Lotta al lavoro nero: l’importanza dei pagamenti tracciabili nelle aziende
Il lavoro nero è una piaga che affligge l’economia di molti Paesi, con ripercussioni negative non solo per i lavoratori, ma anche per lo Stato e le imprese che operano in modo regolare. Per contrastare questo fenomeno, le autorità fiscali e legislative stanno promuovendo sempre più l’uso dei pagamenti tracciabili, strumenti essenziali per garantire trasparenza, sicurezza e rispetto delle normative. Ma perché i pagamenti tracciabili sono così importanti nella lotta al lavoro irregolare? Scopriamolo insieme.
Lavoro nero: un problema diffuso e dannoso
Il lavoro nero si verifica quando un dipendente lavora senza un regolare contratto e senza che il datore di lavoro versi i contributi previdenziali e fiscali dovuti. Questo sistema crea numerosi problemi, tra cui:
- Perdita di diritti per il lavoratore: Chi lavora in nero non ha accesso a ferie, malattia, pensione e tutele in caso di infortunio.
- Concorrenza sleale tra aziende: Le imprese che operano legalmente e pagano tasse e contributi si trovano in svantaggio rispetto a chi sfrutta il lavoro nero per abbattere i costi.
- Mancati introiti per lo Stato: L’evasione fiscale e contributiva riduce le risorse disponibili per servizi pubblici come sanità, istruzione e welfare.
Proprio per contrastare questi effetti negativi, negli ultimi anni sono stati introdotti strumenti e normative che favoriscono la trasparenza nei pagamenti.
Pagamenti tracciabili: un’arma contro il lavoro nero
I pagamenti tracciabili sono transazioni effettuate con metodi di pagamento che lasciano una registrazione digitale o cartacea, come bonifici bancari, pagamenti con carta di credito, assegni e strumenti fintech. L’uso di questi sistemi riduce drasticamente il rischio di pagamenti in nero e facilita il controllo da parte delle autorità fiscali.
Vantaggi dei pagamenti tracciabili nella gestione del personale
- Maggiore sicurezza per i lavoratori
- Con pagamenti regolari e tracciabili, i dipendenti hanno la certezza di ricevere lo stipendio nei tempi e nei modi concordati.
- In caso di controversie legali o ritardi nei pagamenti, la tracciabilità offre una prova concreta del rapporto lavorativo.
- Conformità alle normative fiscali e previdenziali
- Le aziende che adottano pagamenti tracciabili evitano il rischio di sanzioni per mancato versamento dei contributi.
- Il Fisco può monitorare le transazioni e verificare eventuali anomalie.
- Riduzione dell’evasione fiscale
- Eliminando i pagamenti in contanti, si riduce la possibilità di nascondere transazioni e stipendi non dichiarati.
- Lo Stato può incassare correttamente imposte e contributi, destinandoli a servizi pubblici.
- Migliore gestione aziendale
- Le imprese possono monitorare con precisione i flussi di cassa e ottimizzare la gestione finanziaria.
- Sistemi di pagamento digitali permettono di automatizzare il pagamento degli stipendi, riducendo errori e ritardi.
Normative sui pagamenti tracciabili per contrastare il lavoro nero
Molti governi stanno introducendo normative che impongono l’uso dei pagamenti tracciabili per il pagamento dei salari e delle collaborazioni professionali. In alcuni Paesi come l’Italia, ad esempio, è vietato il pagamento in contanti degli stipendi, obbligando le aziende a utilizzare bonifici o strumenti elettronici.
In Italia, il divieto di pagamento in contanti degli stipendi è stato introdotto con la nuova Legge di Bilancio del 2025, imponendo l’uso di metodi tracciabili per qualsiasi rapporto di lavoro subordinato. Questa norma ha lo scopo di garantire trasparenza e protezione per i lavoratori, evitando pagamenti parziali o irregolari.
Le nuove tecnologie al servizio della tracciabilità
Oltre ai tradizionali bonifici bancari e carte di pagamento, stanno emergendo nuove tecnologie per rendere le transazioni sempre più sicure e verificabili:
- Pagamenti digitali con app e wallet elettronici, che offrono un’alternativa rapida e certificata al bonifico.
- Blockchain e criptovalute regolamentate, che potrebbero in futuro garantire transazioni sicure e trasparenti.
- Software di gestione paghe integrati con i conti aziendali, che automatizzano il processo di pagamento riducendo il rischio di errori.

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Economia
Il Futuro del Giornalismo tra Intelligenza Artificiale e Sostenibilità

Secondo Francesco Oggiano, noto giornalista e fondatore del Digital Journalism Festival (Djf), il futuro del giornalismo affronta sfide cruciali come l’adozione dell’intelligenza artificiale e la ricerca di modelli di sostenibilità economica sulle piattaforme digitali. Tuttavia, non è solo la tecnologia a rappresentare un punto di svolta. Oggiano sottolinea anche il rischio di un appiattimento creativo: “All’interno di questi ecosistemi, grazie alla tecnologia, rischiamo di produrre contenuti troppo simili tra loro”.
Durante un’intervista, il giornalista ha raccontato come è nata l’idea di un festival dedicato al futuro dell’informazione digitale. “Il progetto ha preso forma durante la pandemia di Covid-19, quando eravamo confinati nelle nostre abitazioni. In quel periodo ho sperimentato con incontri virtuali e, dopo diversi tentativi, è arrivata l’occasione di organizzare un evento in presenza”. Oggiano ha espresso il desiderio che questo festival rappresenti solo l’inizio: “Nella mia visione, il Digital Journalism Festival è il primo capitolo di una lunga serie di edizioni”.
Il giornalismo, una professione che ha subito profondi cambiamenti negli ultimi anni, deve affrontare sfide complesse. Oggiano mette in guardia contro un errore già commesso in passato: “In un’epoca in cui ci si è lasciati travolgere dall’immediatezza delle news online, abbiamo spesso privilegiato la quantità rispetto alla qualità degli articoli”. Egli avverte che il rischio ora è di replicare lo stesso errore, ma con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale al posto delle persone. “Dobbiamo evitare di cadere negli stessi automatismi”, ha concluso con fermezza.
Finanza
Il futuro del settore bancario italiano: possibili scenari e prospettive

Si delinea un possibile scenario a tre nel panorama bancario italiano. Qualora le ipotizzate operazioni di fusione si concretizzassero, si assisterebbe alla formazione di tre grandi gruppi bancari: Unicredit-Banco BPM, Intesa Sanpaolo e Monte dei Paschi di Siena-Mediobanca. Un’analisi condotta da Fabio Caldato, Portfolio Manager di AcomeA Sgr, evidenzia che il neo-gruppo Unicredit-BPM potrebbe dominare il mercato con una capitalizzazione stimata di 98 miliardi di euro e utili previsti pari a 11,2 miliardi, confermandosi come il soggetto più redditizio. Subito dopo si collocherebbe Intesa Sanpaolo, con una market cap di 85 miliardi e utili di 8,7 miliardi. Infine, il terzo gruppo, MPS-Mediobanca, pur rimanendo più contenuto con 25 miliardi di capitalizzazione, raggiungerebbe utili per 2,6 miliardi.
Dal punto di vista delle valutazioni di mercato, emerge un interessante confronto sui rapporti Price-to-Book. Il gruppo Unicredit-BPM si attesterebbe su un valore di 0,98, una cifra vicina al valore contabile, segno di una valutazione coerente con i significativi utili attesi. Intesa Sanpaolo, invece, registrerebbe un rapporto di 1,10, riflettendo la fiducia degli investitori nella solidità e nella capacità di generare profitti costanti. In coda, il gruppo MPS-Mediobanca avrebbe un rapporto di 0,92.
Questi numeri sembrano dimostrare l’efficienza del mercato azionario, con metriche che si rivelano coerenti sia in termini di capitalizzazione che di valori contabili. Sotto il profilo industriale, i due principali gruppi mantengono una posizione di leadership, sia in termini di dimensioni che di rilevanza sul mercato.
Secondo Caldato, tuttavia, il terzo polo, frutto dell’unione tra MPS e Mediobanca, potrebbe rappresentare un soggetto di grande interesse per il futuro. Sebbene le due banche siano profondamente diverse, una gestione adeguata e una leadership coesa potrebbero favorire una crescita superiore a quella dei due leader attuali, sottraendo loro quote di mercato. Si ipotizza, ad esempio, che il segmento di private banking di Mediobanca potrebbe trovare nuova forza grazie all’integrazione con MPS e ampliarsi ulteriormente sfruttando le peculiarità di entrambe le realtà. Anche il settore dell’investment banking di Mediobanca potrebbe beneficiare di un bacino d’utenza più ampio.
Va comunque sottolineato che, al momento, queste analisi si basano su scenari ipotetici e operazioni non ancora avvenute. Tuttavia, dal punto di vista finanziario, tali progetti presentano prospettive interessanti.
Nonostante queste previsioni, il top management di Mediobanca si oppone con fermezza a tale ipotesi di fusione e potrebbe valutare alternative, tra cui una possibile operazione con Banca Generali o il coinvolgimento di un “cavaliere bianco”.
Infine, ampliando ulteriormente gli scenari, Caldato suggerisce che una potenziale acquisizione di Mediobanca da parte di Unicredit, una possibilità che ha spesso stimolato l’interesse degli investitori, potrebbe avere un impatto significativo. Tale operazione, oltre a creare sinergie e vantaggi di scala, rafforzerebbe in modo definitivo l’influenza del gruppo su Assicurazioni Generali. Tuttavia, non vi sono al momento segnali concreti in questa direzione.
Economia
Il Gruppo Agsm Aim conquista prestigiosi riconoscimenti per il secondo anno consecutivo

Il Gruppo Agsm Aim si distingue nuovamente come una delle realtà industriali più solide e affidabili in Italia, ottenendo per il secondo anno di fila due premi di grande rilievo: il “Premio Industria Felix” e il “Credit Reputation Award”.
Il Premio Industria Felix, promosso dal periodico di economia e finanza Industria Felix Magazine in collaborazione con Il Sole 24 Ore, valorizza le aziende più performanti sotto il profilo gestionale e finanziario. In tale contesto, Agsm Aim Energia, società commerciale del Gruppo, è stata premiata per essere “una delle imprese d’eccellenza nei settori energia e utility, caratterizzata da elevate performance gestionali e dalla solidità finanziaria certificata da Cerved, con sede legale in Veneto”.
La cerimonia di premiazione si è svolta oggi durante l’evento Industria Felix – Il Nord Est che compete, giunto alla 62ª edizione. La manifestazione, dedicata alle aziende più competitive di Emilia-Romagna, Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, ha avuto luogo presso il museo Ferrari di Maranello, a Modena. A ritirare il premio sono stati Stacy Andreola, responsabile del credit management di Agsm Aim Energia, e Giacomo Pedrollo, membro del reporting e transformation office.
Il Credit Reputation Award, attribuito da MF Centrale Risk, società specializzata nell’analisi del credito, riconosce le imprese che si distinguono per criteri quali puntualità, trasparenza, affidabilità e regolarità nei rapporti con banche e intermediari finanziari. Questo riconoscimento è stato assegnato ad Agsm Aim sulla base di un innovativo modello di valutazione che ha analizzato i dati periodici forniti dalla centrale dei rischi della Banca d’Italia.
La premiazione si è tenuta a Milano, nell’ambito della quarta edizione del Credit Reputation Awards 2025. A rappresentare il Gruppo nella cerimonia sono stati Stefano Masetti, direttore finance & control di Agsm Aim, e Luca Vicentini, responsabile finanza e tesoreria.
“Siamo profondamente onorati di ricevere questi riconoscimenti, che testimoniano la solidità finanziaria e l’eccellente reputazione creditizia di Agsm Aim”, ha dichiarato Alessandro Russo, consigliere delegato del Gruppo. “Questi risultati confermano l’efficacia della nostra strategia, incentrata sulla sostenibilità finanziaria e sulla creazione di valore per i nostri stakeholder. Continueremo a impegnarci per mantenere standard di gestione elevati e rafforzare la fiducia di partner finanziari e investitori”, ha concluso Russo.