Le onde del passato, intervista esclusiva ad Andrea Tidona: tra teatro, fiction e aneddoti di una vita da attore
Andrea Tidona è tra i protagonisti de Le Onde del Passato, la nuova fiction con Anna Valle in onda su Canale 5. Un impegno che ha affiancato ai tanti col teatro, dove è in scena con tre rappresentazioni. Progetti dei quali ci ha parlato in questa intervista, svelandoci anche alcuni aneddoti passati della sua professione e qualche sogno nel cassetto che custodisce da tempo.
Come ti sei avvicinato al mondo dello spettacolo?
“Mi sono avvicinato per gioco perché era una cosa che mi appassionava da sempre, da quando ero ragazzino. Lo facevo con i miei compagni a Modica per le classiche sale parrocchiali o spettacolini che mettevamo su di sketch e musica. Ero partito con intenzioni bellicose per il Politecnico di Milano per studiare ingegneria, ma ho capito che non era roba per me. Per cui, dopo una crisi profonda esistenziale, ho pensato: ‘Quello che mi diverte veramente cos’è? Recitare’. E ho iniziato a puntare tutto su quello andando all’Accademia dei filodrammatici. Ho sostenuto gli esami, che sono andati bene. Uscendo dall’Accademia ho trovato subito lavoro e, per fortuna, con un po’ di alti e bassi non mi sono più fermato, nonostante i periodi di magra abbondante”.
Quali sono state le tappe principali e fondamentali della tua carriera?
“Le tappe fondamentali sono state principalmente due, anche se poi non disconosco nessuna esperienza perché la reputo comunque formativa. Indubbiamente, una è stata quando sono uscito dalla scuola alla seconda stagione e sono entrato al Piccolo Teatro di Milano, lavorando con Strehler. Quella penso sia stata la tappa formativa più importante. Sono stato lì per 4 anni, importanti più di un master. Esperienze bellissime ed emozionanti . Ritrovarsi davanti al più grande regista teatrale di quel momento è stato qualcosa di unico. L’altra invece penso che sia stato l’incontro con Marco Tullio Giordana, perché ha dato il via ad una carriera cinematografica e televisiva che prima di allora mi era stata quasi negata perché il mio curriculum teatrale veniva visto come un qualcosa di negativo. E con Cento Passi e Mille Gioventù sono diventato richiesto e ritenuto attore di cinema a tutto tondo. Quando ti si chiudono le porte in faccia perché quasi viene visto come un titolo di demerito aver lavorato in teatro con grandi registi non è facile poi uscire da quel circuito, ma ci sono riuscito. In una lunga carriera capita di aver fatto cose più belle e cose meno belle. Penso che queste però siano state le due tappe fondamentali”.
Quali sono i progetti a cui ti stai dedicando attualmente?
“Per quanto riguarda i progetti, parliamo principalmente di progetti teatrali perché mi è ritornata prepotente la voglia del primo amore. Avevo bisogno di tornare a studiare ed approfondire le cose tornando alle origini e al mondo classico. Ecco perché da 2 anni porto Ifigenia in Aulide di Euripide. Poi, un’altra cosa del mondo classico rivisitata, anche se è difficile e faticoso recitare la poesia e farla diventare testo, è l’Agamennone di un grandissimo poeta greco alla quale mi sto dedicando. Un’altra è La cena, testo di Giuseppe Manfredi e Walter Walter Manfre’, un altro grande che ci ha lasciato da non molto. Spettacolo meraviglioso che si svolge tutto a tavola. Gli attori sono 4 , 3 principali e un maggiordomo che si aggira ogni tanto. Spettacolo di una potenza incredibile, col pubblico che rimane lì veramente col fiato sospeso. Le tre cose fondamentali, parlando di teatro, sono queste”.
C’è poi la fiction Le onde del passato, su Canale 5 da mercoledì 19 febbraio in prima serata su Canale 5. Cosa puoi raccontarci del personaggio che interpreti?
“Cerco di non svelare troppo. Il personaggio è un generale in pensione che si ritrova in questo B&B dove si svolge tutta la vicenda. Tutto avviene in maniera apparentemente casuale, ma c’è qualcosa che verrà fuori più avanti. Inizialmente, lui stesso non ha coscienza di essere il padre di uno dei personaggi più negativi di questa storia. Prima c’è un distacco perché non sa a cosa andrà in contro, mentre dopo c’è un grande legame con le protagoniste come Anna valle e Irene ferri. Più di questo davvero non so cosa potrei dire. Sicuramente direi che il generale è una persona sensibile, corretta e a modo”.
Chi sei fuori dalla TV e dal tuo lavoro come persona comune?
“Fuori dalla TV, ma anche dentro, sono una persona assolutamente comune. Non credo di avere niente di speciale. E non reputo che sia un lavoro privilegiato. Mi ritengo un artigiano che lavora duramente per servire un buon prodotto al pubblico. Così come sono fuori, sono dentro. Quando ho cominciato nel cinema, visto che in pochi mi conoscevano, pensavano avessi la puzza sotto al naso e che me la tirassi, per poi ricredersi. Mi dicevano tutti che non sembravo un attore. E io rispondevo che non lo ero, infatti. Mi consideravo un massaro modicano prestato all’arte drammatica”.
Tre aggettivi per descriverti?
“È difficile descriversi ma direi curioso , umile e tranquillo”.
Hobby, passioni, tempo libero?
“Direi tutto quello che è dedicato alla natura. Sono un ottimo camminatore per boschi. Mi piace camminare sulle montagne e scalarne alcune, come le Dolomiti. Mi piace anche molto cucinare per i miei amici; quando vengono invitati sono ben contenti di farsi delle belle mangiate. La musica e lettura sono altre due cose che mi prendono molto”.
Un sogno nel cassetto? Ti piacerebbe ampliare la tua esperienza televisiva?
“Il sogno nel cassetto? Ne avrei tanti, ma quello relativo alla mia età, 73 anni, è sicuramente conservare questa passione per la recitazione. Che non diventi mai un lavoro che devo portare avanti con pesantezza e solo per “mangiare”, anche perché non mi serve. Diciamo che vorrei conservarla fin quando c’è la faccia. Mi piacerebbe molto ampliare la mia esperienza televisiva, come anche il doppiaggio, che non è la cosa che amo fare di più, ma quando posso lo faccio. Se dovessi sentire che la passione sta svanendo, per coerenza nei confronti del pubblico e di me stesso, smetterò e resterò a casa coltivando solo i miei hobby, il tempo libero e gli affetti”.
Sei anche attivo per ciò che concerne il sociale…
Un mio amico di Modica ha una Onlus dal nome ‘Aiutiamoli a crescere’ che costruisce scuole in Africa tra Congo e Camerun settentrionale. Piccole strutture da due tre aule per bambini che veramente stanno seduti sui tronchi in delle capanne in condizioni tristissime. Anni fa già lo avevo aiutato a raccogliere dei fondi tramite degli spettacoli con donazioni; già mi ero prefisso di andare in Africa con lui. E sono andato in Camerun. È stata un’esperienza bellissima. Andare in questi villaggi nella savana, con muri con mattoni di fango e con lavagne fatte in cemento, è stata una bella esperienza che mi ha toccato davvero nell’animo. Perché da un lato ti intristisce, ma dall’altro ti sorprende per la vitalità straordinaria che questi hanno pur non avendo niente. Al contrario di noi che, avendo tutto, ci lamentiamo ogni giorno senza motivo”.
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