Clean Slate: una nuova pagina di amore e inclusione su Prime Video
Immaginate di essere un padre che non vede suo figlio da vent’anni. Quando finalmente quel figlio bussa alla porta di casa… vi trovate davanti una figlia. Sembra l’incipit di un dramma familiare, vero? E invece è l’inizio di una commedia dal cuore enorme chiamata Clean Slate. Questa nuova serie TV debutta il 6 febbraio su Prime Video, e credetemi: è una ventata di aria fresca che vi farà ridere, commuovere e riflettere tutto d’un fiato.
D’altronde, chi meglio di una leggenda come Norman Lear (sì, proprio lui, il papà di Arcibaldo/All in the Family e tante altre sitcom rivoluzionarie) poteva dare la sua benedizione a un progetto così? Clean Slate porta la sua impronta, ma allo stesso tempo ha una voce fresca, attuale, e profondamente umana.
La trama di Clean Slate: un ritorno a casa pieno di sorprese
Harry Slate (interpretato dal comico veterano George Wallace) è un tipo all’antica. Gestisce un autolavaggio in Alabama, adora il football, parla senza peli sulla lingua. Un giorno riceve un’email inaspettata: il figlio con cui ha perso i contatti da due decenni sta tornando a casa. Harry è elettrizzato: prepara birra e snack per guardare la partita insieme come ai vecchi tempi. Ma alla porta non si presenta il “figliol prodigo” che ricordava, bensì Desiree (la magnetica Laverne Cox), una donna elegante e fiera di sé, che altri non è che sua figlia. Sorpresa! Desiree, una volta conosciuta come Desmond, ha finalmente avuto il coraggio di vivere la propria verità.
Inizia così un’avventura familiare tenera e divertente. Padre e figlia si ritrovano sotto lo stesso tetto, estranei eppure legati da un affetto innegabile. Harry è spiazzato – e chi non lo sarebbe? – ma prova ad accogliere Desiree con amore, anche se ogni tanto inciampa tra pronomi e vecchie abitudini (c’è persino un buffo “barattolo dei pronomi” dove infilare una monetina ogni volta che qualcuno sbaglia a rivolgersi a Desiree!).
Dal canto suo, Desiree è tornata a casa con il cuore un po’ ammaccato: dopo anni a New York e qualche errore di troppo, sente che per andare avanti deve fare pace col passato. E quale passato più ingombrante del rapporto irrisolto con papà?
Rappresentazione trans e attualità: il coraggio di Clean Slate
Questa serie arriva in un momento storico delicato, in cui si parla fin troppo di persone transgender senza ascoltarle davvero. Clean Slate invece dà voce e dignità a una donna trans mostrando la sua quotidianità, le sue fragilità e la sua forza. Il bello? Lo fa con leggerezza e rispetto, strappandoci sorrisi sinceri invece di tenere sermoni. Mentre in alcune parti del mondo i diritti delle persone LGBTQ+ vengono messi in discussione, qui vediamo una famiglia qualsiasi affrontare un cambiamento straordinario. E scopriamo che l’amore di un genitore può evolvere, anche quando le certezze vengono ribaltate.
Guardando Desiree e Harry, viene da pensare a quante persone là fuori sognino un abbraccio così: un “ti voglio bene” che non cancella le diversità ma anzi le abbraccia. Laverne Cox, icona e attivista, regala a Desiree un’umanità che buca lo schermo: non è un simbolo stereotipato, ma una figlia che cerca l’approvazione di suo padre e il proprio posto nel mondo. E George Wallace, con la sua verve da comico navigato, dipinge Harry come un uomo burbero ma dal cuore pronto a sciogliersi. Insomma, Clean Slate parla di noi, di come tutti alla fine cerchiamo di essere compresi e amati per ciò che siamo.
Dietro e davanti la telecamera: cast e produzione con il cuore
Il cast di Clean Slate brilla per affiatamento e autenticità. Oltre alla coppia Cox-Wallace, spicca Jay Wilkinson nei panni di Mack, il dipendente dell’autolavaggio: un omone dal passato difficile ma dal sorriso buono, che presto si ritrova incuriosito dalla nuova arrivata (e forse un po’ cotto di lei). La giovane Norah Murphy interpreta Opal, la figlia di Mack, e i suoi occhi si illuminano quando vede in Desiree un modello di coraggio; quelle scene tra loro due scaldano il cuore.
E poi c’è D.K. Uzoukwu, il migliore amico d’infanzia di Desiree, Louis, oggi direttore del coro della chiesa locale e anche lui alle prese con la propria identità (la sua storia parallela aggiunge ulteriore profondità, soprattutto nelle scene con sua madre, interpretata dalla sempre magnifica Telma Hopkins).
Dietro le quinte troviamo una squadra appassionata quanto gli attori sullo schermo. Dan Ewen, al suo debutto da creatore di serie, ha co-creato lo show insieme agli stessi Laverne Cox e George Wallace: tre persone molto diverse tra loro che hanno messo in comune esperienze e idee per dare vita a questa storia. E se Clean Slate esiste, è anche grazie alla spinta di Norman Lear, produttore esecutivo del progetto.
L’energia sul set e la chimica tra gli interpreti si percepiscono in ogni scena: risate, battute improvvisate, ma anche lacrime vere quando si toccano certe corde emotive. Questa autenticità fa sì che, episodio dopo episodio, ci si dimentichi di star guardando una serie: sembra quasi di fare parte della famiglia Slate.
L’eredità di Norman Lear rivive in Clean Slate
A 101 anni, Norman Lear ci ha lasciato da poco, ma il suo spirito vive eccome in questa serie. Chi ha amato le sue vecchie sitcom sentirà un piacevole deja-vu: Clean Slate affronta temi sociali importanti (identità di genere, fede, pregiudizi) con quello stesso mix di umorismo e sincerità che rese Lear una leggenda della TV. Pensateci: già negli anni ’70 Lear rompeva tabù parlando di razzismo e conflitti generazionali in prima serata; oggi, con Clean Slate, la tradizione continua, portando sullo schermo una realtà che raramente vediamo rappresentata.
La firma di Lear si riconosce nei dettagli: nelle risate che nascono da situazioni scomode, nei personaggi imperfetti ma adorabili, nel coraggio di dire qualcosa di vero senza mai diventare predicatorio. Questa probabilmente è l’ultima serie televisiva a portare il suo nome tra i produttori, ed è un addio col botto: un messaggio di inclusione e speranza mascherato da sit-com di provincia. Se c’è un lascito che Norman Lear ci ha insegnato, è proprio questo: la TV può farci ridere e al contempo renderci persone migliori. Clean Slate lo fa, e con stile.
Il trailer ufficiale
Pronti a ricominciare col sorriso?
Clean Slate è più di una nuova serie comica: è un promemoria che non è mai troppo tardi per ricominciare, per chiedere scusa, per aprire il proprio cuore. Vi troverete a ridere di gusto di fronte alle gag (alcune sono davvero spassose, preparatevi!), ma anche ad asciugarvi una lacrimuccia quando meno ve l’aspettate. Personalmente, mi sono alzato dal divano con la voglia di chiamare le persone a cui tengo e dire loro quanto le apprezzo – tanta è la carica emotiva, positiva, che trasmette.
Allora, siete pronti a dare a Harry e Desiree una chance di conquistarvi? Clean Slate vi aspetta dal 6 febbraio su Prime Video, con otto episodi tutti da divorare. Preparate i popcorn, tenete i fazzoletti a portata di mano (per le risate fino alle lacrime e per l’emozione), e lasciatevi trasportare in questa storia dolceamara che profuma di vita vera. Chissà, alla fine dei titoli di coda potreste scoprire di avere il sorriso sulle labbra e il cuore un po’ più aperto. Buona visione!

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The Buccaneers 2, l’irriverente ritorno su Apple TV+ che scuote l’Inghilterra ottocentesca

Un tempo, l’Inghilterra dei salotti aristocratici pareva un mondo inviolabile. Oggi, invece, le giovani eroine di “The Buccaneers” ci fanno capire che ogni epoca può essere scossa da storie di passioni e intrighi senza tempo. Non si parla soltanto di crinoline e tè pomeridiani: qui ci troviamo davanti a una carica di energia fresca e ribelle, pronta a ribaltare convenzioni sociali vecchie di secoli.
Abbiamo un nuovo capitolo (l’hanno definito “seconda stagione”) della dramedy ispirata al romanzo incompiuto di Edith Wharton, e la curiosità è alle stelle. L’uscita è fissata su Apple TV+ per il 18 giugno, con il primo episodio in anteprima, poi un appuntamento settimanale ogni mercoledì fino al 6 agosto. Vuol dire che per più di un mese e mezzo resteremo inchiodati davanti allo schermo, in attesa di scoprire chi tradirà chi, quali pettegolezzi devasteranno i clan nobili e quali donne si faranno avanti per dettare le nuove regole del gioco.
La storia, se vogliamo riassumerla, ruota intorno a un manipolo di giovani americane catapultate nella Londra degli anni ’70 dell’Ottocento. Nan St. George, interpretata da Kristine Frøseth, è salita di grado ed è adesso la Duchessa di Tintagel. Di colpo, è diventata una figura potentissima nel panorama inglese. Nel frattempo, la sua amica Conchita Closson (Alisha Boe) è Lady Brightlingsea, una donna che ha lanciato una moda: tante ereditiere d’oltreoceano la seguono per cercare fortuna in Europa. Non è uno scenario tranquillo, viste le tensioni e i contrasti fra la vecchia nobiltà e i nuovi rampolli dell’alta società.
Il cast: volti noti e nuove sorprese
Rivedremo Aubri Ibrag (Lizzy), Josie Totah (Mabel) e Imogen Waterhouse (Jinny), mentre la carismatica Christina Hendricks continua a dar vita alla signora St. George. L’aria frizzante di questa stagione si deve anche alla presenza di Mia Threapleton (Honoria Marable) e di un nutrito gruppo maschile: da Guy Remmers (Theo, Duca di Tintagel) a Matthew Broome (Guy Thwarte), passando per Josh Dylan (Lord Richard Marable) e Barney Fishwick (Lord James Seadown). Ciliegina sulla torta, entrano in scena Leighton Meester nei panni di Nell, Greg Wise come Reede Robinson, Jacob Ifan come Hector Robinson, Grace Ambrose come Paloma Ballardino e Maria Almeida come Cora Merrigan. Insomma, un ensemble che promette scintille.
L’atmosfera si fa più densa: negli episodi precedenti, le “bucaniere” sono sbarcate in una Londra piuttosto rigida, portando scompiglio nei circoli esclusivi. Ora, però, quell’ambiente è diventato casa. Jinny, in particolare, sta attraversando un momento complicato per via del figlio che porta in grembo, e la stampa non le dà tregua. Un po’ di gossip, un po’ di scandalo. Eppure, non è solo questione di pettegolezzo: c’è l’urgenza di un cambiamento reale. Nan, Conchita e le altre non vogliono più subire scelte imposte da famiglie o titoli nobiliari.
Dietro le quinte: regia e produzione
A tenere le fila di questo racconto è sempre Katherine Jakeways, creatrice e sceneggiatrice della serie. Il team di registi comprende William McGregor (vincitore di un BAFTA), Rachel Leiterman (premiata dal DGA), John Hardwick e Charlie Manton. Non finiscono qui i nomi di spicco: Beth Willis (candidata al BAFTA) e Susanna White (vincitrice del BAFTA) affiancano Jakeways come produttrici esecutive. La realizzazione è nelle mani di The Forge Entertainment, parte di Banijay UK, in collaborazione con Apple TV+.
Al di là dei dettagli tecnici, ciò che stuzzica di più è l’idea di seguire un percorso d’emancipazione femminile in un’epoca in cui certe parole (come “indipendenza”) potevano far tremare i saloni bene. Non si tratta di un semplice salto indietro nel tempo, bensì di un viaggio dentro il desiderio universale di libertà e riconoscimento. Voi, come noi, probabilmente non vedete l’ora di scoprire come le Buccaneers sconvolgeranno la quotidianità di un mondo ancora troppo chiuso. C’è passione. C’è rischio. C’è quella voglia di rompere schemi e costruirne di nuovi.
Il conto alla rovescia è già cominciato. Il 18 giugno, “The Buccaneers” si riprende il palcoscenico. E almeno stando alle prime immagini, non farà sconti a chiunque cerchi di soffocare lo spirito di queste donne fuori dagli schemi. Prepariamoci a un po’ di sano scompiglio: in fondo, è da quelle rotture che a volte sboccia il cambiamento più autentico.
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Morgane – Detective Geniale, le anticipazioni del terzo e quarto episodio del 25...

Non c’è nulla di più spiazzante di una mente fuori dal comune che si aggira, un po’ ribelle, tra casi irrisolti e segreti di famiglia. A volte ci fermiamo a pensare quanto sia difficile bilanciare drammi personali e lavoro, ma in questa serie tutto prende una piega inaspettata. Sì, stiamo parlando di Morgane – Detective Geniale (titolo originale: HPI – Haut Potentiel Intellectuel) che torna con il terzo e il quarto episodio della nuova stagione, in onda martedì 25 marzo 2025 dalle 21:30 su Rai1. Forse avete già visto la prima parte della stagione. Altrimenti, beh, questo potrebbe essere un buon momento per entrarci dentro senza paura di restare incastrati in una rete di misteri. Come tutti i contenuti Rai, è sempre possibile recuperare sulla piattaforma gratuita RaiPlay!
Un’intelligenza che fa tremare i polsi
Ci sono talenti che non si possono ignorare, ed è il caso di Morgane Alvaro (interpretata da Audrey Fleurot). Ha una testa incredibile, però è travolta da problemi quotidiani che la mandano in tilt come chiunque di noi. E in questi nuovi episodi la situazione si fa ancora più complicata: ha appena scoperto di essere incinta ma non sa chi sia il padre del bambino. Non è proprio un dettaglio trascurabile. Noi che seguiamo la sua storia ci sentiamo un po’ trascinati nel vortice di dubbi ed emozioni che la colpiscono. Non bastasse, la sua relazione professionale e sentimentale con Adam Karadec (il comandante della polizia) è a pezzi: lui ha deciso di mollare la brigata alla fine del secondo episodio. Una sorpresa amara, per noi e per lei.
Episodio 3: Penicillium Brevicaule
Questo è un titolo che evoca subito qualcosa di misterioso, magari un fungo o chissà. In realtà, si rivela un caso costellato di bizzarrie. Morgane, che ora collabora con un nuovo comandante, Fred Prigent, si imbatte nel cadavere di un famoso scrittore di 85 anni, Antoine Broussin. Il corpo viene scoperto in una stanza segreta della sua stessa abitazione. Sarebbe già un contesto da brividi, eppure c’è di più: circolano voci su una strana presenza femminile che si aggirerebbe tra quelle mura, quasi come un fantasma vendicativo.
Di colpo subentra un particolare ancor più scomodo: la principale sospettata risulta essere Marie Besnard, una conoscenza che Morgane ha fatto in prigione. Immaginatevi la tensione. Morgane è convinta dell’innocenza di questa vecchia amica ed è disposta a sfidare tutto e tutti per scagionarla. E mentre si addentra nel passato della famiglia Broussin, vengono a galla leggende antiche e ricostruzioni storiche che coinvolgono più epoche: si va dall’Ottocento agli anni ’70, passando per travestimenti assurdi (Gilles che si cala nei panni di una cameriera d’altri tempi è davvero spassoso). Queste scene, messe in flashback per farci capire la storia della casa, aggiungono un tocco surreale che ci strappa un sorriso e alimenta il fascino del mistero.
Alla fine, ogni tassello trova il suo posto: la morte di Broussin non è un semplice omicidio a sangue freddo. È il risultato di vicende passate, segreti ammuffiti (ecco spiegato il riferimento a Penicillium Brevicaule, un fungo che rammenta qualcosa che marcisce nel buio). Morgane scagiona Marie e, proprio mentre ci illudiamo che tutto sia finito, ecco un colpo di scena finale che la travolge sul piano personale. Non sappiamo se ridere o preoccuparci, ma di sicuro restiamo incollati allo schermo per scoprire cosa accadrà nel prossimo capitolo.
Episodio 4: Cavallo di Troia
Il quarto episodio segna il ritorno in scena di Adam Karadec, nonostante avesse lasciato la brigata. Si imbatte in un caso che si intreccia con l’indagine di Morgane. Un certo Tristan Delvallée, addetto agli approvvigionamenti in una ditta di manutenzione, viene rinvenuto pugnalato. Sembrerebbe un delitto come tanti, ma spunta una doppia vita da hacker che trasforma l’omicidio in un vero labirinto informatico. A noi piace considerarlo come un groviglio di codici, segreti e malware. Il “cavallo di Troia” non è più soltanto un espediente mitologico, ma un malware che esce dallo schermo per farci riflettere su quanto siano fragili i confini tra reale e virtuale.
Così Morgane e Karadec, separati da incomprensioni ancora fresche, devono rimettersi a lavorare insieme. Non è una passeggiata: lei è imprevedibile e scoppiettante, mentre lui tende a tenere tutto sotto controllo. Eppure l’affiatamento professionale che li unisce riesce ancora a creare la giusta alchimia. Lo si vede chiaramente quando seguono le tracce digitali di Tristan: scovano indizi, scoprono retroscena che portano a un probabile complotto ad alto tasso tecnologico. In pratica, qualcuno voleva farlo fuori proprio per le sue abilità informatiche.
Piano piano, in questo turbinio di tensioni personali e piste investigative, Morgane e Karadec ricompongono il puzzle. Il colpevole viene smascherato, però la storia non finisce qui. L’episodio fa da mezza stagione e ci lascia con questioni ancora in sospeso, tra cui la gravidanza di Morgane che incombe e ci fa temere sviluppi imprevedibili.
Uno sguardo al futuro
Avrete già capito che siamo davanti a una serie capace di mescolare ironia e suspence. Da una parte c’è la pura indagine poliziesca, dall’altra uno spaccato di vita familiare assai caotico. Noi crediamo che questo binomio sia la vera forza di Morgane – Detective Geniale. Ed è proprio per questo che vi invitiamo a non perdere i nuovi episodi: se amate le sorprese, l’emozione e un tocco di genuina follia, troverete pane per i vostri denti. In fondo, la vera magia sta nel guardare una mente brillante destreggiarsi fra misteri e sentimenti, costringendoci a riflettere su quanto sia complicato e bellissimo, essere imperfetti.
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Sylvester Stallone è di nuovo in gioco: ecco come Tulsa King si prepara alla terza...

Troviamo un fascino particolare in quei set cinematografici che prendono vita a pochi passi dalla gente comune. In questi giorni, mentre le telecamere cominciano a girare in Georgia e in Oklahoma, l’entusiasmo attorno a Tulsa King riaccende la curiosità di chi segue Sylvester Stallone da sempre. Non è soltanto un attore amato, ma un’icona che, con la sua determinazione, continua a mostrarsi protagonista anche all’alba di nuovi progetti. La terza stagione di Tulsa King è appena partita e noi vogliamo raccontarvi cosa sta succedendo dietro le quinte, cercando di portare anche un pizzico di quell’emozione che si respira sul set.
Un nuovo capitolo, stesse radici
La serie, prodotta da Paramount+, ruota attorno a Dwight “il generale” Manfredi, personaggio ruvido e determinato che tenta di ricostruire il proprio dominio in una Tulsa piena di sfide e pericoli. Questa volta, la squadra creativa sembra più agguerrita che mai: c’è la presenza di Dave Erickson come showrunner, già noto per il suo impegno in Mayor of Kingstown. Pare che l’obiettivo sia spingere ancora di più sulle dinamiche di potere e sui conflitti personali, mostrando un lato umano di Dwight in contrasto con la brutalità della vita criminale.
Chi ama il carattere di Stallone non rimarrà deluso. L’attore avrebbe siglato un accordo, lo scorso novembre, per proseguire almeno per due stagioni. Gli addetti ai lavori riferiscono che, non appena verranno ultimate le riprese della terza stagione, dovrebbe iniziare subito la produzione della quarta. Curioso? Noi sì, e non poco.
Filming in Georgia e Oklahoma
Alcuni membri del cast si stanno muovendo fra Atlanta e vari angoli dell’Oklahoma. Questa dualità di location (fra città frenetica e atmosfere più rurali) sembra riflettere lo stesso spirito della serie, divisa tra i sogni di un potere crescente e la durezza del territorio. Se passate da quelle parti e sentite parlare di Stallone in un bar, probabilmente non è un pettegolezzo campato in aria.
Cosa rende Tulsa King così seguita?
La seconda stagione, che ha visto l’ascesa di Dwight e della sua banda, ha segnato numeri clamorosi: oltre 21 milioni di spettatori nel mondo per il primo episodio. Un record per Paramount+, che punta forte su questa produzione. Impossibile non citare il cast variegato, in cui figurano Martin Starr, Jay Will, Max Casella e tanti altri nomi tra cui Dana Delany, Garrett Hedlund ed Annabella Sciorra. Ognuno sembra avere un ruolo ben definito in quella che di fatto è una guerra per il controllo del territorio, minacciata anche dalla mafia di Kansas City e da un influente imprenditore locale.
Oltre il piccolo schermo
La serie è frutto della collaborazione tra MTV Entertainment Studios e 101 Studios, con grandi nomi in veste di produttori esecutivi: Taylor Sheridan, Sylvester Stallone, Dave Erickson, David C. Glasser e molti altri. Sheridan, in particolare, è una firma ormai inconfondibile nel panorama seriale, con titoli come 1923 e Mayor of Kingstown già disponibili su Paramount+. Ci piace pensare che Tulsa King raccolga questa eredità per riportarla in un racconto ancora più duro ed emozionante.
Ci saranno sorprese? Scommettiamo di sì. Mentre Dave Erickson guida il timone creativo, Stallone rimane il volto che tutti attendono con trepidazione. Dopotutto, lui è il “generale”: e quando arriva sul set, la storia prende vita e non si ferma più.
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