Farmaceutica: Fab13, aziende storiche del Made in Italy motore dell’economia nazionale
L’industria farmaceutica in Italia si conferma come uno dei settori di punta del Made in Italy, con le Fab13 che consolidano il loro ruolo chiave nell’innovazione, nella ricerca e nella crescita economica del Paese. Secondo l’ultimo rapporto della Fondazione Edison, queste imprese hanno raggiunto ricavi pari a 16,8 miliardi di euro nel 2023, registrando un incremento del 60% rispetto al 2016. Di questi, ben 12,8 miliardi provengono dalle esportazioni, rappresentando il 76% del totale. Il rapporto è stato presentato a Milano, presso il Palazzo Edison, durante un incontro tra Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison, e Sebastiano Barisoni, vicedirettore esecutivo di Radio24, in cui sono stati analizzati i progressi dell’industria farmaceutica italiana negli ultimi due decenni.
Le Fab13 – che includono aziende storiche come Alfasigma, Abiogen Pharma, Angelini Pharma, Chiesi Farmaceutici, Dompé Farmaceutici, I.B.N. Savio, Italfarmaco, Kedrion, Menarini, Molteni, Neopharmed Gentili, Recordati e Zambon – continuano ad espandersi a livello internazionale. Con 67 siti produttivi e 43 centri di ricerca e sviluppo distribuiti in tutto il mondo, mantengono la loro strategia e direzione decisionale in Italia, dove tuttavia le vendite interne rimangono stabili. Queste imprese sono riconosciute tra i sette settori di eccellenza del Made in Italy, accanto a comparti strategici come la meccanica, l’alimentare e la moda.
Secondo Marco Fortis, le Fab13 hanno saputo preservare i valori della loro lunga tradizione, investendo al contempo in tecnologie innovative e nell’internazionalizzazione. Nel 2023, il gruppo ha superato i 16 miliardi di euro di ricavi, sostenuti principalmente dalle esportazioni, che hanno raggiunto i 6,2 miliardi di euro. Per contestualizzare, il valore delle esportazioni delle Fab13 supera il totale dell’export italiano verso l’India (5,2 miliardi) ed è vicino a quello verso il Giappone (8 miliardi). Inoltre, il loro export supera quello di settori d’eccellenza come le navi da crociera (4,2 miliardi) ed è poco distante dai vini (7,8 miliardi). L’incremento di 1 miliardo di euro nelle esportazioni delle Fab13 nel 2023 ha compensato oltre un terzo del calo complessivo dell’export italiano verso la Germania (-2,8 miliardi).
Nel 2023, le Fab13 hanno realizzato investimenti per un totale di 3,4 miliardi di euro, di cui oltre 1 miliardo è stato destinato alla Ricerca & Sviluppo, con una crescita del 12% rispetto all’anno precedente. Una parte significativa, pari a 1,7 miliardi, è stata dedicata alle acquisizioni internazionali per rafforzare il portafoglio prodotti e ampliare la presenza sui mercati esteri. Questi investimenti, che rappresentano più del 50% delle risorse totali, dimostrano l’impegno delle aziende nello sviluppo di farmaci innovativi, terapie personalizzate e trattamenti per malattie rare. Nonostante la loro espansione globale, le Fab13 consolidano i bilanci in Italia, contribuendo significativamente al gettito fiscale nazionale, che supporta la sanità pubblica e la ricerca scientifica. Il settore ha anche un impatto rilevante sull’occupazione, con oltre 47mila addetti, di cui quasi 15mila in Italia, pari al 22% della forza lavoro complessiva dell’industria farmaceutica, in crescita del 3% rispetto al 2022.
Alberto Chiesi, presidente delle industrie farmaceutiche Fab13, ha sottolineato che i dati del rapporto confermano il ruolo strategico delle Fab13 nell’industria farmaceutica italiana. Per mantenere la competitività globale e generare valore per il Paese, è fondamentale che le istituzioni collaborino con il settore. Non si tratta di richiedere sostegno economico, ma di evitare normative che possano compromettere l’efficienza competitiva raggiunta. Tra le priorità indicate, vi sono una maggiore comunicazione tra aziende e decisori pubblici, un quadro normativo stabile e chiaro per favorire gli investimenti, la protezione della proprietà intellettuale attraverso un rafforzamento della tutela brevettuale e una riduzione della pressione fiscale con incentivi mirati a trasformare l’Italia in un hub farmaceutico.
È emersa anche l’importanza di incentivare la ricerca su farmaci orfani e terapie innovative, migliorare la collaborazione tra università e imprese per formare e trattenere talenti scientifici, e semplificare le procedure di approvazione e accesso ai farmaci, con particolare attenzione alla riduzione delle disomogeneità regionali. Il rapporto della Fondazione Edison conferma che le Fab13 costituiscono un pilastro fondamentale per l’industria farmaceutica italiana e globale. Il loro contributo è cruciale non solo per la crescita economica e l’occupazione, ma anche per il posizionamento dell’Italia come leader mondiale del settore farmaceutico.
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