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“Asterix in Lusitania”, il nuovo albo a fumetti esce in autunno  

Il nuovo *albo* della celebre serie a fumetti di Asterix, il quarantunesimo, sarà pubblicato il prossimo autunno e porterà i lettori in una nuova avventura ambientata in *Portogallo*. Intitolato “Asterix in Lusitania”, il fumetto uscirà in lingua francese il 23 ottobre, seguito da traduzioni in altre 18 lingue, tra cui l’italiano: l’edizione italiana, edita da Panini Comics, sarà disponibile dal 30 ottobre. Con una tiratura globale di ben cinque milioni di copie, l’uscita si preannuncia come un evento editoriale di grande portata.

Questa nuova pubblicazione rappresenta la seconda opera sceneggiata dal francese Fabcaro per la serie, mentre i disegni sono opera di Didier Conrad, alla sua settima collaborazione. La trama richiamerà alcuni elementi dell’album del 1971 “Asterix e il Regno degli dei”, ideato dai leggendari autori Albert Uderzo e René Goscinny. Sin dal suo debutto nel 1959, la serie di Asterix ha venduto oltre 400 milioni di copie in tutto il mondo, tradotta in ben 130 lingue.

Secondo quanto anticipato dall’editore francese *Éditions Albert René* (Hachette Livre), “Asterix in Lusitania” sarà ambientato nell’estremo sud-ovest dell’Impero Romano, in una terra nota per i suoi *monumenti storici*, le *specialità gastronomiche* e l’ospitalità dei suoi abitanti. In questa avventura, un ex schiavo lusitano, già apparso in “Asterix e il Regno degli dei”, chiederà l’aiuto di Asterix e Obelix per respingere un assedio romano su una parte della penisola iberica. Fabcaro ha spiegato che la scelta del Portogallo è stata dettata dal suo *clima soleggiato* e dalla novità che questa location rappresenta per le storie del famoso guerriero gallico.

L’azione si svolge 44 anni prima della nascita di Cristo, in un periodo in cui Roma aveva già conquistato gran parte del mondo antico, inclusa la Francia, ad eccezione del leggendario villaggio di Asterix. La conquista del Portogallo antico era per i Romani un obiettivo strategico per accedere a preziose risorse minerarie come l’*oro* e lo *stagno*.

Fabcaro ha dichiarato: “Era fondamentale trovare una destinazione inedita per i nostri protagonisti. Dato che Asterix e Obelix hanno già viaggiato molto, le opzioni si restringono sempre di più! Inoltre, desideravo un albo che fosse *luminoso* e *soleggiato*, ambientato in un paese mediterraneo che evocasse l’idea di una vacanza. La scelta della *Lusitania* (l’attuale Portogallo) è arrivata rapidamente, anche perché ho amato le mie vacanze lì. Gli abitanti sono incredibilmente *ospitali* e *calorosi*. Durante la preparazione dell’albo, abbiamo avuto la possibilità di visitare il Portogallo per immergerci nei luoghi, nell’atmosfera e nelle tradizioni locali, scattando foto e prendendo appunti.”

L’antropologo Manuel Neves, citato dall’editore, ha sottolineato come la conquista del Portogallo da parte di Roma fosse motivata dall’accesso a ricche risorse minerarie, quali oro e stagno. Inoltre, si ritiene che l’albo possa attrarre la numerosa comunità portoghese residente in Francia. A tal proposito, Fabcaro ha ricordato le parole del suo editore: “Questo li renderà felici, perché aspettavano un albo simile da molto tempo.”

L’entusiasmo per questa avventura è stato condiviso anche dall’ambasciatore del Portogallo in Francia, José Augusto Duarte, che ha dichiarato: “Asterix e Obelix partono per la Lusitania! Proprio come i Galli, i coraggiosi *Lusitani*, guidati dal valoroso *Viriato*, si opposero all’Impero Romano per difendere i propri valori, tradizioni e libertà. Questa alleanza con Asterix e Obelix è una notizia meravigliosa. Diamo il benvenuto ai personaggi creati da René Goscinny e Albert Uderzo, ormai parte del nostro immaginario collettivo.”

(di Paolo Martini)

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Attualità

Pino Daniele, 70 anni di musica e di cuore, Napoli abbraccia il suo Mascalzone Latino

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Quella voce. Eh, lo sappiamo, è impossibile dimenticarla. Rauca, rotta, bella proprio perché imperfetta. È passato già un sacco di tempo, dieci anni precisi che Pino se n’è andato via da qui, ma è come se non fosse successo davvero. A Napoli, per noi, Pino Daniele è ancora dappertutto, sta in ogni vicolo, sta in ogni voce che urla un pezzetto di “Napule è” o di “Je so’ pazzo”. Perché lui fa questo, no? Ci fa sentire uniti, vicini, fa venir voglia di abbracciarsi forte e cantare anche se stoni, anche se non sai tutte le parole.

Quest’anno avrebbe fatto 70 anni. Settant’anni. E noi, sapete, ci emozioniamo un sacco pensando a lui così grande, con quei suoi occhi sempre un po’ malinconici ma pieni di vita. Non è facile festeggiare senza la persona che vorresti fosse ancora lì, però ci siamo detti che sì, ne vale la pena. E Napoli si è messa in moto, perché Napoli lo sa fare bene. Incontri, musica, mostre, gente che parla, che ricorda. E poi c’è stato un concerto dal vivo, di quelli che ti si ficcano dentro e ti fanno dire: sì, questa città lo ha amato davvero, lo ama ancora. E noi lo amiamo con lei.

Un ricordo inciso nella pietra: la targa a Palazzo Mirelli

Ci siamo trovati in tarda mattinata davanti a Palazzo Mirelli, in via Santa Maria La Nova, curiosi di vedere con i nostri occhi la targa che la Municipalità 2 di Napoli ha voluto dedicare a Pino. Sulla facciata dell’edificio adesso spiccano parole intense, che raccontano come lì siano nate canzoni indimenticabili. Immaginatevelo, ragazzo timido ma deciso, che scrive i primi appunti di “Napule è” o “Terra mia”. Fa venire la pelle d’oca pensare che quei muri abbiano ascoltato gli accordi iniziali di brani che avrebbero poi segnato la storia della musica italiana.

Non siamo riusciti a trattenere un moto di commozione: il legame tra Pino e Napoli non è mai stato qualcosa di superficiale. È un rapporto profondo, che ha plasmato tanto l’artista quanto la sua gente. E adesso, grazie a questa targa, siamo tutti consapevoli di respirare le sue radici semplicemente camminando per la città.

La mostra “Spiritual”: immergersi nel suo mondo interiore

Spostandoci nel pomeriggio, ci siamo diretti verso il Palazzo Reale per l’anteprima stampa di “Pino Daniele Spiritual”, la mostra curata dal figlio Alessandro. L’apertura al pubblico partirà a breve e continuerà per parecchie settimane. È un percorso multimediale, costruito su documenti inediti, materiali video privati e strumenti cari a Pino. Sapete cosa si respira lì dentro? Un senso di intimità che avvicina chi guarda alla vera essenza dell’artista.

Ci siamo ritrovati di fronte a sezioni tematiche come “Terra mia” e “Le radici e le ali”, che mettono a fuoco il legame indissolubile tra le strade partenopee e la creatività di Pino. Alessandro ha ribadito più volte quanto Napoli e suo padre fossero un tutt’uno. Condividiamo questa idea con voi: quando ascoltiamo la sua musica ci pare di vedere la gente, i colori e l’energia di una città in perenne movimento. Ecco perché la mostra si chiama “Spiritual”: rievoca quello spirito profondo che anima ogni canzone di Pino.

Un tributo filatelico e un inedito da brividi

Tra un evento e l’altro, ci ha sorpreso la notizia di un tributo filatelico lanciato da Poste Italiane. Hanno realizzato un folder con due cartoline commemorative, accompagnate da un annullo postale speciale. A prima vista potrebbe sembrare un semplice gadget, ma in realtà racconta un altro pezzetto dell’unione fra Pino e la sua terra. L’idea di un timbro dedicato a un cantautore è più unica che rara, e sottolinea come il segno lasciato da Pino vada ben oltre la musica.

Poi, d’un tratto, è arrivata la chicca: un brano inedito. “Una parte di me”, scritto da Pino nel 2009 e dedicato al figlio Francesco, è stato reso pubblico proprio in queste ore. Lo abbiamo ascoltato con grande curiosità. La sua voce profonda, che torna a parlarci dopo tanto, ci regala un’emozione pura: l’abbiamo percepita come la carezza di un amico che non se n’è mai andato del tutto.

Je Sto Vicino a Te Forever: la grande notte in Piazza del Gesù

La vera esplosione di gioia si è scatenata di sera, quando piazza del Gesù si è riempita di migliaia di persone accorse per il concerto tributo “Je Sto Vicino a Te Forever – Puorteme a casa mia”. Lo scenario era perfetto: una festa popolare a cielo aperto, luci calde, volti sorridenti. La regia artistica è stata affidata a Nello Daniele, fratello di Pino e musicista che ha voluto farci sentire l’anima di quel Neapolitan Power capace di mescolare il dialetto con il blues, il rock con la tradizione napoletana.

Vi confessiamo che abbiamo sentito i brividi quando è iniziato il primo brano, perché sembrava di rivedere Pino laggiù, in fondo al palco, con la chitarra in mano. Magia pura. La serata è stata anche l’occasione per svelare la medaglia-plettro in argento coniata dalla Zecca dello Stato, un oggetto da collezione che unisce passione musicale e arte orafa.

Tanti artisti, un solo cuore

Abbiamo poi perso il conto di quanti musicisti si siano alternati sul palco. Mario Biondi, con la sua voce calda e avvolgente, i 99 Posse, che hanno portato un’energia travolgente, e poi Serena Autieri come padrona di casa e cantante a sorpresa. E quanta carica hanno trasmesso Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Eugenio Finardi, Michele Zarrillo, Morgan, i Negrita, Enzo Gragnaniello, Francesco Baccini, Rossana Casale, gli Audio 2, Nina Zilli, Ivan Granatino, Letizia Gambi Womanity Quintet, Lina Simons, Natalino (gruppo cileno). Un mosaico di suoni e stili così vari da riflettere l’anima eclettica del Mascalzone Latino.

Durante la serata, sul palco sono saliti non solo musicisti ma anche scrittori e attori: Maurizio De Giovanni, Gaetano Amato, Patrizio Rispo. Ognuno ha condiviso un ricordo, una lettura, una frase capace di farci rivivere momenti autentici. A un certo punto è sembrato che l’intera piazza fosse un’unica voce pronta a omaggiare un uomo che, oltre a essere un grande artista, rimane un simbolo di Napoli.

Oltre i confini partenopei: tutta l’Italia abbraccia Pino

Possiamo dire che l’evento non si è fermato ai confini napoletani. Emittenti radiofoniche e trasmissioni TV nazionali hanno aperto spazi dedicati a Pino Daniele, trasmettendo i suoi brani e intervistando chi lo ha conosciuto da vicino. Rai, media partner dell’iniziativa, ha garantito la registrazione della serata in piazza del Gesù per mandarla in onda più avanti. E sui social, milioni di interazioni: foto, video, frasi tratte dalle canzoni, il tutto a comporre un coro immenso di affetto.

Alcuni fan hanno raccontato che in altre città, da Milano a Palermo, si sono ritrovati nei club a diffondere musica di Pino e a commentarne l’eredità artistica. È come se l’Italia intera si fosse fermata un istante, pronta a dare spazio a quel groove napoletano inconfondibile che sfocia in un universale sentimento di appartenenza.

L’eredità di Pino: non solo note, ma un pezzo di anima

In fondo, perché ci emozioniamo tanto parlando di lui? Forse perché le sue canzoni sono le nostre canzoni, la colonna sonora di momenti che abbiamo vissuto in prima persona. Spesso abbiamo l’impressione che Pino Daniele sia stato un alfiere di Napoli e, al tempo stesso, un viaggiatore che dialogava con il mondo intero. Dal dialetto napoletano al blues, dal jazz al pop, la sua fusione di generi ha segnato una svolta nella canzone d’autore italiana.

Tutto ciò traspare nitidamente nelle parole di chi lo ricorda come un innovatore visionario, capace di unire le diverse culture musicali in un linguaggio unico. E ci piacerebbe che voi, pensando al suo percorso umano, coglieste il senso più profondo di queste celebrazioni: Pino Daniele rappresenta l’esempio di un artista che non si è mai chiuso, ma ha sempre cercato nuove ispirazioni.

Quando parliamo di Pino, parliamo inevitabilmente di Napoli, perché qui – tra i suoni dei vicoli e la luce del mare – lui ha trovato la sua vera identità. Questo anniversario, a dieci anni dalla scomparsa e a settanta dalla sua nascita, è la prova tangibile che le sue radici e i suoi sogni non se ne andranno mai. Anzi, continueranno a vibrare in ogni accordo e in ogni voce che lo omaggerà.

E voi, siete pronti ad accogliere ancora la sua musica? Noi siamo convinti che Pino Daniele appartenga a tutti e che la sua eredità continuerà a influenzare chiunque desideri scrivere, comporre o semplicemente amare la musica con la stessa passione che lui ci ha insegnato. E forse, in mezzo a una folla che canta “Napule è” senza sosta, lo sentiamo ancora suonare. In fondo, il Mascalzone Latino non se n’è mai andato davvero.

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Cultura

Pino Daniele, fino al 6 luglio a Napoli la mostra a Palazzo Reale  

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“Questo titolo è un invito a non fermarsi alla superficie delle cose esposte in questo percorso: oggetti, libri, e materiale inedito che raccontano l’uomo e l’artista. Invitiamo tutti ad andare oltre, a soffermarsi, leggere con attenzione ciò che abbiamo scritto, inclusi i dettagli sotto le fotografie che contestualizzano gli scatti di mio padre con la famiglia, offrendo uno sguardo profondo sul percorso umano di questo genio della musica e sulle vicissitudini della sua vita riflesse nelle sue canzoni.” Queste sono le parole di Alessandro Daniele, figlio di Pino Daniele e presidente della Fondazione Pino Daniele, rivolte alla stampa durante l’anteprima della mostra intitolata “Spiritual”, aperta al pubblico dal 20 marzo al 6 luglio presso Palazzo Reale di Napoli.

La mostra si articola in due sale, con un punto di riferimento essenziale: l’album capolavoro “Terra mia” del 1977. L’esposizione include migliaia di pezzi di materiale inedito, dalle chitarre e altri strumenti utilizzati dal celebre cantautore napoletano, agli spartiti, ai testi scritti a mano, fino alle fotografie che ritraggono l’artista con altri musicisti. Non mancano immagini private e inedite della famiglia, contributi audiovisivi sia pubblici che privati, materiali d’autore e amatoriali, oltre a oggetti personali come i suoi amati giubbotti di jeans e pelle, abiti di scena e altre fotografie.

La mostra offre anche una raccolta di pensieri, che spaziano dai suoi scritti personali alle riflessioni contenute in interviste di varia notorietà. Alessandro Daniele ha condiviso un momento personale: “Stamattina, appena vista la luce della mia camera da letto, ho pensato: aiutami papà, oggi stammi vicino.” Ha poi aggiunto: “Questo progetto è stato una vera e propria ricerca, mi sono sentito libero. Ringrazio il produttore Nicosia: questa mostra rappresenta un impegno economico significativo e mi ha permesso di inserire tutti gli elementi che desideravo, raccontando sia il Pino uomo che il Pino artista.”

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Cultura

‘Erbe spontanee’, una guida ‘dal campo’ per riconoscere le...

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L’arte del foraging e la valorizzazione delle piante selvatiche commestibili sono al centro del nuovo libro pubblicato da Gribaudo, intitolato ‘Erbe spontanee’. Questo volume è già disponibile in preordine sui principali store online e, dal 29 aprile, si potrà acquistare in tutte le librerie italiane. L’opera è frutto della collaborazione tra l’esperta di flora spontanea e guida botanica Wateki Taliana Tobert, i fondatori del progetto editoriale ‘Bosco di Ogigia’, Francesca Della Giovampaola e Filippo Bellantoni, e la talentuosa illustratrice Giada Ungredda.

Nonostante esistano già numerosi libri con lo stesso titolo, questo nuovo volume si distingue per il focus specifico sulla identificazione delle piante. Attraverso l’esame approfondito di 40 specie commestibili, accompagnate da 152 sosia e 58 varietà simili, il libro rappresenta una guida pratica e dettagliata per riconoscere le piante spontanee con precisione.

Il manuale è stato pensato per essere accessibile e facilmente trasportabile, ideale per chi desidera esplorare la natura e riscoprire il sapere tradizionale legato alle piante selvatiche. Questo sapere, un tempo trasmesso di generazione in generazione, oggi rischia di essere dimenticato. “L’uso eccessivo delle app per il riconoscimento delle piante sta generando una tendenza pericolosa: molte persone affidano completamente all’Intelligenza Artificiale la responsabilità di identificare ciò che intendono consumare”, avverte l’autrice Wateki Taliana Tobert.

“Con questo libro vogliamo offrire strumenti concreti per comprendere la flora in maniera approfondita e autonoma. Viviamo un momento storico in cui la conoscenza delle piante sta tornando in auge, e c’è una crescente necessità di risorse aggiornate e facilmente fruibili”, conclude l’autrice. Il volume è ricco di consigli pratici, osservazioni e suggerimenti utili per chi studia le piante selvatiche, aiutandolo a sviluppare maggiore sicurezza e competenze.

Inoltre, domani sera alle ore 21, il libro sarà presentato in anteprima durante un webinar gratuito sul canale YouTube di ‘Bosco di Ogigia’. Durante la diretta, Wateki Taliana Tobert parlerà delle piante spontanee disponibili in questa stagione, fornendo indicazioni su come riconoscerle e utilizzarle.

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