The Voice Senior, quell’entusiasmo che non va in pensione: il format Rai che ribalta gli ascolti
Senza troppi fronzoli, lasciateci dire che assistere a The Voice Senior il venerdì sera è un po’ come ritrovare un vecchio compagno di viaggio che irrompe con una valigia colma di ricordi, musica e speranze mai davvero sopite. È un fenomeno televisivo che sorprende, stuzzica la curiosità e, soprattutto, incolla allo schermo un pubblico variopinto, contribuendo a un risultato di share impressionante: 23,19% di media. Numeri che hanno surclassato un’altra corazzata del piccolo schermo come Tale e Quale Show, ferma al 21,33%.
La forza di questo programma, in onda su Rai Uno, sta nella sua capacità di raccontare le storie di donne e uomini che, magari, hanno lasciato le proprie ambizioni a prendere polvere in un cantuccio della vita, finché l’occasione giusta non si è presentata. Vederli sfoderare talento e carisma, nonostante il tempo abbia marcato la loro pelle e i loro capelli, è un’esperienza che scalda l’anima. Difficile descrivere quello scatto di cuore che si prova quando uno dei giudici preme il fatidico pulsante e la sedia rossa si gira, quasi a sussurrare: “Ehi, ti ascolto. Finalmente.”
Un format che sfida gli stereotipi
Spesso, quando sentiamo parlare di talent show, immaginiamo ragazzi giovanissimi in cerca della grande occasione discografica. Ma The Voice Senior scardina in un colpo solo questa idea: protagonisti sono concorrenti over 60, persone che hanno portato avanti il canto tra un lavoro qualunque e i doveri di ogni giorno, senza mai spegnere quel lumicino di passione. In molti, all’inizio, erano scettici. Il pensiero di affidare la prima serata a un pubblico maturo sembrava azzardato, eppure i fatti dicono il contrario.
Se guardiamo indietro, la versione classica di The Voice, in onda su Rai Due dal 2013 al 2019, non aveva raggiunto traguardi così soddisfacenti: si era fermata a uno share medio del 10,36%, un dato modesto rispetto a ciò che vediamo oggi. Nel 2020, qualcuno in Rai decide di fare un test, composto da cinque puntate sperimentali. Ed ecco che, puntata dopo puntata, The Voice Senior pianta radici solide e si trasforma in un appuntamento annuale imperdibile.
Antonella Clerici: la conduttrice di famiglia
Un ruolo cruciale in questo successo appartiene alla conduzione di Antonella Clerici, volto amato dai telespettatori di Rai Uno per la sua spontaneità. Possiamo permetterci di definirla “un’amica di lunga data” per chi segue la TV da decenni. Ha quell’energia sobria e insieme vivace che riesce a mettere a proprio agio persone che, magari, non hanno mai visto un palco televisivo in vita loro. Sembra quasi di intravederle l’emozione negli occhi quando si accorge che un concorrente sta vivendo il sogno di una vita. Avere un punto di riferimento familiare, specie in prima serata, crea un clima raccolto, che fa sentire tutti parte di un’unica grande avventura.
Le storie dietro ogni voce
C’è da dire che il fulcro di The Voice Senior non è tanto la gara, quanto i racconti di vita. Chi sceglie di partecipare, di solito, non ambisce a un contratto stellare o a una svolta clamorosa di carriera. Aspira piuttosto a una rivincita personale, a un riconoscimento: “Ho fatto bene a non mollare il canto, anche se l’ho messo in un cassetto per anni?”
Da una parte c’è la nonna che un tempo si esibiva alle feste di quartiere, poi la famiglia, i nipoti, le bollette e ogni genere di responsabilità hanno preso il sopravvento. Dall’altra, c’è il signore che, in gioventù, suonava con piccole band locali, sognando un tour tutto suo, ma la vita aveva in serbo altre priorità. Più che puro intrattenimento, sembra un megafono per sogni coperti di polvere. E sentire quei sogni rinascere in diretta non è soltanto emozionante: ci fa sentire parte di una comunità che si nutre di speranza, dove l’età non è mai un ostacolo definitivo.
Giudici in poltrona, ma con la grinta di una band
A rendere The Voice Senior uno spettacolo nel vero senso della parola, concorre il “quartetto” di giurati. Li vediamo seduti su quelle poltrone rosse, pronti a voltarsi al momento giusto. Ognuno rappresenta uno stile, un registro emotivo. Gigi D’Alessio, con la sua storia nel pop melodico italiano, dispensa consigli in modo quasi paterno, rivelando aneddoti di una gavetta lunga e faticosa. Clementino, rapper irriverente, getta una ventata di allegria partenopea che scalda l’atmosfera. Arisa, con la sua sensibilità a fior di pelle, oscilla tra ironia e malinconia in un modo tutto suo. E Loredana Bertè, la regina rock, ha il magnetismo di chi ha calcato palchi per una vita intera, senza mai perdere l’attitudine ribelle.
L’interazione tra questi quattro mondi a prima vista inconciliabili dà vita a un continuo scambio di battute, confidenze, battibecchi bonari. È come assistere a un concerto di personalità: si stuzzicano, si confrontano, ma quando una voce dal timbro unico irrompe sul palco, scatta all’istante un rispetto profondo, un po’ come se di colpo ricordassero che, lì davanti, c’è una vita da onorare.
Numeri da record: perché piace così tanto?
Leggendo i dati degli ascolti, risulta chiaro che The Voice Senior non è un semplice fenomeno passeggero. Con una quota che supera il 23%, il programma ha addirittura scalzato un gigante storico come Tale e Quale Show, fermo intorno al 21%. Il pubblico che sintonizza Rai Uno il venerdì sera sceglie uno show che mette in primo piano la genuinità.
Al di là della sfida tra numeri, c’è un elemento quasi “terapeutico” per molti spettatori: vedere persone dai capelli bianchi prendersi finalmente la loro occasione. In un contesto televisivo a volte dominato da polemiche, eccessi, prime donne, è rigenerante imbattersi in volti che arrivano su quel palco con la grinta di chi vuole regalarsi un ricordo indimenticabile. Alcuni decidono di partecipare perché, dopo aver cresciuto figli e nipoti, sentono il bisogno di tornare al proprio sogno. Altri ancora avevano rinunciato in gioventù, ma la passione è rimasta lì, a pulsare in silenzio.
Una scommessa vincente per la Rai
Se qualcuno si chiede come mai Rai Uno abbia puntato su un format del genere, basti ricordare che The Voice in chiave classica, nelle ultime edizioni su Rai Due, aveva un po’ perso smalto. La scelta di coinvolgere conduttrice e concorrenti fuori dagli schemi giovanilistici ha pagato. Non ci troviamo di fronte a un talent spietato, dove si inseguono contratti discografici milionari, ma a un riflettore puntato su un fenomeno che, semplicemente, funziona: l’energia di chi non si arrende, nemmeno a sessant’anni o più.
Dopo l’avvio nel 2020 con poche puntate, la risposta del pubblico è stata decisamente incoraggiante, spingendo la produzione a investire in un’edizione fissa ogni anno. Nel frattempo, sono nate anche versioni collaterali come The Voice Kids e The Voice Generation, ma il successo clamoroso resta quello “Senior”.
Oltre la gara: un messaggio di speranza
Forse la chiave vera di The Voice Senior è l’idea che la passione non abbia scadenza. Ci sono esibizioni che racchiudono l’eco di un’intera esistenza: un ex militare che intona una canzone sentita, l’infermiera in pensione che canta a squarciagola come se la sua vita dipendesse da quel brano. Non si tratta di vendere dischi o di arricchirsi. È più un modo per gridare: “Eccoci, siamo ancora qui e non è tardi per regalare agli altri ciò che abbiamo dentro.”
Il pubblico, a sua volta, risponde con trasporto. Sui social, volano commenti che spaziano dalla pura commozione alla condivisione di ricordi personali. È uno di quei rari momenti in cui la TV riesce a farci sentire meno distanti, come se ci stessimo raccontando l’un l’altro: “Lo vedi? Si può riprendere un sogno anche in tarda età.”
Un futuro sempre più luminoso?
Pare che la stagione in corso stia consolidando il trionfo degli ascolti, spingendo molti a chiedersi se questo format abbia già raggiunto il suo picco o se potrà innovarsi ancora. Noi crediamo che The Voice Senior abbia imboccato la strada giusta per rimanere nel cuore degli spettatori a lungo. Finché ci saranno persone disposte a rispolverare le proprie aspirazioni più intime, la trasmissione potrà continuare a regalarci spaccati di vita unici.
A conti fatti, The Voice Senior non è un semplice show canoro: è un inno alla vitalità che emerge quando, nonostante gli anni, qualcuno trova il coraggio di presentarsi a un pubblico di milioni di persone, con gli occhi lucidi e la voce che racconta mille ricordi. È questo il segreto che ha valso al programma share altissimi e un affetto collettivo tangibile. In fondo, chi non ha mai sognato di cantare sotto i riflettori almeno una volta? Il venerdì sera su Rai Uno, c’è chi lo fa, e quell’emozione diventa di tutti.

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