Tesla, ora la salvezza è negli adesivi ‘anti Musk’
In un periodo in cui tutto ciò che si associa a Elon Musk viene spesso etichettato come filo-trumpiano o addirittura retrogrado, non tutti possono permettersi di vendere la propria Tesla come hanno fatto alcune celebrità, tra cui l’attore Jason Bateman e la cantante Sheryl Crow. La soluzione più economica, per chi desidera ancora guidare un’auto elettrica della casa americana, sembra essere quella di “prendere le distanze” con un semplice adesivo.
Le vendite delle auto Tesla stanno registrando un calo preoccupante, così come il valore delle sue azioni a Wall Street. Al contrario, gli adesivi per esprimere il dissenso verso le attività politiche di Elon Musk stanno vivendo un vero e proprio boom. Un esempio emblematico è quello di Patrik Schneider, un appassionato di auto elettriche tedesco, che aveva inizialmente creato per scherzo adesivi con la scritta “L’ho comprata prima che Elon impazzisse”. Quello che doveva essere un progetto limitato a poche decine di esemplari si è trasformato in un successo commerciale, specialmente dopo l’insediamento di Donald Trump, con Musk visto come un “suggeritore-esecutore” delle politiche più controverse. Schneider ha rivelato di aver ricevuto fino a 2.000 richieste al giorno, trasformando il suo scherzo in un vero business. Alla fine del contratto di leasing, però, ha deciso di cambiare auto, optando per un’elettrica meno “controversa”.
Questo fenomeno è ormai globale: su Amazon, la sezione dedicata agli adesivi per Tesla è diventata una categoria a sé stante. Con circa 9 euro si possono acquistare sticker con frasi come “Amo questa macchina, non Elon Musk” o “Sta’ zitto, Elon!”. Anche i cinesi hanno colto l’opportunità, e su AliExpress adesivi simili si trovano a partire da soli 3 euro. Tuttavia, è possibile trovare anche sticker con messaggi opposti, come “I love Elon” o “Still driving Tesla – Still Team Elon”, sebbene la domanda per questi ultimi sia decisamente inferiore.
Questi adesivi non servono solo a sottolineare una distanza ideologica tra il guidatore e Musk, ma rappresentano anche una sorta di protezione contro possibili atti vandalici. Sempre più spesso, infatti, le vetture Tesla vengono prese di mira come simboli di trumpismo, con episodi di incendi e danneggiamenti documentati. Su Twitter (ora X, di proprietà dello stesso Musk), una utente ha confessato: “Oggi pomeriggio ho visto una Tesla a Sanremo. Ho avuto l’istinto di rigarla”. Un altro automobilista ha dichiarato: “Ho comprato l’auto, non le idee del fascistone… comunque la tentazione di venderla, nonostante abbia meno di due anni, è forte”.
Alcuni, come il senatore democratico Mark Kelly, hanno deciso di disfarsi della loro Tesla. Kelly, definito “traditore” da Musk per il suo impegno in Ucraina, ha spiegato che guidare quella macchina era diventato “come essere un cartellone pubblicitario ambulante per un uomo che sta smantellando il nostro governo e ferendo le persone”. Tuttavia, per altri automobilisti, vendere il proprio veicolo non è così semplice, soprattutto a causa della perdita di valore. Ad esempio, il modello più economico, la Model 3, parte da 37.000 euro, ma i prezzi sul mercato dell’usato sono in netto calo. Come sottolineato da Alberto Sanz de Lama, direttore del portale svizzero Autoscout 24, “la domanda di Tesla è diminuita notevolmente dall’inizio dell’anno”.
Le opzioni per i proprietari di Tesla sembrano dunque limitate: aspettare che Elon Musk cambi atteggiamento, vendere l’auto subendo una perdita economica, oppure acquistare un adesivo per prendere le distanze. C’è chi, come un anonimo automobilista che ha comprato un vistoso CyberTruck, ha scelto una soluzione creativa, riverniciando la parte posteriore del veicolo con la scritta “Toyota”.
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