Westworld, il desiderio di un finale continua a pulsare
Ogni volta che qualcuno dice “Westworld” senti qualcosa, no? Cioè, non è solo una serie tv che guardi e passi avanti. È più come un sentimento, una roba che ti prende lo stomaco, ti stringe un po’ il cuore. È futuristico, ok, figo, ma anche un po’ folle, un po’ disordinato. E noi lì, incollati episodio dopo episodio dal 2016, a perderci dentro questo mondo assurdo, fino a quel maledetto giorno del 2022 che hanno detto basta, stop, cancellato.
Così, dal nulla. Ma adesso, dopo tutto sto tempo che abbiamo messo via la speranza, arriva Aaron Paul a dire che forse, magari, chissà, una quinta stagione potrebbe esserci davvero e stavolta finirebbe come si deve. Non lo so voi, ma a noi questa cosa fa un po’ tremare dentro.
Una serie che ha lasciato il segno
Quando Jonathan Nolan e Lisa Joy hanno deciso di mettere le mani su Westworld, non stavano solo rifacendo qualcosa di vecchio, sai? C’era un’intenzione dietro, qualcosa di serio, forte: cercare di capire fin dove siamo davvero liberi e quando invece c’è qualcosa—un algoritmo, una macchina, boh—che decide per noi. La prima stagione ci ha stregato tutti, inutile far finta che non fosse così. Era un disordine bellissimo, ci sentivamo dentro qualcosa di nuovo, diverso, eppure familiare, con quella tensione pazzesca tra uomo e macchina. C’era energia, c’era passione, c’erano cose che ti facevano esplodere il cervello.
E poi è successo quello che succede sempre, perché la perfezione mica esiste. Qualcosa è andato storto, inutile girarci attorno. Ascolti che calavano, scelte discutibili, fan che si spaccavano in due, tre, mille fazioni diverse. Fino a quel giorno, autunno 2022, quando è arrivato l’annuncio che nessuno voleva sentire: fine della corsa. Uno stop improvviso, una botta secca che ci ha lasciati tutti un po’ spaesati, delusi, amareggiati. Una storia interrotta a metà, con mille domande ancora aperte che ti rimangono lì, ferme nello stomaco. Ed è questa la verità, la dura, brutta verità.
Aaron Paul e la prospettiva di un addio meno amaro
Da allora abbiamo sentito qua e là varie opinioni, alcune più disilluse, altre smaniose di un ritorno, anche simbolico. È stato però Aaron Paul, l’attore che ha dato vita al personaggio di Caleb Nichols a partire dalla terza stagione, a riaccendere i riflettori sulla possibilità di un’ultima corsa. In un’intervista rilasciata a ComicBook, Paul ha confessato di aver avuto un confronto con Nolan su come avrebbe dovuto concludersi tutto. Ha ammesso di non voler alimentare false speranze, eppure un filo di ottimismo nel suo sguardo si è intravisto eccome. Ha detto di avere “le idee molto chiare”, spiegando che l’intenzione esiste, sebbene resti tutto appeso a mille variabili.
Il punto è questo: chi ha seguito Westworld non vuole solo una chiusura rapida o uno special di un’ora. C’è un desiderio di coerenza e di completamento, lo stesso che trapela dalle parole di Aaron Paul. Sembra quasi che l’intero cast – almeno in parte – abbia la necessità di concludere la storia nel modo in cui era stata originariamente pensata.
Jonathan Nolan e quella voglia di finire il lavoro
Prima ancora della cancellazione ufficiale, Jonathan Nolan non aveva fatto segreto di voler portare a termine il progetto. Ad aprile 2024 ribadiva la sua intenzione di dare alla serie un approdo naturale, dichiarando: “Siamo dei perfezionisti… Vorremmo portare a termine la storia che abbiamo iniziato”. A prescindere dai calcoli di produzione o dai numeri d’ascolto, appariva chiaro che la visione dei creatori non era affatto conclusa.
Ora, a distanza di tempo, si risente la stessa spinta ideale. Nolan non mostrava rimpianti per come si erano svolte le cose, eppure parlava di un desiderio molto forte di concludere l’arco narrativo rimasto in sospeso. Ed è qui che la speranza di molti si riallaccia: dare un senso definitivo a vicende, personaggi, visioni futuristiche e atmosfere western che hanno fatto scuola.
Uno spiraglio di luce
A noi, in fondo, interessa sapere se Westworld potrà davvero tornare. È difficile prevedere se le parole di Aaron Paul si trasformeranno in un vero contratto di produzione per una quinta stagione. Tuttavia, questa piccola scintilla di ottimismo sembra sufficiente a riavvivare l’entusiasmo attorno a un universo narrativo che non ha mai smesso di far discutere.
Forse non è ancora finita. E se mai dovesse arrivare l’occasione di vedere Westworld chiudere in grande stile, saremmo pronti a sederci di fronte allo schermo con la stessa trepidazione di quel lontano 2016. Perché alcune storie meritano un addio degno di essere ricordato, e ci auguriamo che, un giorno, l’ultima parola spetti davvero al parco dei sogni (e degli incubi) più futuristico del piccolo schermo.
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