“Ogni singolo attacco lanciato dagli Houthi sarà trattato, da ora in avanti, come un’azione diretta delle armi e della leadership dell’Iran,” ha affermato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, attraverso un post su Truth. “L’Iran ne sarà ritenuto responsabile e dovrà affrontare conseguenze terribili.”
“Non lasciatevi ingannare!” ha proseguito Trump, sottolineando come “gli innumerevoli attacchi compiuti dagli Houthi, una banda di criminali e mafiosi operanti nello Yemen e disprezzati dal popolo yemenita, siano orchestrati direttamente dall’Iran.” Il presidente ha inoltre avvertito che “qualsiasi ulteriore azione o provocazione da parte degli Houthi sarà contrastata con estrema durezza, e non è garantito che tale risposta resti limitata.”
Trump ha accusato l’Iran di “fingere di essere una vittima innocente, sostenendo di aver perso il controllo sui terroristi che agiscono per suo conto.” Tuttavia, ha aggiunto, “l’Iran non ha mai perso il controllo: sta dirigendo ogni loro mossa, fornendo armamenti, supporto finanziario, attrezzature militari avanzate e persino informazioni d’intelligence.”
Nelle prime ore della giornata, i ribelli Houthi hanno dichiarato di aver colpito per la seconda volta in 24 ore una portaerei americana, la USS Harry S. Truman, e altre unità navali nel Mar Rosso settentrionale. Un portavoce del gruppo ha definito l’attacco una “rappresaglia per le aggressioni statunitensi.”
Nel frattempo, nuovi raid aerei statunitensi hanno colpito alcune aree dello Yemen, tra cui la città portuale di Hodeidah e il governatorato di Al Jawf, situato a nord della capitale Sana’a. Secondo l’emittente degli Houthi, Al Masirah, gli attacchi odierni sono una risposta alle minacce dei ribelli di colpire navi dirette verso Israele, dopo il blocco degli aiuti umanitari verso la popolazione nella Striscia di Gaza.
Il ministero della Sanità affiliato agli Houthi ha aggiornato il bilancio delle vittime degli attacchi statunitensi: 53 morti, tra cui cinque bambini e due donne, e 98 feriti. Questi dati sono stati condivisi dal portavoce del ministero, Anis Al-Asbahi, attraverso un post su X.