Addio a Pietro Genuardi, quando un volto amato diventa leggenda della TV italiana
Qualcuno se lo ricorda così, con quel modo brusco, un po’ spigoloso… quel tipo che magari sulle prime ti stava quasi antipatico, ma poi, bastavano un paio di battute, e ti scappava da ridere. Di quelle risate vere, piene. Altri invece, sì, lo sentivano proprio come uno di famiglia. Giorno dopo giorno, lì, in salotto, mentre la vita scorreva tra una puntata di Centovetrine e una scena del Paradiso delle Signore. Un volto che diventava un’abitudine, una compagnia, una certezza.
E adesso arriva questa notizia che ti prende a schiaffi, proprio mentre non te l’aspetti, e lascia un vuoto assurdo, che non riesci a spiegarti, figurarsi a raccontarlo. Pietro Genuardi se n’è andato a 62 anni, dopo aver combattuto una malattia di quelle cattive, una lotta silenziosa, crudele, al Policlinico Umberto I di Roma.
Linda, la moglie, Jacopo, il figlio, Gabriella e Pippo, i suoi genitori, hanno messo insieme poche parole, semplici, quasi a voler chiedere scusa per tutto l’affetto ricevuto. Un grazie sofferto, delicato, e si sente tutto quello che provano, perché sì, ci siamo passati tutti, lo sappiamo com’è dover salutare qualcuno che ci ha fatto stare bene così tante volte. Ed eccoci qui a pescare tra i ricordi, quel sorriso che ci è scappato, quella volta in cui ci ha fatto girare le scatole, o magari ci ha fatto commuovere senza dircelo troppo chiaramente. Pietro, lui sì che era uno che parlava diretto, uno vero, uno che lo sentivi vicino, senza maschere, senza inutili giri di parole.
Un’assenza che fa rumore
La triste notizia della sua morte, avvenuta venerdì 14 marzo, arriva dopo mesi in cui l’attore non compariva più nel cast de Il Paradiso delle Signore. Stando a quanto raccontato dai famigliari, la diagnosi era arrivata già da un po’, quando Genuardi aveva deciso di condividere la sua lotta su vari canali social. Il percorso di cura si prospettava lungo, con la prospettiva di un trapianto di midollo che potesse dargli nuove speranze.
Dover abbandonare il set, per lui, non è stato soltanto un dovere clinico, ma pure un sacrificio doloroso verso un lavoro che amava profondamente. Aveva scritto di dover affrontare un secondo ciclo di chemioterapia e che presto non lo avremmo più visto in onda. Quelle parole, lette mesi fa, lasciavano trapelare un misto di coraggio e timore, come se ci si preparasse a un viaggio duro ma inevitabile.
La strada dal teatro all’horror
Non tutti ricordano che l’attore, milanese di nascita, aveva iniziato la sua avventura formandosi al Piccolo Teatro di Milano, diplomandosi nel 1987. Una base solida, forgiata sotto la guida di registi di rilievo come Massimo Castri e Beppe Navello. Scelte artistiche di grande spessore, che lo spinsero presto a sperimentare anche nel cinema di genere: a fine anni ’80, eccolo in film horror come Le porte dell’inferno, Paganini Horror o Killer Crocodile. Un percorso forse inusuale, che gli spalancò però le porte di un panorama cinematografico articolato e in continua evoluzione.
Tra cinema e televisione: un talento dai mille volti
Nel corso degli anni ’90, lo abbiamo visto misurarsi con registi del calibro di Dario Argento e Luigi Magni e prendere parte a commedie come Facciamo fiesta o film dal tono più drammatico come Naja. Ogni progetto sembrava cucirgli addosso una sfaccettatura diversa, segno di un attore poliedrico che amava passare da un genere all’altro senza paura.
Eppure, la sua popolarità presso il grande pubblico ha conosciuto un’esplosione definitiva con le soap. Prima Vivere, poi – e soprattutto – il ruolo di Ivan Bettini in Centovetrine. Genuardi è rimasto in questa produzione dal 2001 al 2014 e chi lo ha seguito in quelle vicende interminabili, piene di intrighi e passioni, non può che conservare in mente il suo volto come un’icona di quell’epoca televisiva.
Dopo la lunga avventura su Mediaset, c’è stato l’ingresso in Rai. Dal 2019 Genuardi è diventato il magazziniere Armando Ferraris, figura centrale nella quotidianità della soap pomeridiana Il Paradiso delle Signore. Ruolo che gli ha regalato un nuovo pubblico, forse più eterogeneo, continuando a confermare la sua bravura. Questo fino a pochi mesi fa, quando la malattia ha preteso tempo, energie, speranze. Ha deciso di fermarsi, seppur a malincuore, salutando il team di Rai 1 e migliaia di spettatori che si erano affezionati a quel personaggio generoso, dal cuore grande.
Un autore attento anche al sociale
Dietro la telecamera, Genuardi coltivava altre passioni: non solo attore, ma anche autore e regista teatrale, con all’attivo opere come Vite provvisorie, Bum Bum liberi tutti, Cambiostagione, Funerale all’Italiana. Aveva realizzato ben tre spot per l’OMS, dedicati a importanti tematiche sociali e collaborava con testimonial noti, cercando di sfruttare la sua visibilità per veicolare messaggi di valore. Un impegno concreto, che dimostrava una sensibilità al di là della finzione scenica.
Nella sfera personale, Genuardi era stato sposato con l’attrice Gabriella Saitta, con cui aveva avuto un figlio, Jacopo, nel 1991. Successivamente, aveva vissuto una relazione con l’attrice Valentina Botto, terminata nel 2007. E poi l’incontro con Linda Ascierto, assistente di volo, al suo fianco dal matrimonio del 2020 fino all’ultimo respiro. Sono stati momenti di condivisione e di coraggio, come testimoniano i ringraziamenti che Linda ha voluto rivolgere a chi ha sostenuto Pietro durante il periodo di ricovero.
Un’eredità di passione
La scomparsa di Pietro Genuardi non lascia soltanto un vuoto nella programmazione televisiva, ma anche un vuoto emotivo in chi ha creduto nel suo talento. Pensare che non rivedremo più i suoi occhi intensi sullo schermo fa male. Eppure, il ricordo di quei personaggi rimane vivo. Le interpretazioni, dal teatro all’horror, dalle commedie ai drammi, continueranno a circolare: Dellamore Dellamore, Bastardi, Un’insolita vendemmia, Mi rifaccio il trullo, Show Me What You Got, Brave ragazze, Il destino degli uomini, Viaggio a sorpresa. Un elenco che suggerisce la sua voglia di sperimentare, di buttarsi in avventure sempre diverse.
Siamo di fronte a un addio che ci fa riflettere sulla fragilità della vita. E se da un lato ci rattrista, dall’altro ci ricorda quanta luce possa portare un attore dentro le nostre case. Genuardi ci ha lasciato questo: la certezza che il suo sorriso e il suo carisma sopravviveranno a lungo, scritti nella storia recente della televisione italiana. E nel mezzo del nostro dolore, siamo grati di averlo incontrato in scena. Un saluto che, anche se pieno di malinconia, non spegne l’eredità di un artista che ha saputo regalare emozioni vere, intense, a tutti noi.
Cerchi qualcosa in particolare?
Pubblichiamo tantissimi articoli ogni giorno e orientarsi potrebbe risultare complicato.
Usa la barra di ricerca qui sotto per trovare rapidamente ciò che ti interessa. È facile e veloce!