Naomi Ackie, da “Lady Macbeth” a “Mickey 17”: un viaggio tra talento e coraggio
Difficile non notare l’energia di Naomi Ackie quando la si vede in azione. È un’attrice che conquista la scena con una disarmante naturalezza, e che oggi ritroviamo nel nuovo progetto di Bong Joon-ho, Mickey 17. Ma prima di approdare a questo titolo tanto atteso, ha regalato performance vibranti in Blink Twice e nell’intenso I Wanna Dance With Somebody.
Eppure, il suo vero biglietto da visita sul grande schermo è arrivato con Lady Macbeth. Un film in costume, certo, ma non aspettatevi una favola d’altri tempi: qui si respira un’aria intrisa di tensioni, costrizioni e barriere in apparenza insormontabili. Ci troviamo immersi in un’epoca rigida, dove la protagonista Katherine (interpretata da Florence Pugh) è “confinata” in un matrimonio senz’anima con Alexander (Paul Hilton), sotto lo sguardo soffocante del suocero Boris (Christopher Fairbank).
Dai progetti più recenti alle origini sul set
Siamo stati colpiti, negli ultimi anni, dalle diverse sfaccettature di Ackie: la forza emotiva che ha portato in Blink Twice e la determinazione che ha messo in mostra come co-protagonista in I Wanna Dance With Somebody hanno convinto critica e pubblico. Ma è proprio in quel debutto in Lady Macbeth che ha iniziato a lasciare il segno.
Ackie veste i panni di Anna, la domestica, una figura che non ha possibilità di sottrarsi alle regole di quel microcosmo claustrofobico. È lei l’unica donna nera in un ambiente aristocratico bianco, circondata da poteri forti e atteggiamenti ostili. C’è un misto di rabbia e rassegnazione che trapela dal suo sguardo, un’inquietudine soffocata che non le concede tregua. E noi, come spettatori, percepiamo ogni singolo sussulto interiore.
L’interpretazione che non passa inosservata
C’è un momento, in particolare, che alcuni di noi ricordano bene: Anna, piegata dalla tristezza, piange in silenzio dopo un lutto improvviso. Una scena breve ma potente, dove Naomi Ackie comunica un tormento agghiacciante, colmo di dignità spezzata. Qualcosa di molto lontano dalle favole in costume che ci si aspetterebbe.
Ecco perché, quando guardiamo al suo percorso, ci rendiamo conto di quanto fosse evidente fin dall’inizio il potenziale di questa attrice. Oggi la vediamo coinvolta in un progetto ambizioso come Mickey 17 e pensiamo a quanta strada abbia fatto dal suo esordio. Non è stato un viaggio semplice, ma ogni ruolo l’ha plasmata, permettendole di esprimere quella passione sconfinata che la rende unica. E forse, in fondo, è proprio ciò che ci affascina: la sensazione che dietro ogni sua espressione ci sia un mondo complesso, da scoprire fotogramma dopo fotogramma.
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