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Tradimento, segreti e bugie: Zeliş rischia tutto per amore

Un vortice di emozioni, fatto di rivelazioni esplosive e sguardi che non mentono, sta investendo le vicende di Tradimento, la serie che accende l’attenzione sui legami familiari più insidiosi. Gli eventi recenti, hanno spinto Zeliş (interpretata da Selin Kahraman) a riconsiderare tutto ciò che credeva di sapere sulle persone a lei più vicine.

Un intrigo che cresce senza sosta

C’è un risvolto inquietante dietro l’apparenza di normalità. Zeliş, figlia di İlknur Gülsoy (Özlem Tokaslan), si trova all’improvviso a fare i conti con una parentela taciuta per troppo tempo: Yeşim Denizeren (Asena Girişken), infatti, è sua cugina. Eppure, la ragazza – almeno fino a poco tempo fa – non sapeva nulla di questo vincolo, perché conosceva Tarık Yenersoy (Mustafa Uğurlu), che è legato a Yeşim, sotto un nome falso, quello di “Murat”. Nessuno si aspettava che il passato sarebbe tornato così prepotentemente alla ribalta, eppure è accaduto: un segreto custodito male finisce per crollare, e così la fiducia tra i protagonisti inizia a sgretolarsi.

L’ombra di un amore ferito

Ozan Yenersoy (Yusuf Çim), che a noi appariva come il tipico innamorato pronto a difendere Zeliş da ogni difficoltà, stavolta è travolto dai sospetti. Non si tratta più di apprezzare un sorriso o inseguire un sogno romantico: qui, l’argomento è delicato perché coinvolge retroscena di cui Ozan era all’oscuro.

Lui ha un intuito notevole, e ha cominciato a raccogliere indizi qua e là, spesso grazie ai pettegolezzi e alle mezze verità che circolano su Yeşim e la sua piccola Öykü (Masal Ayşe Gençer). Ha persino parlato con chi conosce bene il passato complicato di questa famiglia allargata. A un certo punto, si ritrova con un puzzle quasi completo tra le mani, e a quel punto i dubbi diventano insofferenza, rabbia.

Il ritorno di Güzide

Nel frattempo, però, c’è un altro fatto a scuotere gli equilibri: Güzide Özgüder (Vahide Perçin), donna combattiva e molto determinata, ha ripreso possesso della sua vecchia casa. La conseguenza? Yeşim è costretta a tornare lì, benché l’idea la irriti parecchio. Le tensioni, già vive, si infiammano. Non aiuta certo scoprire che, tempo addietro, Yeşim aveva venduto di nascosto un quadro appartenente proprio a Güzide, raccontando a Tarık di essere stata derubata. Come se non bastasse, aveva fatto sparire anche altri oggetti di valore, tra cui tre televisori, per giustificare i quali si era inventata un furto.

Quando Güzide scorge quel dipinto in un negozio di articoli usati, la bugia si svela clamorosamente, e lei decide di tendere a Yeşim un piccolo agguato. La invita in casa per un confronto, e l’incontro si trasforma in un ring: Yeşim cerca conforto portandosi dietro İlknur, ma la presenza della cugina di Zeliş non serve a stemperare un clima già rovente.

L’inatteso faccia a faccia

Proprio mentre Güzide prova a smascherare Yeşim con fermezza, Zeliş e Ozan arrivano a casa per salutare Ümit (Cem Sürgit), ignari dello scontro in atto. La coincidenza è fatale. Nel bel mezzo della discussione, İlknur si lascia sfuggire un “mamma” rivolgendosi a Zeliş, e da lì non ci vuole molto perché tutti capiscano la parentela tra le due donne. Yeşim, in sostanza, non è soltanto un’ospite scomoda, ma una cugina che ha taciuto il legame di sangue.

È un istante che spiazza chiunque: Tarık, Zeliş, persino Güzide. Il silenzio si rompe, e i nodi vengono al pettine in modo clamoroso. Zeliş si sente ingannata, Ozan si sente tradito. Lui, ormai, non distingue più bugie da verità: c’è chi lo ha avvertito delle ambiguità di Yeşim fin dall’inizio, e ora crede che la sua Zeliş fosse complice di un complotto.

La rottura che fa tremare

Il dolore di Zeliş, in quell’istante, non è solo rabbia o delusione. È la sensazione di essere accusata ingiustamente dall’uomo che ama. Quel momento di confronto diventa uno spartiacque per entrambi: lei con le lacrime agli occhi, lui ormai convinto che la ragazza gli abbia nascosto troppe cose. E si arriva a un finale di puntata dal retrogusto amaro, in cui lui se ne va e lei rimane immobile, prigioniera di parole che non ha avuto il tempo di spiegare.

Cosa aspettarsi ora

La storia non si chiuderà qui. Gli intrighi familiari, le tensioni e le gelosie continueranno a dominare la scena nelle prossime puntate di Tradimento. Zeliş dovrà trovare la forza di chiarire la propria posizione, mentre Ozan dovrà decidere se credere ancora in un sentimento nato senza colpa.

E forse ci si chiede: fino a che punto la verità può sanare un torto, soprattutto quando entra in gioco l’orgoglio di chi si sente ingannato? Preparatevi: questi personaggi, con le loro vicende travagliate, hanno ancora molte carte da scoprire.

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Intrattenimento

Newsroom di Monica Maggioni: un tuffo nelle sfide globali

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Vvogliamo portarvi dentro un mondo di inchieste e di storie che ci colpiscono dritto allo stomaco. Newsroom, creato e condotto da Monica Maggioni, torna venerdì 21 marzo su Rai 3 in prima serata (21.20) e prosegue fino al 18 aprile. Sì, cinque settimane di dirette che si incastrano con una formula davvero interessante: oltre all’appuntamento televisivo, ci sarà una docuseries su RaiPlay, quattro episodi da mezz’ora ognuno, focalizzati su vari aspetti dello stesso tema.

Uno spazio crossmediale

Abbiamo scelto di raccontare questo progetto perché unisce il pubblico tradizionale e chi preferisce la fruizione digitale. Newsroom nasce proprio con l’idea di far dialogare questi due mondi. In redazione, un gruppo di giornalisti si muove tra reportage, analisi di dati ed esperienze dal campo. Non è una semplice trasmissione: è come un flusso di lavoro che vediamo in tempo reale, con inchieste che prendono forma e interviste che illuminano questioni spesso trascurate.

Il primo argomento: cibo e obesità

Avete mai riflettuto sulle conseguenze di un’alimentazione troppo elaborata? Nel primo capitolo di Newsroom, si parte proprio dal cibo iper-processato e dalle sue ricadute sulla salute. L’Occidente fa i conti con l’eccesso, gli Stati Uniti in particolare subiscono un’epidemia che il Segretario alla Salute Robert Kennedy Jr. sta provando a contrastare con tutte le sue forze. Intanto, i sistemi sanitari si trovano ingolfati da malattie legate a una dieta sbagliata. Un problema enorme, non solo medico ma anche economico.

Pensiamo che questa docuseries possa spingervi a vedere le cose da un’altra prospettiva. Newsroom intreccia grandi interviste e reportage realizzati in vari Paesi, coinvolgendo voci di esperti e protagonisti diretti. Ci sentiamo di consigliarvi questa esperienza perché riesce a mescolare passione, cronaca e analisi, invitandoci a riflettere su ciò che avviene intorno a noi. Sarà un viaggio e speriamo che vogliate condividerlo con noi.

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Attualità

Pino Daniele, 70 anni di musica e di cuore, Napoli abbraccia il suo Mascalzone Latino

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Quella voce. Eh, lo sappiamo, è impossibile dimenticarla. Rauca, rotta, bella proprio perché imperfetta. È passato già un sacco di tempo, dieci anni precisi che Pino se n’è andato via da qui, ma è come se non fosse successo davvero. A Napoli, per noi, Pino Daniele è ancora dappertutto, sta in ogni vicolo, sta in ogni voce che urla un pezzetto di “Napule è” o di “Je so’ pazzo”. Perché lui fa questo, no? Ci fa sentire uniti, vicini, fa venir voglia di abbracciarsi forte e cantare anche se stoni, anche se non sai tutte le parole.

Quest’anno avrebbe fatto 70 anni. Settant’anni. E noi, sapete, ci emozioniamo un sacco pensando a lui così grande, con quei suoi occhi sempre un po’ malinconici ma pieni di vita. Non è facile festeggiare senza la persona che vorresti fosse ancora lì, però ci siamo detti che sì, ne vale la pena. E Napoli si è messa in moto, perché Napoli lo sa fare bene. Incontri, musica, mostre, gente che parla, che ricorda. E poi c’è stato un concerto dal vivo, di quelli che ti si ficcano dentro e ti fanno dire: sì, questa città lo ha amato davvero, lo ama ancora. E noi lo amiamo con lei.

Un ricordo inciso nella pietra: la targa a Palazzo Mirelli

Ci siamo trovati in tarda mattinata davanti a Palazzo Mirelli, in via Santa Maria La Nova, curiosi di vedere con i nostri occhi la targa che la Municipalità 2 di Napoli ha voluto dedicare a Pino. Sulla facciata dell’edificio adesso spiccano parole intense, che raccontano come lì siano nate canzoni indimenticabili. Immaginatevelo, ragazzo timido ma deciso, che scrive i primi appunti di “Napule è” o “Terra mia”. Fa venire la pelle d’oca pensare che quei muri abbiano ascoltato gli accordi iniziali di brani che avrebbero poi segnato la storia della musica italiana.

Non siamo riusciti a trattenere un moto di commozione: il legame tra Pino e Napoli non è mai stato qualcosa di superficiale. È un rapporto profondo, che ha plasmato tanto l’artista quanto la sua gente. E adesso, grazie a questa targa, siamo tutti consapevoli di respirare le sue radici semplicemente camminando per la città.

La mostra “Spiritual”: immergersi nel suo mondo interiore

Spostandoci nel pomeriggio, ci siamo diretti verso il Palazzo Reale per l’anteprima stampa di “Pino Daniele Spiritual”, la mostra curata dal figlio Alessandro. L’apertura al pubblico partirà a breve e continuerà per parecchie settimane. È un percorso multimediale, costruito su documenti inediti, materiali video privati e strumenti cari a Pino. Sapete cosa si respira lì dentro? Un senso di intimità che avvicina chi guarda alla vera essenza dell’artista.

Ci siamo ritrovati di fronte a sezioni tematiche come “Terra mia” e “Le radici e le ali”, che mettono a fuoco il legame indissolubile tra le strade partenopee e la creatività di Pino. Alessandro ha ribadito più volte quanto Napoli e suo padre fossero un tutt’uno. Condividiamo questa idea con voi: quando ascoltiamo la sua musica ci pare di vedere la gente, i colori e l’energia di una città in perenne movimento. Ecco perché la mostra si chiama “Spiritual”: rievoca quello spirito profondo che anima ogni canzone di Pino.

Un tributo filatelico e un inedito da brividi

Tra un evento e l’altro, ci ha sorpreso la notizia di un tributo filatelico lanciato da Poste Italiane. Hanno realizzato un folder con due cartoline commemorative, accompagnate da un annullo postale speciale. A prima vista potrebbe sembrare un semplice gadget, ma in realtà racconta un altro pezzetto dell’unione fra Pino e la sua terra. L’idea di un timbro dedicato a un cantautore è più unica che rara, e sottolinea come il segno lasciato da Pino vada ben oltre la musica.

Poi, d’un tratto, è arrivata la chicca: un brano inedito. “Una parte di me”, scritto da Pino nel 2009 e dedicato al figlio Francesco, è stato reso pubblico proprio in queste ore. Lo abbiamo ascoltato con grande curiosità. La sua voce profonda, che torna a parlarci dopo tanto, ci regala un’emozione pura: l’abbiamo percepita come la carezza di un amico che non se n’è mai andato del tutto.

Je Sto Vicino a Te Forever: la grande notte in Piazza del Gesù

La vera esplosione di gioia si è scatenata di sera, quando piazza del Gesù si è riempita di migliaia di persone accorse per il concerto tributo “Je Sto Vicino a Te Forever – Puorteme a casa mia”. Lo scenario era perfetto: una festa popolare a cielo aperto, luci calde, volti sorridenti. La regia artistica è stata affidata a Nello Daniele, fratello di Pino e musicista che ha voluto farci sentire l’anima di quel Neapolitan Power capace di mescolare il dialetto con il blues, il rock con la tradizione napoletana.

Vi confessiamo che abbiamo sentito i brividi quando è iniziato il primo brano, perché sembrava di rivedere Pino laggiù, in fondo al palco, con la chitarra in mano. Magia pura. La serata è stata anche l’occasione per svelare la medaglia-plettro in argento coniata dalla Zecca dello Stato, un oggetto da collezione che unisce passione musicale e arte orafa.

Tanti artisti, un solo cuore

Abbiamo poi perso il conto di quanti musicisti si siano alternati sul palco. Mario Biondi, con la sua voce calda e avvolgente, i 99 Posse, che hanno portato un’energia travolgente, e poi Serena Autieri come padrona di casa e cantante a sorpresa. E quanta carica hanno trasmesso Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Eugenio Finardi, Michele Zarrillo, Morgan, i Negrita, Enzo Gragnaniello, Francesco Baccini, Rossana Casale, gli Audio 2, Nina Zilli, Ivan Granatino, Letizia Gambi Womanity Quintet, Lina Simons, Natalino (gruppo cileno). Un mosaico di suoni e stili così vari da riflettere l’anima eclettica del Mascalzone Latino.

Durante la serata, sul palco sono saliti non solo musicisti ma anche scrittori e attori: Maurizio De Giovanni, Gaetano Amato, Patrizio Rispo. Ognuno ha condiviso un ricordo, una lettura, una frase capace di farci rivivere momenti autentici. A un certo punto è sembrato che l’intera piazza fosse un’unica voce pronta a omaggiare un uomo che, oltre a essere un grande artista, rimane un simbolo di Napoli.

Oltre i confini partenopei: tutta l’Italia abbraccia Pino

Possiamo dire che l’evento non si è fermato ai confini napoletani. Emittenti radiofoniche e trasmissioni TV nazionali hanno aperto spazi dedicati a Pino Daniele, trasmettendo i suoi brani e intervistando chi lo ha conosciuto da vicino. Rai, media partner dell’iniziativa, ha garantito la registrazione della serata in piazza del Gesù per mandarla in onda più avanti. E sui social, milioni di interazioni: foto, video, frasi tratte dalle canzoni, il tutto a comporre un coro immenso di affetto.

Alcuni fan hanno raccontato che in altre città, da Milano a Palermo, si sono ritrovati nei club a diffondere musica di Pino e a commentarne l’eredità artistica. È come se l’Italia intera si fosse fermata un istante, pronta a dare spazio a quel groove napoletano inconfondibile che sfocia in un universale sentimento di appartenenza.

L’eredità di Pino: non solo note, ma un pezzo di anima

In fondo, perché ci emozioniamo tanto parlando di lui? Forse perché le sue canzoni sono le nostre canzoni, la colonna sonora di momenti che abbiamo vissuto in prima persona. Spesso abbiamo l’impressione che Pino Daniele sia stato un alfiere di Napoli e, al tempo stesso, un viaggiatore che dialogava con il mondo intero. Dal dialetto napoletano al blues, dal jazz al pop, la sua fusione di generi ha segnato una svolta nella canzone d’autore italiana.

Tutto ciò traspare nitidamente nelle parole di chi lo ricorda come un innovatore visionario, capace di unire le diverse culture musicali in un linguaggio unico. E ci piacerebbe che voi, pensando al suo percorso umano, coglieste il senso più profondo di queste celebrazioni: Pino Daniele rappresenta l’esempio di un artista che non si è mai chiuso, ma ha sempre cercato nuove ispirazioni.

Quando parliamo di Pino, parliamo inevitabilmente di Napoli, perché qui – tra i suoni dei vicoli e la luce del mare – lui ha trovato la sua vera identità. Questo anniversario, a dieci anni dalla scomparsa e a settanta dalla sua nascita, è la prova tangibile che le sue radici e i suoi sogni non se ne andranno mai. Anzi, continueranno a vibrare in ogni accordo e in ogni voce che lo omaggerà.

E voi, siete pronti ad accogliere ancora la sua musica? Noi siamo convinti che Pino Daniele appartenga a tutti e che la sua eredità continuerà a influenzare chiunque desideri scrivere, comporre o semplicemente amare la musica con la stessa passione che lui ci ha insegnato. E forse, in mezzo a una folla che canta “Napule è” senza sosta, lo sentiamo ancora suonare. In fondo, il Mascalzone Latino non se n’è mai andato davvero.

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Intrattenimento

Geppi Cucciari e la sorpresa di Splendida Cornice: satira, musica e cultura in un’unica...

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Sentiamo un friccicore particolare ogni volta che pensiamo a Splendida Cornice. C’è sempre quel mix di ironia pungente e riflessione leggera che, ammettiamolo, ci fa restare incollati allo schermo. Giovedì 20 marzo alle 21.20 su Rai 3, ci prepariamo a vivere un nuovo appuntamento carico di stimoli. Siete pronti a immergervi con noi?

In questo programma di Rai Cultura convivono humor e satira, ma non solo. Abbiamo notato come ogni dettaglio venga curato con precisione, perfino la scelta del pubblico in studio, che rappresenta svariate sfaccettature del nostro Paese. Tra battute e momenti più densi, la conduzione di Geppi Cucciari resta il filo conduttore: ci fa ridere e allo stesso tempo, ci spinge a pensare.

I “competenti” e i loro spunti

A coinvolgerci, come di consueto, troviamo la prima ingegnera aerospaziale Amalia Ercoli Finzi, il linguista Giuseppe Antonelli, l’esperto di alimentazione Alberto Grandi e la specialista in retorica Flavia Trupia. Questi professionisti, ciascuno con il proprio bagaglio di conoscenze, lanciano considerazioni acute e, a volte, divertenti. E non manca il tocco di Andrea Maggi, supervisore ortografico, affiancato dai “lampi di sapere” di Roberto Mercadini e dagli sguardi sull’arte di Alessandro Arcodia.

Ospiti, musica e qualche sorpresa

Siamo elettrizzati all’idea di vedere Rkomi con Il ritmo delle cose, brano nato sul palco di Sanremo. Ma ci saranno anche Filippa Lagerbäck, la cantautrice Meg, la giornalista Giovanna Botteri e la scrittrice Valeria Parrella. Tonino Carotone e Giulio Wilson porteranno l’album Mondo DiVino, mentre Maccio Capatonda ci strapperà sorrisi parlando della serie Sconfort Zone. In più, ascolteremo un contributo di Monica Maggioni, che annuncerà il ritorno di NewsRoom dal 21 marzo su Rai 3.

Non potevamo dimenticare la pianista Beatrice Rana, che eseguirà un brano dal nuovo album Bach Keyboard Concertos, prima di esibirsi il 27 marzo all’Accademia di Santa Cecilia a Roma. E poi i danzatori Roy Ilagou e Gioacchino Starace, guidati dal coreografo Marco Pelle, regaleranno un tocco di poesia. A incorniciare il tutto, la band di Nicola “Ballo” Balestri, storico bassista di Cesare Cremonini.

Siamo convinti che questa puntata, con la sua varietà di contenuti e ospiti, vi lascerà qualcosa di prezioso. E se volete condividere le vostre impressioni, fatevi sentire: siamo curiosi di scoprire cosa pensate di questa Splendida Cornice.

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