Patrizio Pelizzi si racconta: dal set con Pupi Avati al ritorno su GrandHotel, intervista esclusiva tra cinema e vita privata
Ha tanti di gavetta alle spalle tra cinema, teatro e fiction televisive. Una passione che ha preso definitivamente il sopravvento quando aveva 16 anni e che ha portato Patrizio Pelizzi a scegliere di diventare un attore a 360°, dopo diversi anni passati in Polizia. A marzo, Pelizzi sarà nelle sale cinematografiche con L’orto americano, nuovo e atteso film di Pupi Avati. Ma questo non è l’unico progetto che lo vede coinvolto, proprio come ci ha svelato in questa intervista.
Come ti sei avvicinato al mondo dello spettacolo?
“Ho iniziato in tenera età, avevo pochi mesi quando ho preso parte allo spot pubblicitario shampoo Neutro Roberts. Successivamente ho seguitato, a sette anni, con il famoso spot del Cornetto Algida e quello dei Bastoncini Findus. Dopo sono arrivati i fotoromanzi, sempre da protagonista per i settimanali Ragazza Inn e GrandHotel. Mi portavano i miei genitori ai vari casting. Da bambino era un puro divertimento. Era bello stare sotto i riflettori, anche per me che ero molto timido e schivo. La vera passione per l’arte e la recitazione è iniziata da ragazzo, avevo 16 anni, recitando nei primi spettacoli teatrali amatoriali. Da adolescente feci un cameo nella miniserie tv La Romana diretta da Giuseppe Patroni Griffi, tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore Alberto Moravia. Fu bello vedere da vicino la grande Gina Lollobrigida e Francesca Dellera. Nel mio lungo percorso artistico ho fatto veramente tanti casting e provini in presenza (adesso ci sono i selftape; è un sistema meno empatico). La mia prima agente di spettacolo e cinema fu l’indimenticabile Donatella Mauro, una meravigliosa donna. Lei credeva in me, mi consigliava con il cuore. È andata a miglior vita troppo giovane. Da ragazzo andavo al cinema almeno sei volte alla settimana e sognavo sotto il grande schermo. Ammiravo molto Marcello Mastroianni, Totò, Gian Maria Volontè, Giuliano Gemma, Tomas Milian e Nino Manfredi.
Quali sono state le tappe principali e fondamentali della tua carriera?
“Le tappe fondamentali? Bella e interessante domanda. Sicuramente quando ho iniziato a studiare seriamente per affrontare ogni prova nel fatato mondo dello Spettacolo. Perché questo mestiere che amo, ti mette sempre alla prova, parallelamente alla tua vita privata. Gli inglesi dicono: ‘to play’. Ma non è un mero gioco. Questo l’ho capito frequentando molti Workshop, Stages, Masterclass, lo Studio Duse International diretto da Francesca De Sapio, l’Accademia doppiaggio diretta da Silvia Pepitoni e il Centro Sperimentale di Cinematografia. Verità artistica e arte pura sono i punti essenziali che un attore dovrebbe sempre tenere a mente, insieme al rispetto e l’autenticità”.
Quali sono i progetti a cui ti stai dedicando attualmente?
“Ho alcuni progetti ancora nel cassetto e molti in stato embrionale. Il 6 marzo 2025 uscirà in tutte le sale cinematografiche – distribuito da 01 Distribution – il film horror gotico d’autore dove ho preso parte. Si tratta de L’orto americano, diretto dallo stimato Maestro Pupi Avati. C’è stata l’anteprima internazionale nella scorsa Biennale di Venezia, 81esima edizione 2024. Ho avuto l’onore di essere diretto da un grande regista, Pupi Avati. Ha alle spalle 56 anni di cinema, con oltre 45 film tra cinema e film tv. È stato bello recitare con illustri colleghi come Massimo Bonetti, Filippo Scotti, Rita Tushingham, Claudio Botosso, Armando De Ceccon, Robert Madison, Roberto De Francesco, Andrea Roncato, Filippo Velardi, Chiara Caselli, Morena Gentile, Luca Bagnoli, Roby Ceccacci, Holly Irgen, Luigi Monfredini, Rino Rodio, Romano Reggiani, Walter Capizzi, Nicola Nocella, Monia Pandolfi, Francesco Colombati e tanti altri. Voglio ricordare che L’orto americano, il nuovo film di Pupi Avati, e una retrospettiva dei film di Isabella Rossellini sono due delle novità che hanno arricchito il programma della 20esima edizione di L.A., Italia – Film, Fashion and Arts Festival, fondato e prodotto da Pascal Vicedomini. L’evento, riconosciuto come vetrina del cinema italiano, si sta svolgendo dal 23 febbraio al 1° marzo 2025 al TCL Chinese 6 Theatres di Hollywood – USA. Un appuntamento ormai diventato tradizione sostenuto dal MiC e Intesa Sanpaolo con il patrocinio di Anica, Apa e Scabec, che quest’anno precede di una settimana l’assegnazione dei premi Oscar (2 marzo). Il film L’orto americano è tratto dall’omonimo romanzo edito da Solferino, scritto da Pupi Avati, prodotto da DueA Film di Antonio Avati, Minerva Pictures di Santo Versace e Gianluca Curti e Rai Cinema. Inoltre, a metà marzo sarò tra i giurati con le giornaliste Lisa Bernardini, Laura Squizzato e l’avvocato matrimonialista Gian Ettore Gassani per il Premio Internazionale Letterario di Roma presso il noto Teatro Ghione. Evento condotto dal Dott. Roberto Sarra. A fine marzo uscirà, infine, un nuovo fotoromanzo dove sarò tra i protagonisti per il noto settimanale GrandHotel, con la regia di Giovanni Napoli. Sono tornato a GrandHotel dopo circa 19 anni di assenza, per dedicarmi al teatro, doppiaggio, cinema e tv.”
Chi sei fuori dalla tv e dal tuo lavoro come persona comune?
“Sono Patrizio, un uomo con i suoi semplici valori, difetti e pregi. Con alti e bassi come tutti i comuni mortali. Amo la vita, rispetto me stesso e il prossimo. Ma non sopporto le ingiustizie delle persone stolte e prepotenti”.
Tre aggettivi per descriverti?
“Testardo, curioso, temerario”.
Hobby, passioni, tempo libero?
“Amo viaggiare, andare al cinema e teatro, scrivere poesie, ascoltare buona musica e guardare i tramonti sul mare. Mi piace il tennis (ma non lo pratico da tanti anni), mi piacciono il nuoto e andare a cavallo. Da ex poliziotto ho sempre quel senso di giustizia, come aiutare le persone indifese che vengono vessate gratuitamente dai vari cattivi individui, senza scrupoli. In questo periodo c’è troppa criminalità”.
Un sogno nel cassetto?
“Ne ho troppi e li conservo gelosamente. Scrivere un libro su mia nonna e mia madre, se avrò la giusta ispirazione… Chissà. Ho già scritto un libro poetico uscito 4 anni fa, L’essenza di un Sognatore, edito da 96-Rue-de la Fontaine. Il sogno più bello è di fuggire improvvisamente su una rilassante isola, per vendere frullati di frutta e cocco (prima o poi lo farò con un mio amico). È il mio piano Z”.
Ti piacerebbe ampliare la tua esperienza televisiva?
“Dopo tante serie-tv (come attore e stuntman), ospitate nelle trasmissioni di cinema, teatro e talk show, certo che mi piacerebbe. Ho scritto due sceneggiature molto interessanti. Ho nel cassetto uno script sul femminicidio e violenza di genere con un’intensa spiritualità, mi piacerebbe dirigerlo come regista per un cortometraggio o mediometraggio. Un mio sogno è anche fare il conduttore per una trasmissione di cinema e poesia o sui Santi, visto mi affascina la loro variegata biografia. Sono un devoto a San Francesco di Assisi e Santo Padre Pio. Aspetterò il momento giusto. Sognare aiuta a vivere meglio”.
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