Como-Juventus 1-2: Kolo Muani trascina la Juve in un finale thrilling al Sinigaglia
La Juventus espugna il Sinigaglia di Como con una vittoria sofferta per 2-1 nella 24ª giornata di Serie A 2024-25. I bianconeri di Thiago Motta conquistano tre punti preziosi grazie a una doppietta di Randal Kolo Muani, decisivo con un gol per tempo (il secondo su rigore all’89’). Il Como di Cesc Fàbregas, neopromosso in A dopo 21 anni, vende carissima la pelle: domina a tratti il gioco, pareggia con Assan Diao allo scadere del primo tempo e colpisce una traversa al 90’ sfiorando il clamoroso 2-2. Alla fine, però, la maggiore freddezza della Juve e un episodio discutibile condannano i lariani.
«Non vincevamo due gare di fila in Serie A da novembre, quindi questo risultato è importante», sottolinea Kolo Muani, arrivato in prestito dal PSG e già autore di 5 gol nelle sue prime 3 presenze in bianconero (come non accadeva dai tempi di Roberto Baggio nel 1990-91). Tuttavia, la prestazione opaca della Juve – salvata in più occasioni dal portiere Di Gregorio – non spegne le critiche dei tifosi, che sui social puntano il dito contro il gioco di Motta e alcuni singoli, mentre Fàbregas esplode in polemica per un rigore negato al suo Como nel finale. Di seguito, il racconto completo del match, i momenti chiave, le reazioni e le voci dei protagonisti.
Cronaca della partita minuto per minuto
Primo tempo. Avvio a ritmi alti: il Como parte forte e al 5′ Cutrone controlla al limite e lascia partire un destro potente, murato in extremis dalla difesa juventina. La Juve risponde subito: McKennie sfonda a destra e crossa teso, ma il terzino Valle intercetta prima che il pallone arrivi a Kolo Muani. I bianconeri, scampato il pericolo iniziale, cominciano a guadagnare metri e al 34′ passano in vantaggio: Kolo Muani brucia Dossena in velocità, si accentra rapidamente sul destro e fulmina il portiere Butez con un diagonale preciso nell’angolino lontano. È l’1-0 Juventus. Il Como però non si scompone e anzi aumenta la pressione nei minuti finali del tempo. In pieno recupero (45′+1′) i padroni di casa trovano il meritato pari: Cutrone recupera un pallone vagante al limite e pennella un cross perfetto in area, dove Assan Diao sbuca sul secondo palo e incorna in rete battendo Di Gregorio. Il portiere juventino riesce solo a sfiorare la palla, che termina in gol per l’1-1. Il Sinigaglia esplode di gioia, mentre l’arbitro Abisso verifica col VAR un possibile fallo precedente (i bianconeri reclamavano una spinta su McKennie) ma conferma la regolarità dell’azione. Si va al riposo in perfetta parità.
Secondo tempo. In avvio di ripresa Motta inserisce il neo-acquisto Lloyd Kelly sulla fascia sinistra (debutto in A) per dare maggiore copertura, ma il copione rimane equilibrato. Al 47′ è ancora il Como a rendersi pericoloso: il 18enne Nico Paz (talento argentino in prestito dal Real Madrid) calcia a botta sicura da centro area, trovando però la respinta provvidenziale di Di Gregorio con i piedi. Scampato il pericolo, la Juventus prova a prendere in mano la partita: al 61′ doppio cambio di Motta che inserisce freschezza a centrocampo (dentro Douglas Luiz e Thuram) e al 70′ i bianconeri costruiscono una buona occasione con Nico González che libera il mancino dal limite, ma il tiro è impreciso e termina a lato. Col passare dei minuti sembra profilarsi un pareggio. Il Como continua a crederci, lottando su ogni pallone, mentre la Juve fatica a creare occasioni limpide. All’80′ però scoppia il caso destinato a infiammare il finale: sugli sviluppi di un corner il difensore juventino Gatti e l’attaccante lariano Douvikas lottano in area, il pallone schizza e tocca la mano di Gatti. I comaschi chiedono a gran voce il rigore, ma Abisso – dopo un silent check VAR – lascia correre, giudicando l’episodio non punibile. La decisione fa infuriare Fàbregas in panchina, ma il gioco prosegue.
All’87′ ecco il colpo di scena decisivo: su un calcio di punizione a favore della Juve, il difensore Gatti si inserisce in area avversaria, Butez esce in ritardo e lo travolge in pieno. L’arbitro fischia immediatamente il rigore per la Juventus (anche in questo caso il VAR conferma senza smentire). Dagli 11 metri si presenta freddissimo Kolo Muani, che spiazza il portiere e firma la doppietta personale del sorpasso al fotofinish: 2-1 Juventus al minuto 89. Nel recupero i lariani si riversano generosamente in avanti alla ricerca del pareggio. Al 90′ il Como va a un passo dal 2-2: il difensore Dossena svetta di testa su cross da calcio d’angolo e coglie una clamorosa traversa a portiere battuto. È l’ultima emozione del match: dopo oltre 6 minuti di recupero, il triplice fischio sancisce la vittoria sofferta della Juventus, che strappa i tre punti al termine di una vera battaglia.
Marcatori e momenti chiave
- 34′ – Gol Juventus 0-1: Kolo Muani (J) – scatto in velocità e destro vincente sul palo lungo.
- 45′+1 – Gol Como 1-1: Diao (C) – colpo di testa su assist di Cutrone dal lato sinistro dell’area. (Gol convalidato dal VAR nonostante proteste bianconere per un presunto fallo precedente)
- 47′ – Occasione Como: tiro ravvicinato di Nico Paz respinto d’istinto dal portiere Di Gregorio.
- 70′ – Occasione Juventus: sinistro di Nico González dai 20 metri che termina a lato di poco.
- 80′ – Episodio VAR: tocco di mano di Gatti nella propria area sugli sviluppi di un corner, l’arbitro (dopo check VAR) non concede il rigore al Como, tra le proteste del pubblico e di Fàbregas.
- 87′ – Rigore Juventus: uscita scomposta di Butez che travolge Gatti; Abisso fischia il penalty per la Juve senza esitazioni.
- 89′ – Gol Juventus 1-2: Kolo Muani (J) su rigore – trasforma con freddezza spiazzando il portiere.
- 90′ – Legno Como: colpo di testa di Dossena su azione d’angolo che si stampa sulla traversa a portiere battuto.
- 90′+6 – Triplice fischio: finale Como 1 – Juventus 2, con i bianconeri che soffrono ma portano a casa la vittoria in trasferta.
Decisioni arbitrali controverse
La direzione di gara di Rosario Abisso è finita sotto i riflettori per due episodi chiave in area di rigore, entrambi nella ripresa. All’80′ il Como ha recriminato per un possibile calcio di rigore a favore: in un duello in area tra Gatti e Douvikas, il difensore juventino ha sfiorato il pallone con la mano dopo un rimpallo. Abisso ha giudicato involontario o non punibile il tocco e dopo aver consultato il VAR, ha fatto cenno di proseguire. La decisione ha scatenato le proteste vibranti di Fàbregas e del pubblico di casa, convinti che ci fossero gli estremi per il penalty. Lo stesso tecnico comasco nel post-partita non ha nascosto la rabbia: «Non c’è interpretazione, è un rigore chiarissimo. Douvikas la prende di petto e se Gatti non la tocca con la mano, quella palla arriva buona per noi: un’occasione incredibile per vincere a 10′ dalla fine». Fàbregas ha attaccato la mancanza di uniformità nelle decisioni arbitrali, sostenendo che «guarda caso, le squadre penalizzate sono sempre le stesse quando giocano contro le big» e di avere «abbastanza» di episodi contro il suo Como. Ha anche citato altri torti subiti in stagione (contro Lazio, Milan, Udinese) e un paragone con un gol annullato al Venezia contro l’Inter per un fallo di mano simile, invocando maggiore coerenza dal VAR: «O si fa sempre o non si fa mai. Io credo nel VAR, ma quando non viene gestito in maniera corretta, allora lo contesto».
All’87′, pochi minuti dopo il rigore negato al Como, è invece la Juventus a ottenere un calcio di rigore determinante. In questo caso Abisso non ha avuto dubbi nel punire l’uscita sconsiderata di Butez su Gatti: il portiere francese del Como, nel tentativo di anticipare il difensore, lo ha colpito in pieno invece di prendere il pallone. Decisione immediata e confermata dal VAR, con poche proteste da parte dei comaschi (apparsi più rassegnati e concentrati sul finale di gara). Federico Gatti, protagonista di entrambi gli episodi, ha commentato così la situazione: «Mi fa strano che un allenatore che ha giocato a livelli così alti dica certe cose… Ormai per ogni mezzo tocco si dà rigore. Noi difensori oggi siamo penalizzati: se diamo dei rigori così, smettiamo di giocare». Il centrale bianconero ha spiegato di aver «messo la mano sul corpo dell’attaccante per difendere palla» e che «a parti invertite non avrei mai chiesto il rigore», lamentando come dal VAR non si percepisca l’intensità dei contatti. Insomma, due visioni opposte: per Fàbregas il contatto di Gatti era nettamente punibile, per il difensore no – ed entrambi hanno espresso pubblicamente le proprie ragioni, segno che l’episodio lascerà strascichi polemici.
Da moviola, l’operato di Abisso è stato giudicato corretto nelle due aree dagli esperti di alcune testate: secondo Tuttosport, pur con qualche imprecisione tecnica, l’arbitro “non sbaglia nelle due aree di rigore”. L’ex arbitro Luca Marelli (oggi moviolista DAZN) ha evidenziato come un caso analogo di tocco di mano (Olivera in Inter-Napoli) sia stato valutato allo stesso modo, a conferma di un certo metro: «c’è un tocco con la mano di Gatti che è casuale… La coerenza sta nell’aver utilizzato lo stesso metro arbitrale». Resta il fatto che la “doppia beffa” vissuta dal Como (rigore negato e rigore contro pochi minuti dopo) ha comprensibilmente infiammato gli animi lariani.
Statistiche principali del match
I numeri della gara fotografano un match molto equilibrato, con un Como addirittura più propositivo in diverse voci. I padroni di casa hanno avuto un leggero predominio di possesso palla (52% Como vs 48% Juve) e hanno concluso di più verso la porta avversaria (16 tiri totali a 8, di cui 6 in porta per il Como contro 3 per la Juve). Anche sul fronte calci d’angolo la supremazia lariana è evidente: 9 corner per il Como, appena 1 per la Juventus. Perfetta parità invece nel conteggio dei falli commessi (15-15), a fronte però di un maggior numero di ammonizioni per i lariani (3 cartellini gialli al Como, 1 alla Juve, tutti per falli di gioco). Nessuna espulsione. Da segnalare anche un legno colpito dal Como (la traversa di Dossena al 90′), mentre la Juve non ha centrato pali né traverse. Curiosamente, la squadra di Motta è finita di nuovo sotto nel dato del possesso palla, un trend già visto di frequente in stagione: la Juventus fatica a dominare il gioco e preferisce spesso un approccio più attendista.
Tabellino riassuntivo: Como (3-5-2): Butez; Smolčić, Dossena, Goldaniga; Valle, Perrone, Da Cunha, Strefezza, Paz; Diao, Cutrone. All. Fàbregas. Juventus (4-2-3-1): Di Gregorio; Weah, Gatti, Veiga, Savona; Koopmeiners, Locatelli; Nico González, McKennie, Yıldız; Kolo Muani. All. Motta. Marcatori: 34′ Kolo Muani (J), 45’+1′ Diao (C), 89′ Kolo Muani (rig, J). Ammoniti: 28′ Savona (J), 37′ Valle (C), 75′ Strefezza (C), 86′ Goldaniga (C). Arbitro: Rosario Abisso (sez. Palermo).
Dichiarazioni post-partita di allenatori e giocatori
Nel dopogara sono emersi sentimenti contrastanti. Il tecnico juventino Thiago Motta ha elogiato la mentalità della sua squadra ma ha ammesso le difficoltà incontrate contro un ottimo Como: «Ho buone sensazioni. Giocare qui a Como non è facile e non lo è stato per nessuno: loro giocano un calcio di qualità e ti creano problemi in tanti modi se non rimani sempre concentrato. Abbiamo fatto la partita che serviva per portare a casa la vittoria, possiamo certamente migliorare, ma i ragazzi hanno dato tutto». Motta si è detto soddisfatto soprattutto dell’atteggiamento: «Sono contento per i ragazzi, se lo meritano perché lavorano duro dall’inizio. Mi ha impressionato anche chi è entrato dalla panchina: in una situazione difficile ha avuto l’atteggiamento giusto e ha alzato il livello». Il mister bianconero ha anche riconosciuto un calo di concentrazione sul gol subito: «Dobbiamo fare meglio in quell’occasione. Lasciare Diao libero di colpire di testa non va bene: fa tutta la differenza arrivare all’intervallo in vantaggio o sull’1-1. Però negli spogliatoi i ragazzi hanno reagito con l’atteggiamento giusto, li ho visti pronti a riprendersi la partita».
Motta ha naturalmente speso parole di elogio per Randal Kolo Muani, nuovo trascinatore della Juve: «Sta segnando gol importanti ma può migliorare anche lui. Deve continuare a lavorare: il gol è fondamentale, ma non è l’unica cosa – un attaccante ha anche altri compiti in campo. Mi piace il suo sorriso, dal primo giorno qui si è messo a disposizione aiutando la squadra». In conferenza, l’allenatore italo-brasiliano ha mantenuto toni pacati nonostante le critiche sul gioco e sui tanti pareggi accumulati finora, preferendo sottolineare la solidità difensiva e la capacità di soffrire dei suoi: «Ogni partita ha una sua storia e spero di leggerla sempre nel modo giusto. Oggi l’approccio era quello giusto contro un Como che ha messo in difficoltà tanti. A parte il gol subito allo scadere, ho visto la squadra controllare bene la situazione».
Sul fronte opposto, Cesc Fàbregas è apparso molto amareggiato. L’ex campione spagnolo, da quest’anno alla guida del Como, ha parlato ai microfoni con “eleganza messa da parte” e toni insolitamente polemici. «Oggi zitto non ci sto» – ha esordito riferendosi all’episodio arbitrale – «Così non si può lottare: è già successo con la Lazio, col Milan, con l’Udinese… Ne ho abbastanza». Fàbregas ha espresso dubbi sul VAR e sulla gestione del regolamento: «L’arbitro può non vedere, ma se una giocata va al VAR e comunque non viene sanzionata, mi vengono dubbi su come gestiscono le partite là» (in sala VAR). Il tecnico del Como, visibilmente frustrato, ha aggiunto: «Non parlo per me, ma per difendere la società e il Como. Sappiamo di essere piccoli – Como è una città di 80 mila persone – ma vogliamo solo equità. O è rigore sempre o non lo è mai». In un acceso dibattito in tv, Fàbregas ha avuto un battibecco con il commentatore Giancarlo Marocchi (ex Juve), ribattendo stizzito: «Sono qui da due anni e mezzo, non sono appena arrivato. Non sto attaccando il calcio italiano, parlo in generale: nel calcio ci vuole uniformità, o si fischia sempre o mai».
Tra i giocatori, il man of the match Randal Kolo Muani ha mostrato grande soddisfazione per il momento magico che sta vivendo a Torino. «È un sogno per me essere qui, sono molto felice di questi primi gol con la mia nuova squadra», ha dichiarato il 25enne francese, arrivato a gennaio dal Paris Saint-Germain. «Era importante giocare per vincere: abbiamo ottenuto tre punti oggi in una partita difficile, siamo molto felici e adesso possiamo prepararci al prossimo impegno». Al suo fianco, il portiere Michele Di Gregorio – decisivo con almeno un paio di interventi – ha riconosciuto i meriti degli avversari: «Sapevamo che sarebbe stata dura: Como è un campo difficile, loro giocano bene e quando hanno il possesso palla ti mettono in difficoltà». L’estremo difensore, ex Monza, ha aggiunto: «Era importante vincere, abbiamo lottato fino alla fine perché ci tenevamo a questi punti». Sull’inserimento dei nuovi arrivati (come Veiga, Kolo Muani e lo stesso Kelly) Di Gregorio ha commentato positivamente: «Credo che, come Randal, anche gli altri nuovi si siano inseriti subito. Stiamo creando qualcosa di buono qui e diventeremo sempre più forti».
Reazioni dei tifosi e commenti sui social
La partita Como-Juventus ha generato un forte dibattito sui social network, con opinioni molto accese soprattutto da parte dei tifosi bianconeri ma anche frustrazione tra i sostenitori lariani. Nel post-gara, l’hashtag #ComoJuve è entrato in tendenza su Twitter, segno dell’attenzione mediatica attorno al match.
Sul versante juventino, molti tifosi hanno manifestato sollievo per la vittoria, ma anche insoddisfazione per la prestazione definita sottotono. In parecchi hanno criticato la gestione di Thiago Motta e le scelte tecniche. Sotto ai post ufficiali della Juventus, alcuni commenti recitavano: “Il lato positivo sono i tre punti. Il lato negativo è che il gioco di Motta non esiste”, oppure “Prestazione raccapricciante, siamo comunque vergognosi nonostante la vittoria”. C’è chi fa ironia: “Complimenti a Motta che stava per non vincere neanche questa partita”, alludendo ai tanti pareggi sfiorati.
In particolare, due giocatori della Juve sono finiti nel mirino delle critiche: Teun Koopmeiners e Lloyd Kelly. Il centrocampista olandese, arrivato dall’Atalanta, è stato definito “impalpabile” e “sotto tono”, con un tifoso che sbotta: “Nemmeno nei peggiori incubi avrei immaginato un impatto così disastroso di Koopmeiners alla Juve, una delusione peggio di quando ho scoperto che Babbo Natale non esiste”. Quanto a Kelly, difensore inglese appena acquistato (ex Newcastle), i giudizi sono stati severi dopo il suo debutto non brillante: “Kelly mi sembra un pochino lento”, scrive un utente e un altro rincara: “Che bidone sto Kelly, peggio di Howedes!”, ricordando il flop di un difensore passato anni fa da Torino. Non manca chi difende la squadra sottolineando il carattere mostrato, ma il sentiment generale tra i supporter bianconeri è critico: ci si aspetta un gioco migliore e una gestione diversa di alcuni uomini, in particolare il caso Vlahović. Molti infatti si chiedono perché l’attaccante serbo continui a restare ai margini: “Comunque 10 minuti a Vlahovic li poteva giocare, io Motta non lo capisco”, commenta un fan, mentre un altro aggiunge: “Vlahovic sempre in panca… qualcosa bolle in pentola”. La sensazione diffusa è che Dusan sia “sempre più fuori dal progetto”, soprattutto dopo la quarta panchina consecutiva senza neanche subentrare.
Tra i tifosi del Como, prevale l’orgoglio misto a rimpianto. Sui social locali e nei gruppi Facebook biancoblù si leggono messaggi di elogio alla squadra per la prestazione: “Abbiamo messo sotto la Juve per lunghi tratti, meritavamo di più”, oppure “Questo Como non sembra una neopromossa, giocato alla pari con la Juve, bravi ragazzi”. Molti ringraziano Fàbregas per la mentalità trasmessa alla squadra e per il coraggio mostrato. Al tempo stesso, c’è grande rabbia per l’episodio del mancato rigore: “Ci hanno scippato un punto sacrosanto” scrive un tifoso lariano su Twitter, mentre un altro aggiunge amareggiato: “Contro le grandi ce ne fischiano sempre poche…”. Non manca l’ironia: alcuni pubblicano meme di Fàbregas furioso in panchina con la scritta “When you play against Juve…”, altri condividono foto di Gatti con il braccio sospetto evidenziato, commentando “Hand of God?”. In generale, la tifoseria comasca pur arrabbiata per l’episodio si è detta fiera della prova e ha applaudito la squadra al rientro negli spogliatoi. Numerosi anche i complimenti dei tifosi neutrali: sul web in tanti riconoscono che il Como avrebbe meritato il pari, evidenziando le statistiche a favore dei lariani e definendo la loro gara “da applausi”. Un utente scrive: “A Como una sola squadra ha fatto gioco. E no, non era la Juve”, riprendendo provocatoriamente il titolo di un articolo di commento apparso sulla stampa.
Analisi: qualità del gioco e prestazioni individuali
Dal punto di vista del gioco, Como-Juventus è stata una partita avvincente e più equilibrata di quanto la classifica potesse far pensare. Il Como, spinto da un pubblico caloroso, ha messo in campo intensità, organizzazione e coraggio. La squadra di Fàbregas ha pressato alta nella prima mezz’ora, mettendo in difficoltà la costruzione bianconera, e nel complesso ha tenuto bene il campo alternando fraseggi palla a terra e verticalizzazioni rapide sulle punte. In particolare, i lariani hanno brillato sulle corsie con le discese di Strefezza e Valle, e hanno mostrato personalità nel palleggio a centrocampo con il giovane Paz e l’esperto Perrone. Il dato dei 9 calci d’angolo conquistati contro 1 solo subito testimonia la capacità del Como di creare situazioni offensive continuative. Certo, a tratti la differenza di caratura tecnica si è vista – soprattutto nella gestione di alcuni palloni chiave – ma il gioco collettivo dei lariani è stato fluido e propositivo. Fàbregas può trarre molte indicazioni positive: il suo Como non rinuncia a giocare nemmeno contro le big e questa prestazione conferma i progressi di una squadra che, se manterrà questo livello, avrà buone chance di centrare la salvezza.
La Juventus, dal canto suo, ha confermato alcuni pregi e difetti già emersi in stagione. I bianconeri hanno faticato a imporre il proprio gioco, soprattutto nel primo tempo, soffrendo il palleggio avversario e lasciando il possesso palla agli avversari per larghi tratti (anche a fine gara la Juve è sotto nel possesso, 47.8%). L’approccio prudente di Motta – con un baricentro non altissimo e una manovra poco brillante – ha esposto la squadra a qualche rischio di troppo. Tuttavia, la Juventus ha mostrato solidità mentale e capacità di soffrire: pur senza brillare, ha saputo colpire nel momento giusto con la giocata del singolo e resistere nel finale grazie a un pizzico di fortuna (la traversa di Dossena). In difesa, la coppia Gatti-Veiga ha alternato buone chiusure a qualche incertezza (sul gol dell’1-1 il reparto si è fatto sorprendere); sugli esterni il giovane Savona ha sofferto Strefezza rimediando anche un giallo precoce, mentre a destra Weah ha spinto poco. A centrocampo è mancata la regia di Locatelli (uscito al 61′ per far spazio a Thuram): il doppio mediano con Koopmeiners non ha garantito lucidità in impostazione.
Proprio Teun Koopmeiners è parso sottotono e lento: la sua prova è stata giudicata negativamente dalla critica (voto 4,5 nelle pagelle di Gazzetta e CorSport) e dai tifosi stessi. Meglio l’ingresso di Douglas Luiz, che ha portato più dinamismo negli ultimi 30 minuti. Sulla trequarti, Weston McKennie si è visto a sprazzi (utile nei ripiegamenti ma poco incisivo in avanti), mentre Nico González ha acceso la luce solo a tratti (suo il tiro fuori di poco al 70′). Il baby Kenan Yıldız ha avuto poche occasioni per incidere ed è uscito al 67′ dopo una gara di sacrificio.
In attacco, la differenza l’ha fatta Randal Kolo Muani: l’attaccante francese è stato senza dubbio il migliore in campo, confermandosi l’uomo del momento per la Juve. Oltre ai due gol (splendido quello del vantaggio, glaciale la trasformazione dal dischetto), Kolo Muani ha lavorato per la squadra, cercando spesso la profondità e tenendo in apprensione la difesa comasca. Le sue accelerazioni hanno dato l’unica vera scossa alla manovra juventina. Non a caso, i quotidiani gli assegnano un voto altissimo (anche 7,5), definendolo “on fire” e “devastante”.
Sul fronte opposto, il migliore dei lombardi è stato Assan Diao: il 18enne spagnolo (in prestito dal Betis) ha confermato di essere una bella scoperta, meritandosi un 7 in pagella. Gol a parte, Diao ha spesso impegnato la retroguardia juventina con i suoi movimenti e nel primo tempo solo un intervento in extremis di Gatti gli ha negato la gioia del gol in un’altra occasione. Molto positiva anche la prova di Patrick Cutrone, autore dell’assist e di un grande lavoro sporco: l’attaccante comasco si è sbattuto su tutto il fronte offensivo, tenendo impegnati i difensori avversari e propiziando il gol dell’1-1. A centrocampo, menzione per Nico Paz, che al debutto da titolare in Serie A ha mostrato personalità e sfiorato il gol; peccato per l’infortunio di Alex Valle (uscito acciaccato al 73′), fino ad allora uno dei migliori sulla sinistra. Tra i pali, invece, serata sfortunata per Jean Butez: il portiere francese del Como, fin lì attento, ha commesso l’errore decisivo causando il rigore su un’uscita a vuoto nel momento più delicato.
Da parte juventina, oltre a Kolo Muani, è giusto sottolineare la prestazione di Michele Di Gregorio: il portiere, spesso poco impegnato in tante gare, questa volta ha dovuto sfoderare almeno due parate importanti (su Cutrone in avvio e soprattutto su Paz a inizio ripresa) mantenendo la Juve in partita. Non ha colpe sul gol subito, anzi arriva a toccare il colpo di testa di Diao senza riuscire a respingerlo. Le pagelle lo premiano con un 7-7,5 e parlano di portiere “decisivo ma abbandonato” dai suoi. Prova di carattere anche per Federico Gatti: al di là delle polemiche, il difensore ha giocato con grinta e ha avuto il merito di procurarsi il rigore della vittoria con un inserimento coraggioso. In difficoltà, invece, il debutto di Lloyd Kelly: entrato nella ripresa, il terzino inglese è apparso imballato e poco reattivo, facendosi saltare in un paio di occasioni; il pubblico social non gli ha perdonato nulla definendolo “lento” e paragonandolo a precedenti flop. La Juventus può comunque consolarsi con i tre punti e con un Kolo Muani così, ma dovrà lavorare sul piano del gioco se vuole competere ai massimi livelli.
Contesto del match e scenari futuri
Quello tra Como e Juventus non è un confronto carico di rivalità storica, ma questa sfida assumeva un significato speciale per i padroni di casa. Il Como 1907 infatti è tornato in Serie A quest’anno dopo 21 anni di assenza, sospinto da un ambizioso progetto societario che vede coinvolti anche nomi illustri come Thierry Henry (nel management) e lo stesso Cesc Fàbregas passato dalla rosa alla panchina. L’ultima volta che le due squadre si erano affrontate in campionato risaliva alla stagione 2002-03, quando la Juve dei campioni del mondo affrontò un Como poi retrocesso. Vent’anni dopo, lo scenario è diverso: il Como lotta per non retrocedere, la Juve insegue le posizioni di vertice ma con un percorso finora altalenante. Alla vigilia di questo match, la Juventus era quarta in classifica e affamata di punti per consolidare la zona Champions, mentre il Como si trovava invischiato nella lotta salvezza, appena sopra la zona retrocessione.
Con la vittoria del Sinigaglia, la Juve sale momentaneamente a 43 punti, confermandosi al 4° posto. I bianconeri accorciano a -4 sull’Atalanta (3ª) e mettono pressione a Fiorentina e Lazio, entrambe appaiate a 42 e impegnate in questo turno. Inoltre, la squadra di Motta torna a vincere fuori casa dopo un periodo di pareggi e lo fa per di più in un anticipo insidioso. Questo successo potrebbe rappresentare una svolta a livello morale, anche se non cancella del tutto i dubbi.
Come evidenziato da alcune analisi, “la vittoria di Como non cancella le critiche” e il tecnico resta “nella bufera” mediaticamente. Motta dovrà lavorare soprattutto sul piano offensivo per dare più identità alla manovra, ma intanto incamera punti cruciali. La Juventus ora volge lo sguardo all’Europa: martedì 11 febbraio sarà attesa dall’andata dei play-off di Champions League contro il PSV Eindhoven, uno spareggio fondamentale per accedere agli ottavi nella nuova formula della Champions. In campionato, il prossimo impegno è di quelli da bollino rosso: domenica 16 febbraio a Torino arriva l’Inter, per un Derby d’Italia che sarà un vero esame di maturità. In quell’occasione si capirà se questa Juve potrà rilanciarsi anche in ottica Scudetto o se dovrà concentrarsi sulla difesa del piazzamento Champions.
Per il Como, la sconfitta lascia qualche rimpianto ma non intacca la fiducia. I lariani restano fermi a 22 punti in classifica (15° posto), con un margine sottilissimo (+2) sulla zona retrocessione. Molto dipenderà dai risultati di Empoli, Cagliari e Parma (tutte con una partita in meno al momento). Fàbregas dovrà ricaricare i suoi perché all’orizzonte c’è una sfida altrettanto dura: domenica 16 febbraio alle 12:30 il Como sarà ospite della Fiorentina al Franchi. Un’altra partita sulla carta proibitiva, ma se il Como visto contro la Juve saprà ripetersi, potrà giocarsela. Il calendario offrirà poi scontri più diretti per la salvezza dove sarà fondamentale capitalizzare le buone prestazioni in punti. Inoltre, la società sta già pensando al futuro: è notizia recente che il Como progetta un nuovo stadio Sinigaglia all’altezza della Serie A moderna, a conferma della volontà di stabilizzarsi nella massima serie.
Possiamo concludere dicendo che Como-Juventus del 7 febbraio 2025 è stata una partita ricca di emozioni e spunti: una neopromossa coraggiosa ha messo in scacco una big blasonata, costringendola agli straordinari per vincere. La Juventus porta a casa il risultato e continua la sua corsa, ma è il Como ad aver raccolto applausi e incoraggiamenti per il gioco espresso. Come titola qualcuno, “A Como una sola squadra ha fatto la partita. E no, non era la Juve”. Sta ora ai bianconeri trasformare queste vittorie sofferte in fiducia e migliorare sul piano del gioco, mentre ai lariani serve dare continuità alla prestazione per raggiungere l’obiettivo salvezza. Il campionato è ancora lungo e partite così possono dare la scossa: la volata finale della Serie A promette scintille tanto in cima quanto in coda.

Cerchi qualcosa in particolare?
Pubblichiamo tantissimi articoli ogni giorno e orientarsi potrebbe risultare complicato.
Usa la barra di ricerca qui sotto per trovare rapidamente ciò che ti interessa. È facile e veloce!
Notizie
La Fondazione Giovan Battista Baroni: 350mila euro per 11 progetti innovativi a sostegno...

La Fondazione Giovan Battista Baroni rinnova il proprio impegno verso le persone con disabilità, destinando un finanziamento di 350mila euro a favore di 11 progetti d’avanguardia nei settori della ricerca scientifica, dell’assistenza e dello sport inclusivo. L’annuncio ufficiale è avvenuto nel corso della cerimonia di premiazione, svoltasi ieri sera presso il prestigioso Circolo Aniene di Roma. L’evento ha visto la partecipazione di figure di spicco del mondo sportivo, artistico e giornalistico.
In un contesto storico in cui il tema della disabilità assume sempre più rilevanza, l’iniziativa della Fondazione appare più che mai imprescindibile. Secondo Eurostat, nel 2023 una persona adulta su quattro nell’Unione Europea convive con una forma di disabilità. In Italia, i dati Istat evidenziano una crescita costante del numero di alunni con disabilità (+6% nell’ultimo anno) e un incremento pari al 40% nella domanda di servizi sociali rispetto al 2012.
Operativa da oltre mezzo secolo nel territorio di Roma e del Lazio, la Fondazione Baroni ha costruito una solida rete di supporto per le persone con disabilità, investendo complessivamente 8 milioni di euro in iniziative dedicate alla ricerca e alla solidarietà.
Tra i progetti recentemente premiati si distinguono:
- Università di Cassino: sviluppo di un sistema di supporto per le terapie neurologiche rivolte ad anziani con patologie neurodegenerative.
- ItaliaCamp: programma di formazione digitale e inserimento lavorativo per persone con disabilità motoria.
- Fondazione Il Coraggio dei Bambini: creazione di un protocollo riabilitativo personalizzato per bambini affetti da tumori neuro-oncologici.
- Associazione Volontari per il Policlinico Tor Vergata: attivazione dello sportello “S.O.S. Emicrania” per la gestione dell’emicrania cronica.
Per quanto riguarda lo sport inclusivo, l’elenco delle iniziative selezionate include:
- S.S. Lazio Nuoto: il progetto “Vincere senza limiti” mira a potenziare le discipline paralimpiche in vista delle Olimpiadi di Los Angeles 2028.
- Unione Rugby Capitolina: “ImplaccAbili”, un format di rugby che consente il pieno contatto tra atleti con e senza disabilità.
- Circolo Canottieri 3 Ponti: organizzazione della discesa a remi del Danubio 2025, un percorso di 300 km tra Vienna e Budapest con equipaggi misti provenienti da Italia, Austria e Germania.
- GET AUT!: attività motorie per ragazzi con autismo, di età compresa tra 8 e 18 anni, in quartieri romani caratterizzati da bassa accessibilità.
In ambito assistenziale, sono stati premiati i seguenti progetti:
- Fateci Posto: laboratori creativi dedicati ad adolescenti autistici con elevati bisogni assistenziali.
- Orma Italia: supporto terapeutico per famiglie in difficoltà.
- Fondazione Cervelli Ribelli: corsi di ceramica, musica e fotografia per giovani con autismo.
La cerimonia è stata inaugurata dai saluti di Massimo Fabbricini, presidente del Circolo Aniene, e condotta dalla giornalista Greta Mauro. Giuseppe Signoriello, presidente della Fondazione Baroni, ha evidenziato: “La nostra indipendenza finanziaria ci consente di operare con determinazione, ma è solo attraverso la collaborazione con istituzioni e realtà locali che possiamo costruire progetti sostenibili. Da soli si va veloci, ma insieme si va lontano.”
Tra i testimonial presenti spiccano il campione paralimpico di scherma Edoardo Giordan, il direttore editoriale del Messaggero Massimo Martinelli, la velista Caterina Banti (oro olimpico a Tokyo e Parigi), l’attrice Giulia Bevilacqua, la conduttrice Eleonora Daniele, la giovane booktoker Sara Ciafardoni e il giornalista Stefano Buttafuoco.
A quest’ultimo è stato attribuito il Premio Fondazione Baroni al Giornalismo Inclusivo, alla sua prima edizione, per la capacità di narrare con sensibilità le fragilità trasformate in opportunità.
Infine, le targhe “Amici della Fondazione Baroni” sono state consegnate a Caterina Banti, Giulia Bevilacqua, Eleonora Daniele e Sara Ciafardoni, in riconoscimento del loro contributo nel promuovere una cultura basata su inclusione e rispetto.
Notizie
Conor McGregor: dalla gabbia alla politica, un futuro da protagonista?

Conor McGregor sembra pronto a intraprendere un nuovo capitolo nella sua vita, questa volta lontano dal mondo dello sport. L’ex campione di MMA ha recentemente annunciato il suo interesse per la politica, accompagnato da un chiaro programma elettorale. Al centro della sua proposta, la dura opposizione al nuovo Patto per la migrazione dell’Unione europea, un tema che lo ha portato a condividere posizioni vicine a quelle dell’estrema destra. Attraverso un post su Instagram, McGregor ha dichiarato: “L’Irlanda deve implementare completamente il Patto per la migrazione dell’Ue entro il 12 giugno 2026. Ciò richiederà l’approvazione di diverse normative legislative, che dovranno essere successivamente firmate dal Presidente. Le prossime elezioni presidenziali si terranno entro l’11 novembre 2025. Chi, se non io, si opporrà al Governo e a questa legge? Io sono pronto a farlo! In qualità di Presidente, sottoporrei questa legge a un referendum. Sebbene sia fermamente contrario a questo patto, spetta al popolo irlandese, non a me o ai governi, prendere una decisione”.
McGregor ha poi aggiunto: “Questo è il futuro che immagino per l’Irlanda con me come Presidente. Ogni cittadino irlandese deve avere il diritto di esprimersi e di scegliere il proprio destino. Che Dio benedica il nostro popolo! Sostieni McGregor e fai sentire la tua voce”.
Lo sportivo ha recentemente catturato l’attenzione anche in occasione della celebrazione di San Patrizio, recandosi a Washington, dove è stato accolto dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Parlando alla stampa, McGregor ha dichiarato: “Gli Stati Uniti e l’Irlanda sono come fratelli”. Tuttavia, non ha esitato a criticare il governo irlandese, definendolo “un governo farsa” e accusandolo di trascurare i bisogni dei cittadini. “L’immigrazione illegale ha raggiunto livelli record. Gli americani devono essere consapevoli di ciò che sta accadendo”, ha affermato con tono deciso.
Nonostante siano trascorsi anni dal suo ultimo incontro ufficiale nell’ottagono e la sua carriera sportiva sembri ormai alle spalle, McGregor continua a far parlare di sé per episodi al di fuori del contesto sportivo. Vale la pena ricordare che nel novembre scorso è stato condannato per aggressione sessuale, un evento che ha ulteriormente acceso i riflettori sulla sua controversa figura.
Qualora McGregor decidesse di candidarsi alla presidenza dell’Irlanda, entrerebbe a far parte di una lunga lista di sportivi che hanno intrapreso la carriera politica. Tra i precedenti illustri si annoverano figure come Vitaly Klitschko, ex campione del mondo di pugilato e ora sindaco di Kiev; George Weah, vincitore del Pallone d’Oro nel 1995 e attuale presidente della Liberia; Kakha Kaladze, ex difensore del Milan e oggi sindaco di Tbilisi, capitale della Georgia. Altri esempi includono il leggendario pugile Manny Pacquiao, diventato senatore nelle Filippine e sconfitto nella corsa presidenziale del 2022, e Josefa Idem, pluricampionessa di canoa e in passato Ministro per le Pari Opportunità nel governo Letta. Tra i più recenti, anche l’ex calciatore Mesut Ozil, campione del mondo con la Germania nel 2014, che si è unito al comitato centrale dell’AKP, il partito del presidente turco Erdogan.
Sport
Boston Celtics venduti per la cifra record di 6,1 miliardi di dollari

La storia della NBA è stata scritta con un passaggio epocale: i leggendari Boston Celtics, attuali campioni in carica, sono stati venduti per la cifra sbalorditiva di 6,1 miliardi di dollari. Questo importo rappresenta un record assoluto per il mondo dello sport statunitense.
Secondo il Boston Globe, il nuovo proprietario è Bill Chisholm, CEO e co-fondatore della Symphony Technology Group, un prestigioso fondo di private equity con sede in California. L’acquisizione segna un punto di svolta nelle operazioni finanziarie legate alle franchigie sportive, stabilendo un benchmark per gli investimenti futuri.
Con questa transazione, viene infranto il precedente record di 6,05 miliardi di dollari pagati nel 2023 da Josh Harris per i Washington Commanders della NFL. Per quanto riguarda la NBA, il primato era stato fissato da Mat Ishbia con l’acquisto dei Phoenix Suns per 4 miliardi di dollari. I Celtics, grazie alla loro storia e prestigio, hanno ora fissato l’asticella a nuovi livelli.