno degli ostaggi e al raggiungimento di tutti gli obiettivi”. Anche il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha sottolineato che l’obiettivo è distruggere Hamas, liberare gli ostaggi e neutralizzare ogni minaccia proveniente dall’enclave.
Dal lato opposto, Hamas ha accusato Netanyahu di aver “condannato a morte gli ostaggi” con la decisione di riprendere le ostilità. In un comunicato, il movimento ha denunciato la ripresa della guerra come un sabotaggio degli accordi di cessate il fuoco, utilizzata dal premier israeliano per distrarre l’opinione pubblica dalla crisi politica interna. Hamas ha inoltre chiesto ai mediatori internazionali di ritenere Israele responsabile per la violazione degli accordi e di fermare l’aggressione.
La Casa Bianca ha confermato che Israele ha consultato l’amministrazione americana prima di lanciare i nuovi raid. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, Brian Hughes, ha dichiarato che Hamas avrebbe potuto prolungare il cessate il fuoco rilasciando gli ostaggi, ma ha scelto invece di continuare il conflitto. A sua volta, la portavoce presidenziale Karoline Leavitt ha ribadito che “gli Stati Uniti non tollereranno atti di terrorismo contro Israele o gli Stati Uniti”, minacciando conseguenze severe per i responsabili.
Il cessate il fuoco, durato circa due settimane e mezzo, si era interrotto mentre si negoziavano ulteriori termini per estendere la tregua. Hamas aveva richiesto che Israele si ritirasse completamente da Gaza come parte della seconda fase dell’accordo, ma Netanyahu ha respinto ogni proposta senza la distruzione completa delle capacità militari del movimento.
Nel frattempo, gli Houthi dello Yemen hanno condannato la ripresa delle operazioni israeliane, dichiarando che i palestinesi non saranno lasciati soli e che intensificheranno il loro sostegno alla causa. Secondo le reti satellitari arabe, l’Iran sarebbe accusato di sostenere il gruppo yemenita.
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