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All’Opera di Roma la ‘Carmen’ di Jiri Bubenicek ispirato a Mérimée
Il balletto debutta domani con l'étoile Rebecca Bianchi e il danzatore cubano Javier Rojas, vincitore del talent 'Amici' di Maria De Filippi nel 2020, accanto al corpo di ballo del Costanzi diretto da Eleonora Abbagnato. Dopo le repliche romane lo spettacolo sarà a febbraio al Palais des Congrès di Parigi

"Carmen nel mio balletto è una donna forte e attraente, è uno spirito libero, simile a un cavallo che non si può domare. Non appartiene a niente e nessuno. Ho iniziato questo lavoro leggendo Prosper Mérimée e mi sono reso conto che il personaggio della novella è molto più ricco di quello che ho potuto cogliere dal libretto dell’opera". È questa l’idea portante del coreografo e regista di origine ceca Jiri Bubeníček per questa nuova rilettura della 'Carmen' commissionata nel 2018 dalla direttrice del corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma, Eleonora Abbagnato, che debutta domani al Costanzi (ore 19). Il balletto si dipana su un collage di musiche di Bizet, Falla, Albéniz, Castelnuovo-Tedesco e Gabriele Bonolis. Vincitore del premio EUROPAinDANZA 2019 come migliore produzione coreografica, la produzione sarà a Parigi, dal 21 al 23 febbraio, al Palais des Congrès. Guest assoluto della questa ripresa romana e anche della tournée, Javier Rojas, che interpreta Don José al fianco dell’étoile Rebecca Bianchi, un’indomabile Carmen.
Il ballerino cubano, vincitore del talent 'Amici di Maria De Filippi' nel 2020 e attualmente artist del Birmingham Royal Ballet, è al debutto con il Teatro dell’Opera. Nelle altre repliche, fino al 31 gennaio, si alternano nel ruolo del titolo le prime ballerine Federica Maine (28 e 30 gennaio ore 11) e Marianna Suriano (31 gennaio), in quello di Don José il primo ballerino Claudio Cocino (28 e 30 gennaio ore 11) con Giacomo Castellana (31 gennaio). L’étoile Alessio Rezza (26, 28 ore 20, 29 e 30 ore 20) e il primo ballerino Michele Satriano (29, 30 ore 11 e 31 gennaio) vestono i panni del toreador Lucas. In scena il Corpo di Ballo. Sul podio debutta alla guida dell’Orchestra dell’Opera di Roma Manuel Coves. "Percorriamo la storia di 'Carmen' seguendo il capolavoro di Merimée – spiega il coreografo – E non l'opera. La mia storia è un po’ diversa, è molto più ricca, la novella offre infatti molte più possibilità e ispirazioni creative per un balletto completo".
I personaggi sono quelli nati nel 1845 dalla penna dello scrittore francese, che compare nel balletto. In prigione lo scrittore incontra Don José, che si confessa con lui prima di essere impiccato per i suoi delitti. La storia procede per flashback e flashforward, un viaggio reso possibile, ai protagonisti e al pubblico, grazie alle scene e le luci di Gianni Carluccio. Indimenticabile lo scenografico cavallo ispirato alle marionette di Praga. Innovativi anche i costumi firmati da Anna Biagiotti. Carmen indossa sì la gonna rossa ma anche pantaloni, abiti molto colorati che ricordano i costumi del Marocco di fine Ottocento. Fondamentale il lavoro sulle musiche, di Georges Bizet, Manuel de Falla, Isaac Albéniz, Mario Castelnuovo-Tedesco e Gabriele Bonolis. Quest'ultimo ha curato anche le elaborazioni e le orchestrazioni. Dopo la prima 'Carmen' di Jiří Bubeníček torna in scena il 28 (ore 20), il 29 (ore 18), il 30 (ore 20) e il 31 gennaio (ore 16.30). In programma anche due recite riservate alle scuole, il 28 e il 30 gennaio, sempre alle ore 11.

Spettacolo
Taylor Swift e Travis Kelce, proposta di matrimonio in...

Le voci di un fidanzamento in occasione di un'eventuale vittoria dei Chiefs al SuperBowl si fanno sempre più insistenti

Taylor Swift e Travis Kelce sono una delle coppie più amate degli Stati Uniti e ora gli americani, mentre si avvicina il Super Bowl NFL in programma domenica 9 febbraio, sognano di vederli promettersi amore eterno durante il più importante evento sportivo del Paese.
Popstar lei, stella dei Kansas City Chiefs lui, sembrano usciti da una commedia romantica e i fan vorrebbero che, proprio come in una rom-com, Kelce si inginocchiasse davanti alla sua amata nel Superdome di New Orleans per chiederla in sposa in diretta televisiva nella notte del Super Bowl. I Chiefs vanno a caccia del terzo trionfo consecutivo nella finale in programma contro i Philadelphia Eagles.
Lo scorso anno, in occasione della vittoria dei Chiefs, i due si scambiarono baci e abbracci che fecero il giro del mondo; è lecito pensare a un momento ancora più romantico in occasione di un eventuale nuovo successo dei Chiefs (che hanno già battuto i Philadelphia Eagles nella finale del 2023).
The Super Bowl smooch hits different pic.twitter.com/rTPCo3qPQJ
— NFL on CBS 🏈 (@NFLonCBS) February 12, 2024
Fonti vicine alla coppia hanno assicurato al Daily Mail che i due non sceglierebbero un evento pubblico per un passo così importante. Eppure le voci di una possibile proposta sono talmente insistenti che qualche giornalista ha chiesto al diretto interessato se fossero attendibili e Travis Kelce non ha negato, accendendo ancor di più le speranze dei fan. "Ti piacerebbe saperlo!", si è limitato a rispondere l'atleta, come riporta People.
Al momento Taylor Swift non ha ancora confermato la sua presenza a New Orleans, ma è scontato che sarà lì a supportare il compagno. Il suo tour da record è terminato e durante la stagione l'artista ha spesso assistito alle partire dei Chiefs.
Spettacolo
Sanremo 2025, Feltri: “Viene voglia di sparare al...

"E' così invasivo che è impossibile non vederlo, anche se cambi canale prima o poi te lo becchi"

"Viene voglia di sparare al televisore". Si avvicina il Festival di Sanremo 2025 e Vittorio Feltri non sembra impaziente di assistere alla rassegna canora in programma dall'11 al 15 febbraio.
"Il festival di Sanremo è una gran caciara, lo fanno dal 1951 e ha anche prodotto qualche buon cantante e qualche buona canzone, ma da anni non succede più. Anche per colpa dei cantanti, che non cantano ma parlano, guardate i rapper... E poi è così invasivo che è impossibile non vederlo, anche se cambi canale prima o poi te lo becchi. È così irritante che viene voglia di sparare al televisore…", dice ai microfoni di Radio Libertà.
"Ovviamente -assicura- non lo guarderò, dà più soddisfazione vedere una partita di serie C. Oggi è una sagra dell'analfabetismo, anche musicale. In gioventù ho suonato il pianoforte nei night club e qualcosa ancora ci capisco: gli autori si danno un sacco di arie, ma le canzoni sembrano scritte con la tecnica compositiva di ragazzini che fischiettano per strada…".
"Di Carlo Conti ho scritto anni fa un ritratto: è una persona perbene, tutta correttina, un impiegato della Cariplo, che cambia raramente espressione. Riuscirà alla perfezione a interpretare la stupidità collettiva", conclude il giornalista.
Spettacolo
Bresh: “Sanremo grande tappa ma non voglio farmi...

Il 28enne artista ligure per la prima volta in gara con 'La tana del granchio', nella serata cover duetterà con Cristiano De André in 'Creuza de Ma'

"Ho capito che questa mia voglia di essere genuino mi ha fatto spesso vedere con tenerezza dagli altri, perché non siamo abituati a vedere cose autentiche, e quindi è come se fosse retorica, propaganda. Invece, io ci credo proprio". Bresh, nome d’arte di Andrea Brasi, si accinge per la prima volta a partecipare in gara alla 75esima edizione del Festival di Sanremo con il brano 'La tana del granchio' (testo di Bresh, musica di Luca Di Blasi, Giorgio De Lauri, Luca Ghiazzi e prodotto da Dibla, Jiz, Shune). "'La tana del granchio' rappresenta me stesso -dice con sincerità il 28enne artista ligure - Indica la difficoltà di esprimersi, di far uscire le chele, una difficoltà che si ritrova ovunque, non solo nell’amore ma anche nei rapporti lavorativi, di amicizia".
Quale Andrea verrà fuori sul palco dell'Ariston? "Spero lo stesso Andrea che conoscono i miei amici d’infanzia e la mia famiglia. Quello è Andrea", dice l'artista. Che con la sua famiglia ha un rapporto molto stretto: "Sono poco presente ma torno spesso, con loro mi diverto e tengo alla loro felicità. Sanremo è anche tanto questo per me. Siamo una famiglia allargata che è sempre stata molto unità fin dall’inizio. Faccio Sanremo per quello, per far capire a mia zia che faccio il cantante", sorride. E ammette di vivere l'esperienza sanremese senza troppa ansia: "Vedo il festival come una grande tappa e non come un arrivo finale, l'idea è di viverla andandoci passo dopo passo e non farsi troppo abbagliare da questa luce, attraversandola per poi proseguire".
Se "tornerò soddisfatto? Sono già abbastanza soddisfatto, perché la soddisfazione in realtà me la daranno l’album in uscita e il tour -dice l'artista- Perché sono cose che rimangono davvero, Sanremo dura una settimana". Una preoccupazione c'è: "Temo, perché sono umano, che Sanremo possa contaminare e inquinare quello che ho costruito sono ad ora", dice con sincerità. "Ma alla fine, si va in trincea col caschetto", dice Bresh. Che sul palco dell'Ariston è già salito nella scorsa edizione in due occasioni: nella terza serata ha eseguito 'Guasto d'amore' e nella serata delle cover ha affiancato Emma in un medley dei più grandi successi di Tiziano Ferro.
Un equilibrio, quello di Bresh, che viene da lontano, dagli inizi di una carriera iniziata con il trasferimento a Milano appena 19enne dove ha stretto una grande amicizia con Rkomi (Mirko Manuele Martorana, anche lui in gara al festival). "Mi sono trasferito a Milano a 19 anni, lavoravo in un negozio di scarpe, dormivo a casa di Mirko ed è stato l'inizio di un rapporto fraterno, abbiamo condiviso tanto e mangiato tanto -ricorda l'artista- Usavamo la casa come una base, io preparavo il riso in bianco". La musica è entrata nella sua vita "per il desiderio di esprimermi, nell'adolescenza avevo l'illusione che la mia ribellione e ciò che avevo da dire interessasse a qualcuno".
Nella quarta serata del festival, quella delle cover di venerdì 14 febbraio, Bresh duetterà con Cristiano De Andrè in un celebre pezzo di Fabrizio De Andrè in dialetto genovese, 'Creuza de Ma'. "Il genovese è la lingua del mediterraneo -dice Bresh- Ascoltando l’intervista di Pagani e Faber, loro cercavano una lingua che rispecchiasse tutte le lingue del mediterraneo. Hanno capito che il genovese e una mescolanza di culture... ed eccola lì la nostra lingua". Fabrizio De Andrè non è mai andato al festival di Sanremo, e in molti hanno criticato la scelta di presentare un brano del cantautore. Ma Bresh non si scompone: "So che in molti hanno storto il naso - dice- Ci ho ragionato molto, portare 'Creuza' a Sanremo per alcuni fedelissimi era dissacrante, ma alla fine a me faceva piacere, e ho scelto di farlo. E poi Cristiano è una garanzia".
La scuola genovese di ultima generazione è molto presente sulla scena musicale, da Olly ad Alfa. "Vedere tutta questa Genova che spacca è una figata", commenta l'artista ligure. Che vanta 27 certificazioni platino e 9 oro e, dopo Sanremo, per la prima volta si esibirà nel corso del 2025 in due grandi live nei Palasport, con una data al Palazzo dello Sport di Roma, sabato 1° novembre, e una all’Unipol Forum di Milano, giovedì 6 novembre, quasi sold out, di cui oggi è stato annunciato il raddoppio con una nuova data il 7 novembre. E mentre lo aspetta un prossimo viaggio ("a cavallo in Cappadocia, un po’ tipo cowboy", dice) ora c'è Sanremo. La cui vittoria, rivela, da buon tifoso genoano sacrificherebbe solo per una causa precisa: "Sanremo o scudetto del Genoa? Ma lo scudetto ovviamente", dice senza esitazioni.