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Il medico risponde: “Formicolio e perdita di equilibrio, quando preoccuparsi?”

DOMANDA

Gentile Dottor Ferdinando Martinez,
mi chiamo Silvia, ho 59 anni e le scrivo per un problema che mi preoccupa. Da circa qualche mese avverto una progressiva difficoltà nel mantenere l’equilibrio, soprattutto quando cammino su superfici irregolari o quando mi alzo improvvisamente da una posizione seduta. A questo si aggiunge un fastidioso formicolio intermittente ai piedi, che a volte si estende fino alle gambe.
Non ho avuto episodi di svenimento né perdite di coscienza, ma noto una sensazione di insicurezza nei movimenti, e ho paura che la situazione possa peggiorare. Le analisi del sangue più recenti hanno mostrato una lieve carenza di vitamina B12 (valore di 190 pg/mL), ma il mio medico di base non ha ritenuto necessario intraprendere alcuna terapia al momento.
Vorrei chiederle se i miei sintomi potrebbero essere legati a questa carenza o se potrebbero indicare una patologia neurologica più seria. Quali esami diagnostici mi consiglia di effettuare per approfondire la situazione?
La ringrazio per l’attenzione e per il tempo che mi dedicherà.
Cordiali saluti
Silvia C.

RISPOSTA

A cura del Dr. Ferdinando Martinez

ATTENZIONE: "Le informazioni contenute in questa rubrica medica, non devono ASSOLUTAMENTE, in alcun modo, sostituire il rapporto Medico di Famiglia/Assistito. Si raccomanda per buona regola, di chiedere SEMPRE il parere del proprio Medico di Famiglia, o Specialista di fiducia, il quale conosce in dettaglio la storia clinica del proprio Paziente. La nostra rubrica, non avendo fatto un'anamnesi di chi ci scrive, impossibile online, ha il solo ed esclusivo scopo  informativo, decliniamo quindi tutte le responsabilità nel mettere in pratica qualsiasi chiarimento o indicazione riportata al solo scopo esplicativo e divulgativo. Qualsiasi domanda umanamente  intrattabile via web, verrà automaticamente cestinata. Grazie per la gentile comprensione."

Gentile Signora Silvia,

La sintomatologia che descrive e il riscontro ecografico di calcoli nella colecisti suggeriscono un quadro di colelitiasi sintomatica, condizione in cui la presenza di calcoli può causare disturbi specifici, i sintomi che descrive (difficoltà nell’equilibrio e formicolio agli arti inferiori) sono indicativi di un possibile coinvolgimento del sistema nervoso periferico, e la carenza di vitamina B12 da lei segnalata potrebbe effettivamente rappresentare un fattore contributivo. La vitamina B12 è essenziale per il corretto funzionamento del sistema nervoso, poiché partecipa alla formazione della mielina, la guaina che riveste le fibre nervose. Una carenza di questa vitamina può portare a una neuropatia periferica, caratterizzata da sintomi come quelli che lei riporta.

Detto ciò, è altrettanto importante escludere altre cause che possano spiegare il quadro clinico, tra cui patologie neurologiche o metaboliche. Le suggerisco di considerare i seguenti approfondimenti diagnostici:

  1. Dosaggio vitaminico completo, includendo vitamina B12, acido folico e omocisteina, per valutare se vi sia un’alterazione metabolica correlata alla carenza di B12.
  2. Elettromiografia (EMG), per verificare la funzionalità del sistema nervoso periferico e identificare eventuali segni di neuropatia.
  3. Risonanza magnetica dell’encefalo e del midollo spinale, con particolare attenzione al tratto cervicale, per escludere alterazioni strutturali o segni di mielopatia subclinica.
  4. Test di funzione vestibolare, qualora la difficoltà di equilibrio persista, per valutare il contributo del sistema dell’equilibrio (orecchio interno).

Nel frattempo, le consiglio di discutere con il suo medico curante l’opportunità di iniziare una supplementazione di vitamina B12, anche solo in via empirica, soprattutto se i valori non rientrano nella norma. La somministrazione intramuscolare, seguita da un mantenimento orale, è spesso efficace nel correggere i sintomi legati a una neuropatia da carenza vitaminica.

Le raccomando inoltre alcune precauzioni pratiche per la gestione quotidiana:

  • Indossare calzature comode e con una buona aderenza per ridurre il rischio di cadute.
  • Evitare cambiamenti di posizione troppo rapidi, soprattutto da seduta a in piedi.
  • Praticare esercizi di equilibrio o fisioterapia, sotto supervisione, per migliorare la stabilità motoria.

Se non trattata, una carenza di vitamina B12 può portare a danni neurologici irreversibili; pertanto, un intervento tempestivo è fondamentale per prevenire complicazioni a lungo termine.

Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti e le auguro una pronta soluzione al suo problema.

Cordiali saluti,
Dr. Ferdinando Martinez

Aspettiamo le vostre domande, inviatecele via mail a info@sbircialanotizia.it

Docente di Medicina Clinica e Chirurgia Generale: si occupa principalmente della nostra rubrica “Il medico risponde”, ma anche della creazione di articoli riguardanti il campo della medicina. Tutti gli articoli vanno considerati a scopo esclusivamente informativo.

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Salute e Benessere

Malattie rare, a Napoli esperti fanno il punto su Piano...

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Malattie rare, a Napoli esperti fanno il punto su Piano nazionale

Il Centro di coordinamento Malattie rare, in accordo con la direzione generale Tutela della Salute della Regione Campania, ha organizzato un evento, nelle giornate del 6-7-8 febbraio, in vista della Giornata mondiale delle Malattie rare, che si celebra il 28 febbraio. Nella prima giornata, nel Centro congressuale della Basilica San Giacomo degli Spagnoli, a Napoli, il focus è stato dedicato al rapporto fra le diverse istituzioni. In particolare, è stato affrontato il tema dell'accordo sancito nella Conferenza Stato-Regioni del 24 maggio 2023, che ha dato via libera al Piano nazionale Malattie rare 2023-2026 e al documento per il riordino della rete, la cui attuazione ha previsto lo stanziamento di 25 milioni di euro annui. "Il Piano nazionale Malattie rare è uno strumento di programmazione completo, che annovera tutti gli aspetti sanitari essenziali nel mondo delle Malattie rare, dalla prevenzione, ai percorsi, alla formazione e all'informazione, ai trattamenti" afferma Giuseppe Limongelli, direttore del Centro di coordinamento delle Malattie rare della Regione Campania.

"Se dovessi elencarne solo alcuni prioritari - aggiunge Limongelli, che è docente dell'Università della Campania Luigi Vanvitelli - per rendere la presa in carico del paziente raro omogenea su tutto il territorio nazionale, lavoro su cui si sta concentrando il Comitato nazionale, direi sicuramente la definizione di una lista riconosciuta di trattamenti (quali farmaci di fascia C) che siano applicabili su tutto il territorio nazionale, senza differenze regionali; flussi informativi che siano interoperabili e/o unici a livello nazionale e che siano di reale ausilio per la programmazione; ed una formazione olistica (per tutte le figure professionali, dai medici di base ai pediatri agli specialisti) che sia incentrata sulla "cultura del sospetto".

Secondo Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della Prevenzione, della Ricerca e delle Emergenze sanitarie del Ministero della Salute, "una strategia di prevenzione efficace non può prescindere da un’informazione strutturata e mirata. Nel contesto sanitario e per la disabilità, la comunicazione si rivela fondamentale nel veicolare le azioni di prevenzione ed è di estrema importanza anche la sua incisività. La sensibilizzazione in tema di malattie rare rende visibili le difficoltà, e ci permette di individuarne i possibili percorsi di cura. Con la conoscenza e la consapevolezza collettiva, una condizione complessa può trasformarsi in un impegno condiviso".

Dal 1° gennaio 2025 il Registro Regionale delle malattie rare è transitato sulla piattaforma Sinfonia, dopo anni di convenzione con la Regione Veneto. "Oltre alla piena autonomia regionale, la transizione diventa garanzia di interoperabilità tra i vari flussi regionali, requisito essenziale per una sanità di qualità - dichiara Barbara Morgillo, referente Malattie Rare della Regione Campania -. Con la delibera di giunta numero 29 del 2024, la Regione ha approvato il proprio Piano regionale malattie rare e riordino della rete campana iniziata con la delibera n.240 del 2023, relativa alle Reti integrate per la cura delle malattie emorragiche congenite".

Il Piano regionale malattie rare con la "riorganizzazione della rete – aggiunge Morgillo – è stato costruito seguendo gli indirizzi del documento nazionale ma allo stesso tempo nel rispetto della realtà regionale. Il Piano nazionale richiede la necessaria integrazione di reti che, in qualche modo, si 'gemmano' dalla rete per le malattie rare ma che hanno, o stanno acquisendo, delle proprie identità pur nel rispetto della necessaria integrazione. Il modello regionale, su indicazioni ministeriali, ha subito una evoluzione, grazie alla recente delibera n.13 del 16 gennaio 2025, che ha modificato la Rete da un modello hub/spoke/satelliti ad un modello hub/spoke".

"Da studi recenti risulta che il 20% dei pazienti affetti da malattie rare potrebbe essere candidato al trapianto - dichiara Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao-Assomed e Dirigente Medico dell’Ospedale Monaldi di Napoli-. Le patologie che sono definite rare meritano un’attenzione particolare e percorsi specifici, perché per troppo tempo non sono state sufficientemente prese in considerazione. L’organizzazione in Campania di un Pdta regionale, di un gruppo multidisciplinare va in questa direzione, rappresentando anche una luce per altre realtà che invece ancora non hanno questo tipo di programmazione. È un primo passo, ma necessario proseguire su questa strada e lo faremo anche con una stretta collaborazione con il Centro Regionale Trapianti".

"Anche sul delicatissimo tema delle Malattie rare – afferma Massimo Di Gennaro, Direttore Innovazione e Sanità Digitale di Soresa, Società regionale per gli acquisti – in Campania negli ultimi anni si sono registrati importanti passi in avanti nella digitalizzazione delle attività, tanto che è recentissimo lo sviluppo di un sistema informatico per la Gestione delle Malattie Rare integrato nell’ecosistema digitale Sinfonia, sistema che, valorizzando il concetto di presa in carico, è centrato sui pazienti che desiderano proseguire il proprio percorso clinico con il coinvolgimento di più specialisti".

"Tale approccio - conclude Di Gennaro - ci consente di applicare i principi della medicina di precisione, personalizzando i trattamenti sulle specifiche caratteristiche di ogni paziente. Il progetto ha rappresentato un passo determinante nella gestione delle malattie rare in Campania, aprendo la strada a miglioramenti concreti e offrendo nuove e promettenti prospettive future. Nonostante i significativi progressi già raggiunti, emergono ampie opportunità per evolvere ulteriormente il sistema, rendendolo ancora più sofisticato ed efficiente. Tra gli obiettivi attualmente in fase di analisi e progettazione, spicca l'integrazione del sistema all'interno dei processi diagnostici e terapeutici, un passo fondamentale che, una volta completato, consentirà di ottimizzare ogni singola fase del percorso assistenziale, garantendo ai pazienti un supporto sempre più preciso, personalizzato e tempestivo".

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Salute e Benessere

Monzino, una donna su 4 a rischio malattie cardiovascolari

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Monzino, una donna su 4 a rischio malattie cardiovascolari

In Italia è stato stimato che una donna su 4 è a rischio di malattia cardiovascolare e una donna ogni cinque minuti viene colpita da un infarto o da un’altra malattia cardiovascolare. È noto del resto che le malattie cardiovascolari (Mcv) sono la prima causa delle morti femminili in Italia: più di 124.000 ogni anno. "Per fermare l’epidemia delle malattie cardiovascolari delle donne non servono né vaccini né protezioni: basta la prevenzione" sottolinea la responsabile di Monzino Women, Daniela Trabattoni. E proprio il Centro cardiologico Monzino Irccs partecipa anche quest’anno al Wear Red Day, la Giornata per la consapevolezza sulla salute del cuore femminile, promossa dall’American Heart Association e celebrata in tutto il mondo il primo venerdì del mese di febbraio.

"La maggior parte di queste vite, fino al 70%, può essere salvata con una prevenzione personalizzata al femminile – dichiara Trabattoni, che è Direttore Unità di Cardiologia invasiva dell'Irccs -. Il focus specifico sulla donna è fondamentale per fermare un’epidemia più letale del Covid, senza ricorrere a vaccini e mascherine. Diversi studi europei dimostrano che negli ultimi 10 anni non si è visto un miglioramento nella riduzione del rischio di malattie cardiovascolari nelle donne, soprattutto tra le più giovani (sotto i 55 anni) e che la mortalità da cardiopatia ischemica nella donna è diminuita meno di quella degli uomini".

Questo "non significa che le donne siano meno attente a sé stesse", anche se è vero "che fino a poco fa le Mcv - aggiunge - erano considerate malattie dell’uomo. Il vero tema è la necessità urgente di una medicina di genere che parta già dalla prevenzione, perché sappiamo che i fattori di rischio noti (colesterolo alto, fumo, ipertensione, diabete e obesità) incidono in modo diverso sulle donne. L’esempio che porto sempre è il fumo: le donne fumatrici, rischiano fino a 5 volte di più di sviluppare danni alle arterie (e dunque sono 5 volte più esposte al rischio di infarto miocardico) rispetto agli uomini. Inoltre, perfino nelle ragazze il tabacco può indurre lo sviluppo precoce dell’aterosclerosi".

La prevenzione nelle donne deve iniziare "dall’adolescenza - rimarca Trabattoni - con l’adozione di stili di vita sani (alimentazione corretta, no al fumo e sì all’attività fisica) e prevedere intorno ai 35 anni i primi screening preventivi. Al Monzino abbiamo voluto dare una risposta concreta al bisogno di prevenzione femminile creando già quasi 10 anni fa 'Monzino Women', il primo centro clinico italiano dedicato al cuore delle donne". All’appello alle donne del Monzino si unisce sui social la famosa stilista Chiara Boni: "Il cuore è la cosa più importante della nostra vita perché siamo capaci di amare tanto. Quindi tenetelo da conto".

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Salute e Benessere

Canto contro depressione post parto, al via fase 2 di...

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Canto contro depressione post parto, al via fase 2 di 'Music and Motherhood'

È possibile sostenere il benessere emotivo delle neomamme, contrastando la depressione post partum (Dpp), con il canto di gruppo: lo ha dimostrato lo studio 'Music and Motherhood', promosso e coordinato dall’Ufficio Regionale per l'Europa dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS Europa) e coordinato in Italia dall’Iss, di cui è appena partita la seconda edizione, che si propone di allargare ulteriormente l’esperienza. Secondo i risultati raccolti nella prima fase, pubblicati sulla rivista Frontiers in Medicine - riporta una nota dell'Iss - il canto di gruppo si è rivelato uno strumento sostenibile e adeguato, che ha permesso di migliorare in modo significativo la sintomatologia depressiva e la qualità della vita delle neomamme partecipanti, aiutare le donne partecipanti a condividere e a migliorare il proprio stato emotivo, fornendo uno strumento di interazione con il bambino, demedicalizzare il processo di cura e coinvolgere anche donne straniere con padronanza linguistica non sufficiente per essere avviate alla psicoterapia in italiano.

Il progetto nella sua seconda fase si propone di promuovere su più larga scala, a livello nazionale, l'offerta di questo specifico intervento di canto di gruppo per neomamme che manifestano sintomi di depressione post partum. Il protocollo di studio richiama il precedente mirando a rendere disponibili informazioni sia sulla fattibilità dell’intervento, sia sull’impatto percepito sulla salute mentale e il benessere delle mamme partecipanti. L’Iss - si legge - sta attualmente sviluppando un pacchetto formativo ad hoc per l’intervento in italiano. È inoltre in fase di elaborazione una guida pratica sull’attuazione dell'intervento, adattata al contesto italiano, che si rivolge a organizzazioni, decisori e professionisti del Servizio sanitario nazionale e del settore artistico e culturale interessati a esplorare le potenzialità e le caratteristiche di "Music and Motherhood" (per informazioni e adesioni è possibile scrivere a ilaria.lega@iss.it).

"Il canto - sottolinea Ilaria Lega, Reparto Salute della donna e dell’età evolutiva, Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Iss - ha aiutato le neomamme ad esprimere i propri sentimenti, a trovare strategie per migliorare il proprio stato d’animo e l'interazione con il bambino. E’ stato possibile, inoltre, coinvolgere anche donne straniere con padronanza linguistica non sufficiente per essere avviate alla psicoterapia in italiano. L'attenzione alle esigenze delle madri e la co-presenza di un insegnante di canto e di un operatore sanitario sono stati tra i fattori chiave del successo del progetto nella sua declinazione italiana. A testimonianza di quanto emerso dalle analisi svolte dall’Iss, non ci sono stati rifiuti né abbandoni fra le donne avviate all’intervento e l’aderenza all’intervento è stata molto elevata: il numero medio di incontri frequentati dalle mamme è stato di nove su dieci".

L’intervento, che prevede 10 incontri settimanali di canto di gruppo ai quali possono partecipare 8-12 mamme, si rivolge a donne nel periodo post natale con sintomi di Dpp (punteggio ≥10 Edinburgh Postnatal Depression Scale, EPDS). Gli elementi chiave sono la centralità della mamma come destinataria dell’intervento e il fatto che tutte le partecipanti presentino sintomi di Dpp. Le donne sono invitate a partecipare agli incontri con i loro bambini, ma non si tratta di un prerequisito per la loro partecipazione, in quanto l'obiettivo principale è il supporto al benessere emotivo delle mamme. Gli incontri sono condotti da un maestro di canto professionista - denominato leader di canto - che guida le mamme nel canto di insieme promuovendo il supporto fra pari e l’aiuto reciproco attraverso un approccio demedicalizzato. Sono proposte varie tipologie di brani anche in diverse lingue, sulla base della composizione specifica del gruppo. Per partecipare non è richiesta alle mamme alcuna competenza musicale. Si possono utilizzare semplici strumenti di accompagnamento, come piccole percussioni.

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