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Mps-Mediobanca, economista Bocconi: “Il senso politico, industriale e finanziario dell’operazione”
Michele Calcaterra: "Governance complessa e interessi incrociati rendono difficile l'arrivo di un 'Cavaliere Bianco' per proteggere Piazzetta Cuccia"

"Operazione pienamente sensata dal punto di vista politico, industriale e finanziario". Così all'Adnkronos l'economista della Bocconi Michele Calcaterra commenta l'Ops lanciata questa mattina da Mps su Mediobanca.
"Un primo elemento da premettere - spiega il professore - è la crescente probabilità di un'operazione Unicredit-Banco Bpm, un consolidamento che cambierebbe gli equilibri bancari italiani, indebolendo l'identità autonoma di Banco Bpm. In questo scenario - afferma il professore dell'Università milanese - la fusione Mps-Mediobanca potrebbe rafforzare un polo bancario italiano significativo, con un endorsement politico evidente, sebbene non dichiarato", spiega.
"Dal punto di vista industriale, la sinergia tra le due banche è evidente", prosegue il professore. "Mps, che manca di competenze in corporate investment banking e risparmio gestito, si completerebbe con Mediobanca, che invece eccelle in queste aree. Mediobanca, del resto, è più una banca di investimento che una commerciale, e il suo tentativo di entrare in questo settore non è ancora pienamente compiuto. L'integrazione tra le due banche potrebbe quindi rispondere a esigenze industriali, oltre che di consolidamento strategico", afferma
"Un ulteriore elemento è l'intreccio finanziario e di governance", continua. "Azionisti di Mps come Delfin e Caltagirone hanno un ruolo chiave in Mediobanca e Generali, posizionandosi al centro dell'operazione. Delfin, inoltre, detiene una quota del 2% in Unicredit, e potrebbe liquidare questa partecipazione per rafforzare il capitale in Mediobanca o sostenere una visione di lungo termine in un gruppo bancario italiano integrato e competitivo". Non mancano ostacoli. Il prezzo offerto dal mercato viene percepito come disallineato al valore reale, e ci si aspetta un aggiustamento per rendere l'operazione più appetibile: il mercato, secondo alcuni analisti, sta chiedendo nei fatti un rilancio del 7%, quasi 920 milioni di euro. "Ma la complessità della governance attuale e la presenza di azionisti con interessi incrociati rendono improbabile l'intervento di un “Cavaliere Bianco” o un aumento di capitale per blindare Mediobanca", sottolinea l'economista. (di Andrea Persili)

Finanza
Popolare di Sondrio: piano stand alone, ma si prepara al...

L'utile netto del 2024 è stato il più elevato nella storia della banca: 574,9 milioni di euro (+24,7%)

Il piano di febbraio sarà stand alone, ma attenzione: Popolare di Sondrio ha "un forte capitale e un buffer" tali da poter considerare opportunità di acquisizioni. Sia chiaro - sottolinea il direttore finanziario della Banca Popolare di Sondrio, Massimo Perona - "sempre da valutare con la consueta prudenza". Ma - questa la battuta del Cfo - "le operazioni di M&A prima si fanno, poi si comunicano: non il contrario". Appuntamento a fine mese, con la presentazione del piano industriale, per (iniziare) a capire come andrà a finire la storia: Popolare di Sondrio sarà o non sarà della partita del risiko? Non mancano analisti sentiti dall'Adnkronos che insistono su un prossimo giro di valzer, magari con Bper. Ma per ora rimangono per l'appunti voci: almeno per adesso.
Quello che è certo è che l'istituto valtellinese guarda al futuro con grande soddisfazione, con "il mese di gennaio già trascorso, una visione prospettica di una banca solida, un patrimonio che ci consentirà di impostare un piano industriale ambizioso": parola di Mario Alberto Pedranzini, Consigliere delegato e Direttore generale della Banca.
I fondamentali, ce lo dicono i conti, sono in salute. L'utile netto è stato il più elevato nella storia della banca: 574,9 milioni di euro (+24,7%). Il Roe si attesta al 16,1%, con un dividendo unitario proposto di 0,80 euro per azione e un payout in rialzo al 63%. I proventi dell'attività bancaria caratteristica raggiungono 1.524,6 milioni di euro (+13,8%), trainati da un margine di interesse di 1.090,1 milioni di euro (+16,3%) e commissioni nette in aumento a 434,5 milioni di euro (+7,9%), principalmente nei comparti risparmio gestito e Bancassurance. Confermata l'efficienza operativa (Cost/Income ratio al 39%) e una robusta posizione di liquidità (Lcr 168%, Nsfr 130%, attivi rifinanziabili liberi a 10,1 miliardi di euro).
Il Cet1 Ratio si attesta al 15,2% e il Total Capital Ratio al 18,0%. Numeri dietro i quali c'è il vero core business del gruppo, il supporto all'economia reale con 5,6 miliardi di euro di nuove erogazioni a famiglie e imprese (+18,1%) e finanziamenti netti in crescita dell'1,6%.
La prossima parola è alle direttrici del nuovo piano industriale 2025-2027 il prossimo 26 febbraio, a Milano.
(di Andrea Persili)
Finanza
Bper trascina Popolare Sondrio nel risiko bancario: Ops da...

Il Gruppo Unipol, presieduto da Carlo Cimbri, azionista di controllo di entrambi gli istituti (detiene il 24% di Bper e il 19% dell'istituto valtellinese)

Altra mossa nel risiko bancario: Bper Banca lancia un'offerta pubblica di scambio volontaria su tutte le azioni ordinarie di Banca Popolare di Sondrio per un corrispettivo di 4,3 miliardi. Le azioni della target sono valutate a un prezzo implicito di 9,53 euro rispetto agli attuali 9,27 euro: previsto un premio del 6,6% rispetto al prezzo ufficiale di banca Popolare di Sondrio del 5 febbraio 2025, del 10,3% rispetto alla media ponderata degli ultimi tre mesi. Le parole di Gianni Franco Papa, Amministratore Delegato di Bper: "Questa operazione basata su logiche industriali rappresenta un'opportunità unica di creare un gruppo bancario leader in Italia, con due banche complementari che hanno modelli di business coerenti e che condividono gli stessi valori".
L’offerta punta ad acquisire almeno una partecipazione superiore al 50% del capitale sociale, ma Bper potrebbe accontentarsi anche di una quota oltre il 35%. Sinergie per 290 milioni: costi di integrazione per 400 milioni. Ancora è presto - per ora non filtra nulla - per capire se si tratti di un Ops ostile o meno. Sullo sfondo della vicenda il Gruppo Unipol, presieduto da Carlo Cimbri, azionista di controllo di entrambi gli istituti (detiene il 24% di Bper e il 19% dell'istituto valtellinese). Proprio oggi in occasione della presentazione dei risultati del 2024, Massimo Perona, il Chief Financial Officer Gruppo Banca Popolare di Sondrio rispondendo ad una domanda degli analisti aveva sottolineato che "le operazioni di M&A si fanno e poi si comunicano, non il contrario". Perona aveva aggiunto, poche ore prima dell'annuncio dell'Ops di Bper, che "il prossimo piano industriale" di Banca Popolare di Sondrio sarebbe stato "stand alone".
Diversi analisti sentiti dall'Adnkronos dicono dell'offerta: premio allineato a quello delle altre Ops - non eccessivamente alto, dice qualcuno - e obiettivo di consolidare il settore: Intesa va in solitaria, Unicredit punta agli sportelli del Nord di Banco Bpm, Mps prova a creare un campione nazionale grazie alla complementarietà con Mediobanca mentre Bper prova a celebrare con Banca Popolare di Sondrio il matrimonio delle due ex popolari. Sullo sfondo, questo il ragionamento degli analisti, un settore, quello bancario, cresciuto con l’aumento dei tassi, che ora deve affrontare la sfida dei tagli Bce. Intesa Sanpaolo e Crédit Agricole continuano a brillare, ma il futuro è un campo di battaglia. Solo le banche ben posizionate vincono: le altre rischiano di essere inglobate. Ecco la ragione profonda del risiko bancario e dell'Ops di questa sera: si attende ora la risposta della Banca popolare di Sondrio che proprio oggi, nel giorno dell'Ops, ha conseguito l'utile netto più elevato nella sua storia: 574,9 milioni di euro.
(di Andrea Persili)
Finanza
Mediolanum: Doris, ‘ops Mps-Mediobanca non me...


L'ops lanciata da Mps su Mediobanca è stata un'operazione inaspettata per l'amministratore delegato di Banca Mediolanum, Massimo Doris che, rispondendo alle domande dei giornalisti nella call di accompagnamento ai risultati 2024 dell'istituto, ha detto: "Io non me l'aspettavo, come penso nessun altro sul mercato; è stata una bella sorpresa".
E a chi gli chiede se questo potrebbe dare il via ad altre possibile mosse, da parte di altri soggetti, risponde: "Può darsi, visto il dominio di operazioni che è partito, non mi sento di escluderlo". Anche se la politica di Mediolanum sembra rimanere al di fuori da certe logiche: "Noi -conferma Doris- non stiamo guardando a queste cose".