Tempesta d’amore, anticipazioni: Markus, Christoph e i sospetti di manipolazione
Da tempo Markus è convinto che Christoph stia tramando alle sue spalle, forse manovrando offerte di lavoro internazionali per ostacolare i piani altrui. I sospetti crescono, ma le prove scarseggiano. Nel tentativo di smascherarlo, Markus si ritrova spesso a fare i conti con la propria impulsività, e i litigi con Alexandra ne sono la prova evidente.
Dopo un duro confronto, Markus chiede scusa ad Alexandra per alcuni scatti d’ira e annuncia il suo imminente addio alla città subito dopo il matrimonio di Eleni. Resta da capire se questa decisione porterà a un miglioramento dei rapporti, oppure se segnerà definitivamente la fine di un capitolo denso di rivalità e rancori. Quel che è certo è che, fino all’ultimo, i colpi di scena non mancheranno.
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Intrattenimento
Orrori d’altri tempi, come l’analog horror ci trascina dentro l’incubo

Sembra quasi di respirare polvere e segnali disturbati, come se qualcosa si fosse appena intrufolato attraverso lo schermo. È un pensiero che ci mette i brividi, vero? Noi ci siamo ritrovati a fissare queste atmosfere vintage e a domandarci: che cos’hanno di tanto magnetico gli horror analogici? Perché film come Late Night with the Devil ci afferrano lo stomaco e non ci lasciano andare?
Vogliamo parlarne insieme a voi, senza troppi giri di parole. Abbiamo visto arrivare di recente su Prime Video questo film di Colin e Cameron Cairnes, un fenomeno curioso nel 2024. Sul serio: all’inizio eravamo scettici, poi abbiamo acceso la TV e ci siamo ritrovati catapultati nella notte di Halloween del 1977, dentro l’ultimo episodio di uno show paranormale andato tragicamente storto. Padroni di casa: il fittizio Night Owls with Jack Delroy, condotto da Jack Delroy (interpretato da David Dastmalchian). Qualcosa è successo durante quella diretta. Qualcosa di inspiegabile. E adesso noi ci ritroviamo con quei filmati che sembrano usciti da una vecchia scatola polverosa, graffiati eppure così vivi.
Il mistero di un sottogenere affascinante
Late Night with the Devil si inserisce nel found footage, quel filone che costruisce la tensione attorno a registrazioni (audio o video) apparentemente ritrovate. Non so voi, ma noi amiamo questo tipo di narrazione. Ti dà la sensazione che qualcuno abbia montato alla buona ciò che resta di una storia più grande, mai del tutto compresa. Bobine, VHS, file digitali corrosi dai bit, insomma frammenti di un racconto spaventoso. C’è un che di inquietante e familiare al tempo stesso in tutto questo.
Oggi viviamo immersi in un flusso infinito di informazioni, eppure ci sentiamo come se ci mancasse sempre un pezzo. Questi materiali, messi insieme come un puzzle privo di istruzioni, riflettono proprio tale smarrimento: sappiamo che ci manca qualcosa, ma non lo vediamo bene. O forse non abbiamo il coraggio di guardarlo a fondo.
L’anima analogica: un tuffo nelle vecchie TV
Un passo più in là troviamo l’analog horror, costola inquietante del found footage. Il suo biglietto da visita? Qualità bassa, distorsioni video, glitch, rumori audio disturbanti. Immaginate i programmi televisivi degli anni Settanta, con i loro colori sbiaditi e le interferenze, mixati a messaggi criptici che compaiono improvvisamente in sovrimpressione. Un orrore che si insinua, talvolta, senza ricorrere a grandi spaventi saltando fuori dallo schermo.
Pare quasi di affondare in un sogno sporco. O in un incubo. L’analog horror non si limita a farci paura per le immagini, ma ci sbatte in faccia il nostro rapporto di amore e dipendenza dalla tecnologia. Siamo circondati da video di alta qualità, da streaming perfetti, eppure quando vediamo linee tremolanti e colori sfasati ci sentiamo più a disagio che mai.
Andare a fondo: creepypasta e Backrooms
Avete mai sentito parlare di creepypasta? Sono storie brevi, cresciute su forum come 4chan. Racconti dell’orrore scritti per incutere timore, tramandati da utente a utente, rielaborati fino a diventare leggende virtuali. Da lì sono nati personaggi come Slender Man, quell’oscura figura slanciata e inquietante che ha finito per ispirare videogiochi e addirittura un film.
Poi ci sono le Backrooms, nate sempre online, che evocano stanze giallastre e infinite, prive di uscita. Spazi liminali, desolanti e deserti, colmi di un silenzio che ci fa girare la testa. Quando vediamo quelle pareti gialle e sentiamo il ronzio dei neon, quasi ci manca il respiro. È l’idea di poterci cadere dentro per errore, e non uscire più, a gelarci il sangue.
Da No Through Road a Local 58: i pionieri dell’orrore in Rete
In questo viaggio, abbiamo scoperto progetti amatoriali come No Through Road, una webserie inglese creata da un diciassettenne nel 2009, o Local 58, lanciata nel 2015 e incentrata su trasmissioni televisive locali interrotte da segnali spaventosi. Questi esperimenti hanno aperto la strada a titoli più noti, come The Mandela Catalogue, The Walten Files o la webserie Backrooms, sbocciata nel 2022. Quest’ultima è arrivata a coinvolgere perfino la casa di produzione A24 per una trasposizione cinematografica.
Viene da sorridere, eppure è tutto così serio. Queste opere, generate sul web, creano reti di appassionati. Ragazzi e ragazze che si scambiano teorie e alimentano universi narrativi in continua espansione. Un frammento di video distorto diventa l’occasione per immaginare un intero mondo.
Cinema e serie TV conquistate dal brivido d’annata
Naturalmente, il cinema non è rimasto a guardare. Archive 81 – Universi alternativi, uscita su Netflix nel 2022, ha messo in scena vecchi nastri segnati da presenze maligne e universi che si compenetrano. Skinamarink (2022) ha mostrato riprese casalinghe in stile VHS, con inquadrature di corridoi bui e bambini sussurranti, pronte a toglierci il sonno. È un orrore che punta sul non detto e sui vuoti di senso.
C’è chi, come il grande David Lynch, aveva già annusato tutto: Inland Empire (2006) fu realizzato con telecamere digitali a bassa definizione, tra squarci surreali e stravolgimenti narrativi. Nessuna chiarezza, nessuna direzione precisa. Solo la sensazione di perdersi in un groviglio di visioni frammentate.
Una ribellione alle certezze
Noi sentiamo che l’analog horror funziona così bene proprio perché scardina la nostra fame di certezze. In un mondo in cui possiamo vedere di tutto, questi filmati “sporchi” e incompleti ci mettono di fronte a zone d’ombra impossibili da spiegare. Usano la nostra stessa tecnologia per ribaltare la fiducia che riponiamo nello sguardo. Ci ricordano che non sempre comprendiamo ciò che guardiamo.
Forse è per questo che Late Night with the Devil ci fa tremare. Forse ci seduce l’idea di scoprire cosa si nasconde sotto la statica, come se un demone potesse prendere possesso dei nostri apparecchi in ogni momento. Siamo dentro stanze sconosciute, a un passo da mondi paralleli. E ci piace averne paura, almeno un po’.
Intrattenimento
Amici 24, esordio tra sorprese clamorose e sfide a colpi di share

Abbiamo seguito la prima serata di Amici 24 con l’aria friccicarella di chi non vedeva l’ora di scoprire come sarebbe iniziato il nuovo viaggio. Voi, davanti allo schermo, forse speravate in un debutto più tranquillo? Niente da fare. Già all’inizio, qualcuno aveva sussurrato che ci sarebbero state due eliminazioni. E così è stato. Ma andiamo con ordine, o quasi.
L’energia in studio e il testa a testa con Rai 1
Non ci aspettavamo certo una partenza sottotono, però i numeri hanno comunque sorpreso parecchi di noi: più di 4 milioni di telespettatori, un 27,9% di share che ha scavalcato Ne vedremo delle belle di Carlo Conti su Rai 1, fermo a 3 milioni circa. Interessante, vero? Come se il pubblico avesse scelto un sabato sera all’insegna del canto e del ballo, lasciando poco spazio alla concorrenza. E se pensiamo all’access prime time, Affari Tuoi ha superato i 5,9 milioni di spettatori, aumentando ancora il divario. Sì, un dominio netto, che molti ritenevano quasi scontato ma che continua a fare notizia.
Il monologo di Siani e le reazioni di Amadeus
Nel bel mezzo della diretta, ecco la parentesi comica di Alessandro Siani. Ha lanciato frecciatine leggere a chiunque: Stefano De Martino? Gli ha ricordato i “pacchi” di Affari Tuoi. Carlo Conti? Qualche allusione al Festival di Sanremo. E poi una bella stoccata ironica a Maria De Filippi, definendola una sorta di “macchina” in grado di far diventare un ballerino cantante (o viceversa?). In quel momento, era divertente vedere l’espressione di Amadeus, anche lui presente in studio: un sorriso di circostanza, qualche sguardo d’intesa, ma nessun cenno di stizza. Tutto molto composto, forse fin troppo.
Il momento più amaro: due eliminazioni
Spostiamoci sull’aspetto più tosto: i tagli, le lacrime e la tensione. Fra i sedici talenti in gara, ci aspettavamo qualche faccia stravolta. Asia, ballerina nella squadra di Lorella Cuccarini ed Emanuel Lo, si è ritrovata a competere con Luk3. Dopo la sfida, l’hanno salutata con la promessa di un’esibizione futura accanto ai professionisti. Un colpo duro, eppure ha ricevuto l’incoraggiamento di Maria De Filippi: “Non mollare”.
Poi, nel ballottaggio finale, Francesca contro Vybes, un rapper seguito da Rudy Zerbi. Ecco l’altra eliminazione: Vybes ringrazia tutti, svela l’orgoglio di aver calcato quel palco, quindi pubblica sui social un pensiero dedicato ai suoi “concerti nel salotto di casa” e alla canzone “Chiedere aiuto”. C’è chi l’ha visto come un tributo alla sensibilità su temi delicati, specie la salute mentale. “È solo una partenza”, ha detto, quasi volesse ricordarci che la vera sfida inizia adesso.
Uno spettacolo che continua
Non sappiamo voi, ma noi sentiamo la voglia di scoprire come proseguirà questa edizione. Abbiamo assistito a eliminazioni repentine, ascolti esorbitanti e momenti di puro intrattenimento. Con giudici come Amadeus, Cristiano Malgioglio ed Elena D’Amario, di certo non mancheranno altri colpi di scena. Amici 24 promette un cammino fatto di musica e coreografie che, tra una sfida e l’altra, potrebbe riservare ulteriori sorprese. E a questo punto la domanda sorge spontanea: chi arriverà fino in fondo? Restiamo qui, pronti a raccontarvelo passo dopo passo.
Intrattenimento
Beautiful: risveglio domenicale su Canale5, tutto quello che vi attende

Ci sentiamo quasi sollevati nel dirvelo: finalmente aggiungiamo un tassello in più alle nostre consuete abitudini televisive. Beautiful, la soap che seguiamo da una vita, si riaffaccia anche la domenica sul palinsesto di Canale5. È un passaggio che alcuni di voi forse aspettavano da un po’ (e ammettiamolo, anche noi!), perché con l’arrivo della primavera ci sembrava strano restare senza Forrester Creations durante il fine settimana.
Un ritorno che cambia il weekend
Sappiamo che per mesi abbiamo visto la famiglia Forrester dal lunedì al sabato, e la domenica era rimasta libera per Amici, il talent di Maria De Filippi. Ora che quel programma sta virando verso la fase serale, nella fascia pomeridiana di Canale5 si libera spazio per un ritorno che ci fa battere il cuore. Da questo weekend, infatti, Beautiful va in onda la domenica verso le 14, dandoci così un appuntamento quotidiano (sabato e domenica inclusi). Magari non è un cambiamento epocale, però ci aiuta a riavvicinarci alle trame americane, senza restare troppo indietro.
Vi state chiedendo se potrebbero esserci ulteriori variazioni d’orario? A quanto pare, la programmazione potrebbe subire degli aggiustamenti, ma per ora ci limitiamo a goderci l’idea che ogni giorno della settimana, da lunedì a venerdì (ore 13.45) e nel weekend (intorno alle 14), possiamo immergerci di nuovo in quelle storie intrecciate, magari con una tazza di tè in mano.
Riduciamo il divario con gli Stati Uniti
Le vicende della famiglia Forrester, stando alle puntate d’Oltreoceano, si trovano in un momento cruciale per Steffy e per tutto il suo clan. In Italia eravamo un po’ più indietro. Tornando alla domenica, possiamo rosicchiare qualche puntata di distacco e sentire meno il peso dello spoiler: sapete, quando scorre la timeline dei social e ogni tanto compare quell’anticipazione che non volevamo vedere.
C’è da dire che Beautiful mantiene sempre viva la nostra curiosità. Quelle alleanze e rivalità all’interno della Forrester Creations hanno un fascino quasi magnetico, e ritrovarle anche di domenica è un piccolo regalo. In fin dei conti, molti di noi hanno iniziato a seguire queste storie da ragazzini, e continuare a farlo ora ci sembra quasi un rito che non vogliamo abbandonare.
A voi, dunque, la scelta: trascorrere la domenica pomeriggio con la Forrester Creations (magari tra un impegno e l’altro) oppure recuperare in streaming? Noi sappiamo già cosa faremo. E non vediamo l’ora.
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